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  • 'Hakuna Matata’ Olunga, il bomber dei record che chiama l’Italia

    'Hakuna Matata’ Olunga, il bomber dei record che chiama l’Italia

    • Federico Zanon
    Forza fisica, capacità di mettersi in gioco e soprattutto gol, tanti gol. 27 in 30 partite la scorsa stagione, 28 in 32 in questa, a dimostrazione che sottoporta ci sa davvero fare. Michael Olunga ha conquistato la scena in Giappone, con la maglia del Kashiwa Reysol, club della prefettura di Chiba la cui maglia è stata indossata da Careca, che qualcuno ricorderà per aver sfidato (e perso) la semifinale del Mondiale per club 2011 contro il Santos di Danilo, Ganso e Neymar. Una realtà che vuole rilanciarsi, che ha chiuso l’ultima J-League a metà classifica, grazie ai numeri pazzeschi della punta keniota. Un’annata super, quella del gigante di 193 centimetri, che gli ha permesso di conquistare, oltre al premio di capocannoniere, anche il titolo di MVP del campionato, il primo africano a riuscirci.

    SENZA PENSIERI - Olunga è sbarcato nel Paese del Sol Levante nella seconda parte del 2018, dopo esperienza in Cina (GZ Hengfeng), Spagna (Girona, con il quale diventa il primo giocatore keniota a segnare in Liga) e Svezia (Djungarden), dove adattarsi, per freddo e neve, è stato difficile. In Giappone ha trovato la sua dimensione, diventando un idolo dell’Hitachidai e dei tifosi in giallo, che gli hanno dedicato un coro sulle note della canzone popolare Swahili “Jambo-Hakuna Matata”, letteralmente “senza pensieri”, brano di benvenuto agli stranieri che sottolinea come il Kenya sia terra di pace.

    OCCASIONE - Olunga nel nord di Tokyo si trova benissimo, ma a 26 anni ha l’ambizione di fare uno step nella sua carriera. Vuole tornare in Europa, questa volta per essere protagonista, in un campionato di prima fascia, magari in Italia. Al suo profilo dovrebbero pensarci i club di Serie A, lasciando da parte i pregiudizi. Il calcio di oggi è il risultato della globalizzazione, i buoni giocatori (e le occasioni) si trovano in ogni angolo del pianeta. Basta solo avere un po’ di coraggio.

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