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  • Il Milan punta sulla sete di vendetta di Piatek: a ottobre era quasi della Juve...

    Il Milan punta sulla sete di vendetta di Piatek: a ottobre era quasi della Juve...

    • Andrea Distaso
    Venti 20 in 29 partite di campionato, numeri che, se Krzysztof Piatek indossasse oggi ancora la maglia del Genoa, avrebbero certamente attirato l'interesse della Juventus nei suoi confronti. Una sensazione confermata dal fatto che lo scorso ottobre, quando il bomber polacco era ben lontano da queste cifre e il blitz del Milan non era nemmeno nei pensieri più remoti dei dirigenti rossoneri, il responsabile dell'area tecnica bianconera Fabio Paratici e Pavel Nedved avevano sondato gli umori del patron genoano Preziosi. Una pista di mercato rimasta inespressa, a causa delle importanti richieste del club rossoblù per il suo trascinatore nella prima metà di stagione. E che stasera, proprio contro la Juve ma con una maglia diversa addosso, ha tanto da dimostrare.

    CECCHINO CON LE BIG - Allo Stadium Piatek c'è già stato, il 20 ottobre scorso, quando la squadra all'epoca allenata da Juric impose un inaspettato 1-1 agli uomini di Allegri. Una partita nella quale sapeva di avere addosso gli occhi di tutti, ma nella quale fallì la famosa prova del nove, rendendosi poco pericoloso e toccando pochi palloni. Quasi un'eccezione rispetto alla normalità, perché Genoa e Milan non fanno differenza per l'ex Cracovia, autore di ben 8 gol in questa stagione (Coppa Italia compresa) contro quelle che possono essere considerate big in Serie A. Tre reti all'Atalanta, due reti a Roma e Napoli e una alla Lazio. Soltanto contro l'Inter, con cui non avrà più opportunità, e la Juve, Piatek non ha ancora colpito e non c'è miglior occasione stasera di lasciare il segno, anche per aiutare il Milan ad uscire dalla mini crisi che ha portato in dote la miseria di un punto nelle ultime tre partite.

    SERVONO I RIFORNIMENTI - Nell'ultima, contro l'Udinese, ha realizzato il 30esimo gol in stagione (contando anche quelli messi a segno con la propria nazionale), il numero 20 in campionato, uno in più di quel Cristiano Ronaldo che oggi sarà uno dei grandi assenti. Se contro la formazione di Tudor, Piatek aveva anche beneficiato dell'intesa quasi insperata con Cutrone, quest'ultimo allo Stadium tornerà però a sedersi in panchina lasciando al polacco il compito di reggere sulle spalle tutto il peso dell'attacco. In un tridente completato da Suso e Borini e che avrà il compito di invertire la pericolosa tendenza delle ultime settimane, che hanno spesso visto il numero 19 rossonero isolato e a corto di rifornimenti. Da parte sua mai una protesta, mai una lamentela, perché Piatek è uno abituato a parlare con i fatti: non ha fatto una piega di fronte all'opportunità mancata di essere prenotato dalla Juve per la prossima estate, non ha fatto una piega quando Leonardo lo ha strappato al Genoa per 35 milioni di euro. Grifone o Diavolo, per lui non cambia nulla, come la sua voglia matta di fare gol, sempre gol, anche alle grandi. Per riporta il Milan in quella Champions League che a tutti serve come il pane.

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