Il Milan a Firenze ha perso le certezze. Ma le lacune vere sono in attacco: luce spenta senza Leao

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Il Milan non è guarito. Non del tutto almeno. Le ultime uscite, dopo l’orribile primo mese dopo la sosta Mondiali, avevano ridato certezze alla squadra rossonera. Il nuovo modulo utilizzato da Stefano Pioli, la difesa a 3, la scoperta di Malick Thiaw. Il reparto difensivo – complice anche il recente rientro tra i pali di Mike Maignan – sembrava aver ritrovato la solidità mostrata nel rush finale della scorsa stagione – 4 clean sheet consecutivi tra campionato e Champions - una solidità decisiva per la conquista del 19° Scudetto. Ma se il match di ieri ha cominciato a minare questa prima sicurezza, ad aggiungersi alle lacune è senz’altro l’attacco rossonero. E se il portiere francese tocca quasi lo stesso numero di palloni toccati da tutte le punte messe insieme – 61 contro 70 – il problema è reale.LUCE SPENTA - La partita di ieri sera contro la Fiorentina ha messo in evidenza tutte le difficoltà del reparto offensivo del Milan. Le squalifica di Leao e l’infortunio di Brahim Diaz non hanno permesso a Pioli di averli a disposizione per l’incontro dell’Artemio Franchi ed ecco che, come d’incanto, la luce si è spenta. Brillantezza, vivacità, soluzioni. È mancato tutto al Milan. Specialmente il portoghese – vero e forse unico fuoriclasse della squadra – è capace di determinare, anche nelle serate più buie, con una giocata, un’invenzione dal nulla. Tolto il numero 17, i rossoneri davanti stentano. Le soluzioni alternative non sono riuscite ad incidere come avrebbero dovuto. Rebic è un giocatore irriconoscibile rispetto alle scorse annate, Origi – piccoli sprazzi di classe a parte – non ha mai illuminato con i colpi che, da un giocatore del suo talento, ci si aspettava. Ma ciò che è più lampante sottolineare nel Milan è la mancanza di scelta come punto di riferimento centrale in attacco.
UN SOLO 9 - Olivier Giroud, lungo tutto il corso della stagione, si è messo sulle spalle l’attacco rossonero. Titolare inamovibile, numero 9 per eccellenza nello scacchiere di Pioli, il centravanti francese non ha mai avuto modo di rifiatare e risparmiare le energie per i match decisivi. Lazetic è stato mandato in prestito in Austria a farsi le ossa, Ibrahimovic è appena rientrato da lunghissimo infortunio al ginocchio. Per quanto la carriera, la classe e l’infinito talento non manchino allo svedese, a preoccupare la dirigenza è la carta d’identità del numero 11. E non solo. Perché ai 41 anni di Ibra, si contrappongono i 36 anni di Giroud. E se il francese sembra essere proiettato verso un rinnovo contrattuale – con adeguamento sull’ingaggio – ecco che il futuro di Ibrahimovic è ancora tutto da scrivere. L’attacco rossonero ha bisogno di una rinfrescata ed il prossimo mercato estivo sarà decisivo per mettere le basi del Milan del domani. Gianluca Scamacca – vecchio pallino di Maldini – può essere un’idea interessante, una scelta da valutare, un investimento su cui puntare. Le opzioni sono varie, l’estate sarà lunga. Il Milan deve risolvere il problema attacco.
Ci sono stati club che vendendo i migliori hanno rafforzato la squadra, basti ricordare la Juve con Zidane, l'Inter con Ibrahimovic, il Napoli con Koulibaly, la Juve con Pogba.....ma devi avere ds veramente bravi e smaliziati, che noi ci sogniamo
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