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  • Il Milan ai milanisti non va: da Inzaghi a Gattuso, è ora di cambiare filosofia

    Il Milan ai milanisti non va: da Inzaghi a Gattuso, è ora di cambiare filosofia

    • Angelo Taglieri
    C'è tanto Milan, in questo Milan. C'è Leonardo, c'è Paolo Maldini, c'è il grande tifoso Scaroni e, ovviamente, c'è Gennaro Gattuso in panchina. Una filosofia cara alla vecchia coppia Berlusconi-Galliani, capace di far diventare grandi gli uomini che ora sono alla guida della società rossonera; una filosofia, quella del Milan ai milanisti, che, per il momento, almeno per quanto riguarda l'allenatore (la dirigenza ha avuto effettivamente poco tempo per dimostrare il suo valore, prendendo un treno in corsa che rischiava il deragliamento) sembra proprio da abiurare. 

    I NON MILANISTI - Dal dopo Carlo Ancelotti, che ha vinto tutto, gli unici allenatori che hanno riempito la bacheca milanista sono stati 'non milanisti': Massimiliano Allegri ha vinto l'ultimo scudetto rossonero e alzato al cielo una Supercoppa italiana, vinta contro l'Inter; Vincenzo Montella, aeroplanino mai atterrato al Milan quando indossava la 9, ha vinto anche lui la Supercoppa, ai rigori contro la Juventus, ultimo trofeo messo messo nella vetrina di via Aldo Rossi. Nel mezzo, Sinisa Mihajlovic, il grande ex di domani, quando col suo Bologna proverà a trovare l'aritmetica salvezza a San Siro: in rossonero, il serbo, ex giocatore dell'Inter, non ha vinto niente, ma ha raggiunto una finale di Coppa Italia che Berlusconi e Galliani non gli fecero disputare, preferendogli Brocchi. Tra l'altro, Miha ha regalato l'ultima vittoria al popolo rossonero in un derby...

    DA SEEDORF A BROCCHI - E i milanisti? Male, niente, zero. Zeru tituli direbbe Mourinho, zero titoli dice la recente storia del Milan ai milanisti. Clarence Seedorf prese il posto di Allegri nel finale di stagione 2013/14 senza alcun sussulto, finendo all'ottavo posto, coi rossoneri fuori dall'Europa; Filippo Inzaghi, che con la Primavera vinse un Trofeo di Viareggio, chiuse al decimo posto la stagione seguente, aggiungendoci un'eliminazione ai quarti di finale di Coppa Italia, ko per 1-0 in casa con la Lazio; Christian Brocchi, invece, subentrò a Mihajlovic, scelto da Berlusconi: finale di Coppa Italia, conquistata da Miha, persa contro la Juve e settimo posto in Serie A. Il serbo, esonerato in Aprile, aveva lasciato un Milan al sesto. 

    E GATTUSO? - Gennaro Gattuso ha, come Mihajlovic, conquistato una finale di Coppa Italia, ma lui la finale l'ha giocata e persa male: 4-1 per Juventus. In Supercoppa, poi, è arrivato il ko, sempre contro i bianconeri: 1-0 firmato Cristiano Ronaldo. Eppure, Rino, era quello che aveva dato la grande illusione che il Milan ai milanisti finalmente potesse funzionare: 39 punti nel girone di ritorno della scorsa stagione, solo Juve e Napoli fecero meglio; alimentando il tutto con quella terza posizione raggiunta, in questa stagione, prima del derby con l'Inter. Ma da lì, poi, tutto è cambiato, tutto è crollato, compresa una Coppa Italia, senza più la Juve, andata in briciole in semifinale. Può ancora raggiungere la Champions, è vero, ma servirebbe un miracolo. E' comunque una stagione che, ancora una volta, non regalerà trofei con un milanista alla guida; una stagione che, per come si era messa, lascerà comunque un sapore amaro in bocca, del tipo 'poteva essere e non è stato'. Un po' come il Milan ai milanistida cambiare per provare a trovare una nuova strada. Quella che porta al successo. 

    @AngeTaglieri88

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