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  • Insigne decisivo anche con i cerotti, ma a Ventura non serviva per il Mondiale...

    Insigne decisivo anche con i cerotti, ma a Ventura non serviva per il Mondiale...

    • Federico Albrizio
    Il gioco del "se fosse" è sempre a perdere per chi decide di parteciparvi, a volte però diventa terribilmente crudele, a tratti insostenibile. Lorenzo Insigne ce la sta mettendo tutta per rispondere a Ventura, che lo ha tenuto fuori dalla partita più importante nella storia recente della Nazionale, quella che poteva proiettare l'Italia verso una rimonta storica contro la Svezia e che invece lascia gli Azzurri fuori dal Mondiale di Russia 2018, come non accadeva da sessant'anni: dopo il gol al Milan il fantasista del Napoli si ripete in Champions League, un'altra picconata alle scelte dell'ormai ex ct.

    DECISIVO CON I CEROTTI - Due partite in tre giorni al San Paolo, due volte su due Insigne si fa trovare pronto, ma la perla contro lo Shakhtar Donetsk per tanti motivi supera anche la rete rifilata a Donnarumma in campionato: prima per qualità (un tiro a giro che si infila sotto l'incrocio dei pali, laddove Pyatov non può nulla), ma soprattutto perché innesca la vittoria che permette alla squadra di Sarri di tenere vive le speranze di riaprire i giochi nel girone F e conquistare una qualificazione agli ottavi che sembrava ormai compromessa. E pensare che questa partita Insigne non doveva neanche giocarla: una contusione al ginocchio rimediata contro il Milan sembrava costringerlo a guardare la partita con lo Shakhtar dalla panchina, ma dopo essersi perso lo spareggio contro la Svezia non poteva perdersi un'altra sfida da dentro fuori. Questa volta no, questa volta doveva esserci: denti stretti, dribbling a rientrare e... il copione è quello già visto tante volte al San Paolo e che anche altri tifosi azzurri, quelli di tutta Italia avrebbero voluto vedere a San Siro. C'era grande fiducia nel brevilineo, già abituato a grandi partite e spesso efficace contro le big (chiedere a vittime illustri come Real Madrid, Manchester City o Borussia Dortmund): esperienza negli impegni più delicati, caratteristica che lo rendeva unico nel pacchetto attaccanti a disposizione della Nazionale. Non per Ventura, che nell'ora della verità ha chiamato in causa tutti, tranne lui. Nessun rancore ha sottolineato poco dopo la notte di San Siro lo stesso Insigne, ma più lo si vede giocare e più i rimpianti crescono nel cuore dei tifosi, costretti a guardare la Russia solo da lontano e ad aspettare (almeno) altri quattro anni per poter respirare nuovamente l'aria Mondiale. Forse con il fantasista del Napoli l'Italia ce l'avrebbe fatta, forse no: un dubbio che non troverà mai risposta certa.

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