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  • Il precedente Asprilla non spaventa il Milan, senza Ibra nel giorno di Prati

    Il precedente Asprilla non spaventa il Milan, senza Ibra nel giorno di Prati

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Sono stati i giorni del lutto e del dolore per la morte di Paolo Rossi che ancora una volta ha sorpreso tutti, come ha detto ieri mattina Antonio Cabrini, nel Duomo di Vicenza, sconvolto per la perdita di un fratello più che un amico. Pablito, come lo chiamavano tutti, ha indossato anche la maglia del Milan a metà degli anni Ottanta e segnò un'indimenticabile doppietta in un derby. Quel giorno con lui giocavano anche Paolo Maldini e il suo capitano Franco Baresi, entrambi presenti alla cerimonia di ieri che speriamo chiuda definitivamente un anno difficile e triste per tutti. 

    E ricordando chi se ne è andato troppo presto, il pensiero oggi corre a Pierino Prati, scomparso il 22 giugno scorso, che come Paolo Rossi ha lasciato un segno indelebile nel mitico "Bernabeu" di Madrid. Proprio oggi Pierino, come si chiamava all’anagrafe per desiderio del padre anche se lui preferiva essere chiamato Piero, avrebbe compiuto 74 anni. Per la prima volta non potremo fare gli auguri all'idolo della nostra adolescenza, ma i ricordi non si cancellano e per questo ci fa piacere sottolineare che Prati è rimasto l'unico italiano capace di segnare tre gol in una finale di coppa dei Campioni/Champions nella notte del 28 maggio 1969 a Madrid, appunto, contro l'Ajax del primo Cruijff, battuto 4-1 grazie all'altro gol di Sormani. 
     
     

    Pierino giocava con la maglia numero 11 che all'inizio di questa stagione è tornata sulle spalle di Ibrahimovic come nel suo primo campionato rossonero di dieci anni fa, culminato con l'ultimo scudetto del Milan. Prati e Ibrahimovic, due grandissimi goleador, sia pure con stili diversi, che hanno regalato grandi gioie ai tifosi rossoneri. Ed è curioso pensare che la gara di stasera sia la numero 11 del campionato, un indiretto omaggio del calendario nel giorno del compleanno di Prati, che dalla sua nuova area di rigore sorriderà rivedendo il suo Milan solo al comando, come ai tempi in cui vinceva scudetto e coppe con Rocco in panchina. 

    Guarda caso era dai suoi tempi, all'inizio degli anni Settanta, che il Milan non segnava così tanto. Ed era dagli inizi degli anni Novanta che non aveva 26 punti dopo 10 giornate, quando vinse nel 1993 il secondo dei tre scudetti consecutivi con Capello. Era il "Milan degli Invincibili", come lo aveva felicemente soprannominato Galliani, perché infilò una serie record mai più eguagliata da nessuno di 58 partite di campionato senza sconfitte. I tifosi rossoneri fanno bene a toccare tutto quello che possono toccare, perché la serie si interruppe proprio in una partita casalinga contro il Parma di Nevio Scala, che vinse 1-0 grazie a una punizione di Asprilla. Ma si trattò di quello che viene comunemente definito "un incidente di percorso", ininfluente alla distanza perché poi i rossoneri vinsero comunque lo scudetto. 

    Nemmeno quel precedente può quindi spaventare il Milan di Pioli, già capace di vincere senza Ibrahimovic in quattro partite di campionato, prima contro Crotone e Spezia e poi nelle ultime due contro Fiorentina e Sampdoria. E quindi Romagnoli e compagni possono ripetersi stasera, in attesa del ritorno del suo totem. Per fare un regalo di compleanno a Pierino Prati e per onorare la memoria di Pablito Rossi, i due eroi del Bernabeu che nessuno può e deve dimenticare. 
     

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