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  • Il miglior Ibra tradisce il Milan all'ultimo, ma per la fuga è mancato solo Donnarumma

    Il miglior Ibra tradisce il Milan all'ultimo, ma per la fuga è mancato solo Donnarumma

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Con Donnarumma in porta e un arbitro diverso da Giacomelli avrebbe vinto il Milan perché Tatarusanu ha spalancato la porta al gol di Dzeko e non ha trattenuto il tiro di Mkhitaryan dal quale è nato il rigore del 2-2. Nel secondo episodio, oltre all’errore del portiere, ha sbagliato anche l’arbitro che ha fischiato un fallo di Bennacer, in netto anticipo, su Pedro, colpevole invece di avere pestato il piede dell’avversario. Il Var Nasca, mal coadiuvato da Vivenzi, non ha eccepito e Veretout dal dischetto ha fatto pari.

    Così il Milan, tornato avanti con un rigore di Ibra (dubbio anche il fallo di Mancini su Calhanoglu), si è visto raggiungere alla fine da Kumbulla (male, gol a parte) una partita che avrebbe meritato di vincere (anche un palo di Kjaer). Valgano, per legittimare il ragionamento, i due colpi di testa (88’ e 94’) che hanno portato prima Kessie (respinta di Mirante) e poi Romagnoli (fuori di un alito) ad un passo dal 4-3.

    Partita bellissima e irripetibile con il Milan avanti all’inizio dei due tempi e poi raggiunto da una Roma che non ha mai rinunciato alla manovra e ha avuto la forza di ricominciare ogni volta con pazienza e coraggio. Certo, senza gli aiuti, certamente involontari, di Tatarusanu e Giacomelli, oltre ad un palo salvifico, avrebbe perso. Ma il calcio è anche questo: basti pensare che nell’azione del pareggio definitivo, quello di Kumbulla, l’errore, all’altezza del primo palo, l’ha commesso Ibrahimovic, tra i migliori in senso assoluto insieme a Leao. Se lo svedese ha segnato la solita doppietta, il suo pupillo ha confezionato due assist di prima grandezza.

    Niente fuga, dunque, per gli uomini di Pioli e per la sua banda scatenata. Persi per strada i primi due punti in una partenza fatta di sole vittorie. Resta comunque il primo posto solitario con due lunghezze di margine su Sassuolo e Napoli, tre sull’Inter. Va bene anche così perché non è il Milan la squadra con l’obbligo di vincere lo scudetto, tuttavia dispiace che una bellissima partita sia stata inficiata da un errore colossale - e tuttavia ancora rimediabile - da parte dell’arbitro e da un’altra decisione, nell’area della Roma, che avrebbe avuto bisogno dell’avallo del Var.

    Ma - l’abbiamo detto - in Milan-Roma, sotto la pioggia ghiaccia di un San Siro deserto, hanno sbagliato tutti. Per cominciare Kumbulla che, dopo un minuto e 48”, ha mancato l’aggancio sul pallone delizioso di Leao per Ibra, regalando il primo gol ai rossoneri. Ha proseguito Tatarusanu, inadeguato sostituto di Donnarumma, fallendo completamente la smanacciata sulla parabola da calcio d’angolo di Lorenzo Pellegrini (testa vincente di Dzeko ai danni di Romagnoli). Il Milan, allora, ci ha provato con un tiro da lontano di Calhanoglu e, poco prima della mezzora, con i colpi di testa ravvicinati di Romagnoli (volo d’angelo di Mirante, un portiere che para) e di Kjaer (palo alla sinistra del portiere senza che Leao riesca a deviare in rete). 

    In verità il malcapitato Tatarusanu, a digiuno di gare ufficiali da nove mesi, una parata decente l’ha fatta, su tiro di Pellegrini, dopo palla persa da Leao. Prima del riposo, fallo su Ibra dal limite, batte Calhanoglu e Mirante devia con la destrezza di un gatto.

    Dicevamo degli sbagli e l’inizio di ripresa ha mostrato il primo. L’ha commesso Karsdorp che si è fatto superare dalla velocità di Leao quasi fosse un palo piantato a destra, la sinistra dell’attacco del Milan. Leao ha fatto tutto benissimo e una volta arrivato sul fondo ha messo dentro, basso e secco, per l’interno piede di Saelemaekers. Raccontato del pasticcio combinato ancora da Tatarusanu, in combutta con l’arbitro Giacomelli (svista clamorosa e clamorosamente non corretta perché è Pedro a pestare il piede di Bennacer in vantaggio su di lui), al 69’, resta da dire del goffo tentativo di respinta di Mancini che, comunque, ha avuto il torto di incocciare le gambe di Calhanoglu procurando il rigore del Milan (ancora Ibra).

    Il vantaggio rossonero era risultato corretto e legittimo. Ma era scritto - e un po’ si coglieva anche nell’aria di una serata copiosamente uggiosa - che dovesse essere pareggio con lo zampino, questa volta maldestro, del migliore in campo, ovvero Ibrahimovic. Kumbulla riscattava la sua partita grigia come la pioggia nella notte di Milano.



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    TABELLINO

    Milan-Roma 3-3 (primo tempo 1-1)


    Marcatori:  2', 34' st pt Ibrahimovic (Mil), 15' pt Dzeko, 2' st Saelemaekers (Mil), 24' st rig. Veretout, 38' st Kumbulla (Rom)

    Assist: 2' pt Leao (Mil), 15' pt Pellegrini (Rom), 2' st Leao (Mil)

    MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria, Kjaer, Romagnoli, Theo Hernandez; Kessie, Bennacer; Saelemaekers (dal 27' st Krunic), Calhanoglu, Leao (dal 27' Castillejo); Ibrahimovic. A disposizione: A. Donnarumma, Jungdal, Conti, Dalot, Duarte,  Kalulu, Castillejo, Díaz, Krunić, Tonali, Colombo, Maldini. Allenatore: Stefano Pioli.

    ROMA (3-4-2-1): Mirante; Ibanez, Mancini, Kumbulla; Karsdorp (dal 22' st Bruno Peres), Veretout (dal 41' st Villar), Pellegrini (dal 36' st Cristante), Spinazzola; Pedro, Mkhitaryan; Dzeko. A disposizione: Farelli, Pau López, Juan Jesus, Santon, Fazio, Bruno Peres, Villar, Mayoral, Providence. All. Fonseca

    Ammoniti: 24' st Leao (Mi), 30' st Ibrahimovic (Mil), 32'st Pedro (Rom), 35'st Cristante (Rom), 37' st Hernandez (Mil)

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