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    Il Milan 'collettivo' di Pioli impressiona: a Bologna i 30' migliori della prima giornata

    Il Milan 'collettivo' di Pioli impressiona: a Bologna i 30' migliori della prima giornata

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Pioli ha lavorato bene, Furlani e Moncada hanno comprato meglio. Il Milan, che a Bologna era atteso da un esordio trabocchetto, non solo vince netto (2-0), ma segna con Giroud e Pulisic in poco più di venti minuti, sciorinando forse la migliore mezz’ora iniziale dell’intera serie A. Se, come detto nella Sveglia di lunedì, Fiorentina e, soprattutto, Juventus avevano impressionato, il Milan si è attestato sugli stessi livelli se non addirittura meglio, almeno fino a quando la condizione lo ha sostenuto in una serata torrida e contro un Bologna vivo fino al 94’. Detto che Giroud (assist di Reijnders) e Pulisic (assist di Giroud) hanno segnato, Leao, pur senza brillare, ha colpito un palo dopo straordinaria azione personale (89’). Ma quel che ha colpito di più è la consistenza collettiva di una squadra con tre esordienti assoluti (Loftus Cheek, Reijnders e Pulisic) e un sistema di gioco (4-3-3) modellato sulle caratteristiche dei nuovi arrivati. Hanno brillato tutti, ma Pulisic è piaciuto di più per le sue qualità tecniche, la capacità di puntare l’uomo, la rapidità negli scambi e il tiro in porta.

    Quel che va rivisto, almeno dalla sua parte, è l’atteggiamento difensivo. Qualche volta ha lasciato Calabria ad uno contro due (Ferguson-Likogiannis) che hanno creato grattacapi alla difesa e anche a Maignan. Il quale, dopo appena 20 secondi, sarebbe stato battuto da un tiro da fuori di Lykogiannis se la traversa non lo avesse rimpiazzato nella respiinta provvidenziale. Cosa sarebbe potuto accadere con il Bologna subito in vantaggio, non è dato sapere, fatto sta che il Milan, ben lungi dallo spaventarsi, ha cominciato a produrre il suo gioco fatto di passaggi brevi e tutti di prima, con la squadra che si muoveva in maniera sincronica e avanzando con buona compattezza. Merito di Pioli che ha saputo ottimizzare il materiale umano messo a disposizione dal club. Anch’io, tra gli altri, ho dubitato sul tempo a disposizione per assemblare un centrocampo a tre quasi comopletamente rinnovato (Krunic ha fatto il centrale) e per inserire Pulisic in attacco. Ovviamente le classe dello statunitense ha facilitato l’integrazione, ma quando si cambia così tanto, e con un inizio di serie A, come ha il MIlan, il rischio di ritrovarsi in difficoltà esisteva ed esisterà ancora.

    Il Milan ha concesso qualcosa nel finale di primo tempo (tre potenziali occasioni-gol) e per una ventina di minuti nel secondo tempo. Ciò è accaduto sia perché Thiago Motta ha inserito Orsolini (in ritardo di preparazione) schierandolo di punta a destra, N’doye a sinistra e Zirkzee a innescare entrambi, sia perché il Milan è un po’ calato e faticava a recuperar palla e a ripartire in campo largo (nel primo tempo era successo un paio di volte). Fondamentale, in questa fase, Maignan abile nel respingere un tiro a colpo sicuro di Aebischer che avrebbe potuto riaprire la partita.

    Pur non avendo, almeno secondo me, la vocazione al controllo, nonostante la profondità del palleggio, il Milan ha rallentato, si è anche un po’ allungato e ha sperato nelle virtù velocistiche di Leao. Ma a venti minuti dalla fine si è resa necessario un massiccio ricambio: Okafor per Giroud, Kalulu per Calabria, Pobega per Loftus-Cheek, Chukwueze per Pulisic. Tanto per capirci, altri due inserimenti di nuovi arrivati. A quel punto, però, la partita era ormai spenta e il MIlan si è avviato ad archiviare le prime certezze: difesa imperforata, centrocampo solido e creativo (e con molti inserimenti di Loftus), due dei tre attaccanti a segno. Difficilmente si poteva chiedere di più.

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