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  • I rifugiati del Poker

    I rifugiati del Poker

     

    Negli Stati Uniti si sta assistendo a una sempre più rapida fuga di crevelli... pokeristici. Causa di tutto è il famigerato "Black Friday" ovvero il terremoto scoppiato il 15 aprile scorso che ha visto prima il blocco delle tre più importanti pokerroom a stelle e strisce, poi l'impossibilità per i giocatori americani di continuare il gioco online.

    E' stato stimato che il numero di danneggiati sia all'incirca di 50.000 persone, ovvero chi, regolarmente, utilizzava i soldi vinti a poker per pagarsi un qualcosa: in USA ha fatto scalpore la storia di due ragazzi che si stavano pagando la retta universitaria e che si sono trovati con il computer che non si poteva più collegare alle pokerroom. In più ci sono professionisti e semi professionisti che non possono più "lavorare". La maggior parte del guadagno di ogni pro infatti deriva dall'online e vivere giocando solo i tornei dal vivo è quasi impossibile. Ecco che allora alcuni players decidono di emigrare altrove: Canada, Europa, Sudamerica, a seconda delle preferenze climatiche e culturali.

    Ora però è arrivata una novità a dir poco incredibile: un famoso portale americano di poker si è proposto con un programma di assistenza all'espatrio. "I rifugiati del poker" è questo il nome scelto da Kristin Wilson che fin da subito può contare sulla collaborazione di tre paesi: Canada, Costarica e Panama.

    Ma di cosa si tratta esattamente? Andare a vivere all'estero, soprattutto se si sceglie un paese con lingua, moneta e molto altro di differente da quello da cui si proviene, non è semplicissimo. Ad esempio Justin Bonomo ha scelto il sole di Malta, Daniel Cates, dopo essere stato rispedito a casa dal Canada, ha deciso di andare a Londra. E come loro moltissimi altri professionisti.

    Trovare una casa, ottenere il permesso di soggiorno lavorativo, sbrigare un sacco di pratiche burocratiche possono portare innumerevoli difficoltà e perdite di tempo. Ecco che viene in soccorso il programma assistenziale dei "rifugiati".

    Per le tre nazioni citate sono previsti aiuti per l'acquisto o l'affitto di un immobile tramite agenzie e agenti immobiliari in loco, assistenza bancaria per aprire conti correnti con tanto di agevolazioni, facilitazioni sulla stipula di contratti per la fornitura della rete internet e soprattutto assistenza per il rilascio e la convalida del permesso di soggiorno.

    E' chiaro che tutto questo ha un costo. La tariffa è di 1.000 dollari a persona, cifra che molti di noi non sarebbe disposta a pagare a costo di fare lunghe file e di farsi capire a gesti dai vari funzionari. Stiamo però parlando di gente che guadagna cifre a svariati zeri e che quindi può tranquillamente permetterselo. C'è anche lo "sconto comitiva": l'eventuale coinquilino pagherebbe "solo" 750 dollari mentre chi decidesse di trasferirsi con la famiglia (ci sono molti ragazzi che fanno tanti soldi ma che vivono ancora con i genitori) dovrà sborsare 1.500 bigliettoni. Ah, i costi di trasporto sono ovviamente a carico del giocatore visto che l'agenzia non si occupa di voli e spostamenti.

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