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  • Il calcio che verrà: tutto in tv, con o senza sputo, ammucchiate e testa a testa?

    Il calcio che verrà: tutto in tv, con o senza sputo, ammucchiate e testa a testa?

    • Mino Fuccillo
      Mino Fuccillo
    Smetto di domandarmi qui se la Serie A debba ricominciare o no al più presto. Senza aggiungere, alquanto ipocritamente, l'aggettivo possibile dopo il sostanziale al più presto: dire al più presto possibile vuol dire tutto e niente, ciascuno dilata o restringe quel possibile a seconda e a misura dei suoi interessi e convinzioni.

    Smetto di domandarmelo anche perché, siamo onesti, domandarselo qui, tra noi, è come domandare all'oste se il vino è buono.

    Mi domando quindi del calcio che verrà, quando verrà. Calcio tv, in tv e solo tv. Calcio ancora più di prima fruito e vissuto e, per così dire, messo in onda nella vita di chi lo segue esclusivamente in forma mediata dalla televisione.

    Calcio tutto tv, cambierà il format, cambierà il linguaggio del calcio tutto e solo tv?

    Penso di no: resteranno sostanzialmente immobili la stessa enfasi d'ordinanza, la stessa narrazione monotonamente iperbolica. Al netto per un po', speriamo, delle metafore guerriere e guerresche. Per il resto, come niente fosse.

    Anzi, qualcosa in più nel calcio tutto tv. Scommetto su sermoni, tirate, odi cantate e auto incenso per la funzione lenitiva del calcio tv. Una sorta di cantato e monocorde gioca che ti passa, anzi guarda che ti passa. 

    Si sfiorerà nelle presentazioni tv pre partita (e anche durante e dopo) il tributo riconoscente al calcio che guarisce dall'ansia, dalla paura, dalla preoccupazione. Si rischierà il grottesco, ma pochi ci cadranno dentro con tutti e due i piedi. I più resteranno sospesi tra il ridicolo e il tragico, terra ampia e indefinita.

    E in campo come sarà il calcio tutto tv? Lo sputo, lo sputo più o meno sistematico cambierà? Certo, era sputo da eccesso di salivazione, diciamo all'ottanta per cento. Altro 10 per cento di sputo in campo veniva da machismo in scarpini e il restante 10 per cento da normale e franca maleducazione. Nel calcio che sarà si sputerà come prima sull'erba a rischio di caderci su quell'erba, sullo sputo di qualcun altro?

    E l'affollarsi, il correre ad assembrarsi in mucchio e circolo di nervosa e indignata protesta, l'affollarsi in assedio attorno all'arbitro? Era parte integrante dei doveri non scritti dei calciatori del calcio di prima. Ora si asterranno? Faranno assedio all'arbitro in circolo più largo? Ci sarà sanzione immediata per chi si avvicina ad arbitro e assistenti per fiatargli in faccia protesta?

    E l'abbraccio con relativa ammucchiata, piramide, girotondo e saltellamento di gruppo dopo il gol?

    E il testa a testa, anzi il fronte a fronte, il petto a petto tra i due giocatori quando si litiga?

    Scommetto sulle seguenti ipotesi sul calcio che verrà:

     NO al fare mucchio al gol come prima, si conterranno.

    Sì alla ressa intorno all'arbitro, istinto irrefrenabile., continueranno.

    Ni allo sputo, sarà meno plateale ma continuerà.

    No al fronte a fronte, fiato a fiato, se lo risparmieranno.

    Scommetto anche, ma non lo sapremo mai, su un seimila circa violazioni dei protocolli sanitari per ogni turno di Campionato. Per ogni turno circa tremila persone interessate tra spostamenti, accoglienza, servizi, televisione e gente in campo e attorno. Due eccezioni a testa a settimana mi sembra calcolo onesto e modesto.

    Ultima ma non ultima domanda: cambierà l'umore tifoso di fronte a questo Campionato riafferrato per i capelli e tenuto in piedi con gli spilli?

    Questa non la so. Però so che la mente umana è insondabile ed elabora prodotti ineffabili.

    Non sono in grado di ricostruire provenienza, origine, per dirla in termini medici eziologia. Nata in qualche landa neuronale desertificata della logica anche minima, è stata messa al mondo da non so chi quella del pallone che poteva essere infetto e contagioso.

    Un giornalista (il dio delle notizie lo perdoni, solo lui, nella sua infinità bontà, può) ha chiesto del pallone infetto e contagioso alla Conferenza stampa di Istituto Superiore di Sanità e Protezione Civile. Chi ha dovuto rispondergli tratteneva a fatica un sorriso che era insieme di stupore e compassione. 

    No, il pallone da calcio non è infetto, non contagia. Di quelli che andranno in campo e dintorni nel calcio che verrà, il pallone è l'unico ad essere assolutamente certo di non avere nulla, proprio nulla, a che fare con coronavirus.

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