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  • Ieri Pellè, oggi Belotti: sono 15 anni che l'Italia ha problemi in attacco

    Ieri Pellè, oggi Belotti: sono 15 anni che l'Italia ha problemi in attacco

    • Francesco Guerrieri
    C'era una volta l'Italia di Del Piero e Totti, di Inzaghi e Toni. Era il 2006, eravamo Campioni del Mondo. Lì davanti si poteva pescare a occhi chiusi e andava sempre bene. Dal post Mondiale a oggi non c'è stato un attaccante che abbia fatto davvero la differenza in Nazionale. E sono passati 15 anni. Uno dei problemi più grandi di Mancini, e si è visto con l'Irlanda del Nord, è in attacco: Immobile e Belotti non convincono, altri - vedi Balotelli - sono dispersi all'estero, Scamacca e Raspadori hanno ancora l'etichetta di 'giovani talenti' (22 anni e 21) e Lucca ha appena iniziato a segnare. Risultato? Via libera al falso nueve. Ma non sempre funziona.

    CERCASI PUNTE - Quello della punta è un problema che ci portiamo dietro da anni. Tanti, troppi. In estate abbiamo vinto l'Europeo con Immobile e Belotti davanti: gol segnati? Due. Tutti dell'attaccante della Lazio e arrivati entrambi nel girone. Tornando a quest'estate, la sensazione è che dal 2006 manca un centravanti capace di caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti complicati. In finale (nei minuti regolamentari) è salito Bonucci dalla difesa a fare gol, nella semifinale ci ha pensato Chiesa (attaccante sì, ma esterno). 

    SENZA RETI - E non eravamo messi molto meglio negli anni scorsi. Nel 2016 siamo arrivati ai quarti dell'Europeo con Zaza, Pellè ed Eder in attacco. Il top player? Era in panchina, Antonio Conte. Al Mondiale in Brasile (2014) ci siamo presentati con Balotelli, Cerci, Immobile, Insigne e Cassano. E siamo usciti alla fase a gironi (perdendo con la Costa Rica) segnando 4 gol in tre partite. Era il 2010 quando siamo andati in Sudafrica da campioni del Mondo con Pazzini, Quagliarella, Gilardino, Di Natale e Pepe. Più l'unico attaccante rimasto in rosa dal Mondiale vinto in Germania, Iaquinta.

    MEDIA GOL - E ancora: l'Europeo del 2008 dove lì davanti spunta il nome di Borriello e usciamo ai quarti di finale ai rigori con la Spagna dopo uno 0-0 nei tempi regolamentari e la media di un gol a partita nella fase a gironi. L'anno dopo, in Confederations Cup e con Lippi al posto di Donadoni, l'attacco è più o meno lo stesso con Giuseppe Rossi al posto di Borriello e Del Piero (mica poco!) in meno. Risultato? Fuori ai gironi, e anche stavolta tre gol in tre partite. Numeri e analisi dell'Italia che è stata e che è, con la qualificazione al Mondiale a rischio e alla ricerca di un attaccante. 

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