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  • Spalletti ha riunito l'Inter e gli interisti

    Spalletti ha riunito l'Inter e gli interisti

    • Pasquale Guarro
    L’Inter di Luciano Spalletti è una squadra diversa, matura, consapevole delle proprie responsabilità. I nerazzurri non perdono occasione per dimostrarlo: prima il derby, poi la partita di Napoli e infine il match contro la Sampdoria. Sette punti in tre partite, ma soprattutto il timbro di qualità su gare che hanno portato in dote una smisurata dose di autostima. Dal San Paolo l’Inter è uscita squadra, ieri sera, invece, ha lasciato San Siro con in tasca la patente per guida veloce, dato che sembra ormai evidente la volontà dei nerazzurri di tenere il passo spaventoso delle big del nostro campionato.

    CARTA D'IDENTITA' - L’Inter questa volta non si rilassa. In passato lo avrebbe certamente fatto. Specie dopo due prestazioni (derby casalingo e Napoli in trasferta) che in un lampo avrebbero generato giustificazioni e sazietà. Spalletti invece ha portato la fame, ma soprattutto il tecnico toscano ha costruito una chiara identità, quello spirito di appartenenza che ha nuovamente richiamato le grandi folle allo stadio. Calciatori che si sentono interisti e interisti che si riconoscono in questi calciatori: una società di calcio non potrebbe augurarsi di meglio. Un connubio, quello tra squadra e tifoseria, che al 90’ di ogni partita si consuma sotto la Curva. All’Inter certe cose non si vedevano da troppo tempo. 

    MI FIDO DI TE - Finalmente è un’Inter di cui potersi fidare, come sostiene spesso il tecnico Spalletti, che evidenzia i meriti dei suoi uomini: “Io lavoro con un gruppo di persone serissime, ognuno di loro sa ciò che deve fare e per questo motivo, per quanto mi riguarda, la sera prima della partita possono anche andare a casa loro a dormire”. Una dichiarazione di fiducia, quella del tecnico toscano, che ben lascia intuire quanto siano lontani i tempi in cui Brozovic veniva estromesso dal gruppo di lavoro per scarso impegno. Chiaro sintomo di come ognuno sia pienamente consapevole del proprio ruolo all’interno del gruppo e di come l’Inter abbia finalmente imparato a riconoscere le insidie.

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