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  • ​Il negazionismo fa più male del virus? L’opinione di Ilaria Capua.

    ​Il negazionismo fa più male del virus? L’opinione di Ilaria Capua.

    • Roberto Petrucci
    L’Italia e l’Europa sono alle prese con la seconda ondata della pandemia dovuta al covid-19, con la speranza che sia l’ultima e che si porti dietro molti meno strascichi rispetto alla prima. Se alcune democrazie europee hanno già dato il via al lockdown (Francia e Germania), l’Italia per ora sembra più razionale, più sicura di sé e prende tempo, aumentando di settimana in settimana le restrizioni a colpi di dpcm, che confondono non poco la vita sociale dei cittadini, già confusa per i noti fatti, ma che allo stesso tempo potrebbero scongiurare, nel caso i provvedimenti dovessero funzionare, un secondo lockdown effettivo. 

    Lockdown che sarebbe mortifero sia per l’economiama soprattutto per la vita sociale di ognuno di noi, già sensibilmente intaccata da questa pandemia. Sicuramente questi dpcm obbligheranno il governo a forti e ben più tempestivi interventi a favore di quelle imprese ed attività decisamente colpite in questo nefasto 2020. Ad imperversare, in questa seconda ondata, sono però ancora le continue schermaglie tra virologi, scienziati e infettivologi, poco chiari e spesso in contrasto tra loro. Ancora adesso l’unica personalità credibile sembrerebbe essere Ilaria Capua, intervenuta sul Corriere della Sera quest’oggi. 

    Ilaria Capua ormai nota sia per la sua coerenza e lucidità ma soprattutto per la sua franchezza nelle dichiarazioni fin qui rilasciate, limitate all’argomento ed alle competenze e non indirizzate ad intasare i canali social, né tantomeno salotti televisivi. Se nel suo ultimo intervento si rivolgeva con contenuto ottimismo riguardo il vaccino, quest’oggi l’argomento riguarda i mai dileguati negazionisti: delle mille ramificazioni inattese di questa emergenza, questa viene ritenuta “assolutamente inaccettabile”.

    Le pandemie sono fenomeni epocali di potenza trasformazionale e proprio adesso nel bel mezzo di quella del 2020, sembra di assistere ad un mondo ormai completamente sottosopra, soprattutto se osservato dal posto in cui lavora Capua, ossia in Florida negli USA. Il periodo elettorale certo non aiuta ma è evidente come ci sia una contrapposizione netta sulla “visione” della pandemia: “Gli elettori repubblicani si trovano in un gigantesco assembramento organizzato da un leader che non porta la mascherina” dirimpetto al contesto democratico in cui i comizi sono stati organizzati in tutt’altra maniera. Leader repubblicano che “urla e stimola gli altri ad urlare in barba a tutte le regole ed alle misure di restrizione e di protezione di sé e degli altri: goccioline, droplet ed aerosol tutti insieme allegramente, magari mentre ci si passa la bottiglia di soda”. 

    A tal proposito è interessante il passaggio in cui l’infettivologa parla di “esperimento in corso” da parte dei luminari della materia. Esperimento che riguarda la connessione tra comizi elettorali repubblicani, perlopiù effettuati senza il minimo rispetto delle regole e l’aumento dei contagi. Man mano che si genereranno i numeri di questa onda lunga americana e delle relative ospedalizzazioni e decessi, si capirà se l’origine dei nuovi contagi è legata a un comizio elettorale «non protetto» oppure no.

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