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  • Il calcio italiano annaspa dietro le grandi leghe europee. E Deloitte avverte: 'Dopo il virus sarà peggio'

    Il calcio italiano annaspa dietro le grandi leghe europee. E Deloitte avverte: 'Dopo il virus sarà peggio'

    Le conseguenze dell'emergenza coronavirus e la necessità di aprirsi ancora di più al mercato internazionale diventano le prossime e importantissime sfide che il calcio italiano dovrà affrontare e auspicabilmente vincere. E' questo il messaggio contenuto tra le righe dell'Annual Review of Football Finance 2020 redatto da Deloitte, che analizza la situazione della Serie A e degli altri principali campionati europei alla luce dei risultati evidenziati nella stagione 2018/2019. Se i ricavi per il calcio del Belpaese sono saliti sino a 2,5 miliardi di euro, con un aumento dell'11%, l'ultima annata ha portato in dote anche una perdita operativa di 36 milioni, causata soprattutto dal rapido incremento degli stipendi.

    ITALIA LONTANA DALLE BIG EUROPEE - Come ritrovare dunque un percorso virtuoso e provare ad accorciare il gap che ci separa ormai, in termini di ricavi, dai più importanti tornei del Vecchio Continente? Premier League e Liga sono oggi vette irraggiungibili, rispettivamente con oltre 5,8 e 3,3 miliardi di euro di ricavi, ma soprattutto un'abilità evidente nel differenziare le proprie entrate. Il campionato inglese ottiene il 59% dei suoi introiti (3,5 miliardi) dai diritti tv, il 23% da accordi commerciali e soltanto il 13% (776 milioni) dagli incassi da partita. Rapporti assolutamente simili per il calcio spagnolo, che ottiene 521 milioni di euro dagli ingressi negli stadi, ben 1,8 miliardi dalle televisioni e poco più di un miliardo dagli sponsor. L'Italia, che paga un ritardo di circa 1 miliardo di ricavi persino nei confronti della Bundesliga, si dimostra tremendamente indietro in due aspetti. Finché i nostri club non riusciranno ad avere gli stadi di proprietà, sarà impensabile ridurre quel margine che oggi ci vede introitare poco più della metà di quanto avviene dagli impianti tedeschi e spagnoli; ancora più netto è il gap alla voce "accordi commerciali", con i nostri 751 milioni ben lontani dagli 845 della Germania, i 1.023 della Spagna e 1.616 dell'Inghilterra.


    Il calcio italiano annaspa dietro le grandi leghe europee. E Deloitte avverte: 'Dopo il virus sarà peggio'

    CORONAVIRUS, CHE PERDITE - Stadi nuovi, funzionali, in grado di attirare nuove possibilità di guadagno anche nei giorni non dedicati alle partite, ma anche la necessità di rendere il calcio italiano un prodotto da esportare e commercializzare con maggiore efficacia fuori dai nostri confini. E' questa la ricetta fornita dal rapporto di Deloitte, che ricorda a tutti come le conseguenze dell'emergenza Covid-19 saranno drammatiche, per tutti. La Premier, la vera locomotiva d'Europa in termini calcistici, perderà qualcosa come 1,1 miliardi nel 2020. "Il successo del ritorno di ciascuna lega e la forza delle relazioni di ciascuna con le emittenti e i partner commerciali avranno un impatto potenzialmente significativo e duraturo sulla forza finanziaria di club e leghe", ha dichiarato Dan Jones, partner e capo dello Sports Business Group di Deloitte. Che prova tuttavia a individuare un lato positivo della vicenda: "Prevediamo che i piani di riavvio per la Premier League e alcuni suoi pari porteranno a un rapido recupero dei risultati finanziari poiché alcuni ricavi delle trasmissioni 2019/20 verranno spinti nell'esercizio 2020/21, il che potrebbe comportare un anno di entrate eccezionali".

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