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  • Il Bologna e la lezione di Mihajlovic: maestro di calcio e di vita

    Il Bologna e la lezione di Mihajlovic: maestro di calcio e di vita

    • Gabriele Codeglia
    Come si diceva quando si era piccoli: “facciamo un gioco”. Supponiamo che la Serie A sia cominciata il 1° gennaio del 2019. Se guardassimo la classifica, la troveremmo strana e stravolta: capolista, con 47 punti, l’ormai non più sorprendente Atalanta di Gasperini, al suo inseguimento, nell'ordine, Juventus (44), Milan (43), Torino (42, con una partita in meno), Napoli e Roma appaiate a pari punti (41) e Inter (39). All’ottavo posto di questa graduatoria immaginaria, un inaspettato Bologna con 38 punti.  Tornando alla realtà dei fatti, è ampiamente confermato dalle statistiche e dalle cifre (anche degli assegni staccati quest’estate), che la società emiliana sia una delle candidate a diventare la sorpresa di questa Serie A.

    CAMBIO AZZECCATO - La svolta, a dire il vero, arriva il 28 gennaio scorso, giorno del ritorno di Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Dall’Ara. In quel momento, la squadra si trova al terz’ultimo posto con 14 punti conquistati in 21 giornate (0,6 di media) e il peggior attacco della Serie A (16 reti realizzate, a parimerito con il Frosinone). Il tecnico serbo è autore di un vero e proprio capolavoro sportivo: 30 punti in 17 giornate (1,76 di media), 32 gol fatti, per un bottino finale di 9 vittorie, 3 pareggi e 5 sconfitte. Oltre che sull'aspetto prettamente aritmetico dei risultati, il cambio di ritmo apportato da Mihajlovic si ripercuote anche sulle individualità della rosa con la definitiva fioritura del talento di Orsolini, fino ad allora intravisto a sprazzi, che nel finale di stagione colleziona 5 marcature.

    IL MERCATO - Lo strabiliante percorso intrapreso dal Bologna continua e la società fa capire di voler porre basi importanti con il mercato estivo. Walter Sabatini e Riccardo Bigon danno vita a una sessione che si conclude in maniera magistrale, sia per le operazioni in entrata che per quelle in uscita. Ciò che salta subito all’occhio, leggendo alla voce “acquisti”, è la completa assenza di arrivi in prestito: tra riscatti e acquisti a titolo definitivo, a Casteldebole, sono confermati Soriano e Sansone (20 milioni complessivi al Villarreal), Orsolini (15 milioni alla Juventus) e Danilo (800mila euro all’Udinese); arrivano poi giocatori dai diversi profili, dal Belgio ci sono il nipponico Tomiyasu (7 milioni al Sint-Truiden) e l’olandese Denswil (6,3 milioni al Bruges), unico acquisto “interno” è quello di Bani (2,5 milioni al Chievo), passando per le scommesse Skov Olsen (Copenaghen), Lappalainen (HJK, poi girato al Montreal Impact), Schouten (Excelsior) e Nicolás Dominguez, quest’ultimo lasciato in prestito al Velez Sarsfield, fino ad arrivare all’ultimo botto di mercato con Gary Medel, il totale è di 71,6 milioni di euro spesi. Le cessioni più remunerative sono quelle di Pulgar alla Fiorentina, Nagy al Bristol City e Helander al Rangers, alle quali vanno aggiunti i riscatti dei cartellini da parte dello Standard Liegi per Avenatti, della Samp per Alex Ferrari e dell’Amiens per Krafth, che fruttano al club di Saputo una somma pari a 30 milioni di euro.

    IL SOGNO NEL CASSETTO - Cercando di tirare le somme, viene facile pensare che il progetto dell’ambizioso Bologna non possa fermarsi ad una tranquilla salvezza. Se già c’era tanto entusiasmo per come i soldati del sergente Sinisa avevano terminato lo scorso campionato, dopo queste prime tre giornate, a Bologna, il clima che si respira è un misto di orgoglio e voglia di riscatto, uniti a tanta grinta e convinzione per cui nulla sembra poter essere precluso a prescindere. Con un allenatore del genere, un uomo che ogni giorno impartisce una lezione di vita senza raccontare parabole o pronunciare frasi ad effetto, con le giocate frizzanti di Orsolini, l’esperienza di Palacio, la garra di Medel, e altri ingredienti speciali, la formula per la pozione magica sembra ormai pronta per essere messa in atto: perché se la speranza di tutti è quella di rivedere Mihajlovic nuovamente in panchina da vincitore, il sogno è raggiungere con lui e per lui un posto in Europa. 

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