Inter, Cavani e Lukaku sarebbero compatibili?
L’ULTIMO CAVANI - Iniziamo a farlo partendo dall’ultimo gol di Cavani segnato in Ligue 1, contro il Bordeaux. Nel secondo anno di Tuchel l’uruguaiano ha giocato, quel poco che ha giocato (solo 14 presenze in campionato, 4 gol e 2 assist), da prima punta nel 4-4-2. Dunque spesso e volentieri in coppia con Mbappé, in un attacco dinamico nel quale lui dava tendenzialmente più riferimento ai difensori mentre il francese svariava a piacimento. L’attacco dell’area sui cross gli spettava di diritto, insomma.
In questo fondamentale non certo estraneo al gioco di Conte, Cavani ci sa fare assai più di Werner, giusto per fare un nome. Eccolo mentre cambia direzione e passa alle spalle di un centrale difensivo dentro l’area avversaria, prevedendo la traiettoria perfetta del compagno Di Maria.
L’Inter insomma non perderebbe i diversi gol di testa fatti da Lautaro in stagione. Cavani infatti è ancora più centravanti dell’argentino, miglior saltatore, e all’occorrenza potrebbe anche eseguire i compiti dello stesso Lukaku, qualora Conte volesse far rifiatare il belga.
CAVANI SECONDA PUNTA: CON IBRA – Ma all’Inter Cavani non arriverebbe per fare il centravanti puro, bensì per affiancare il gigante Lukaku. Così più che all’esperienza di Napoli che tutti ricordiamo (i mitici tre tenori Hamsik, Cavani, Lavezzi…), occorre guardare agli anni di Parigi passati al fianco di un altro gigante, Zlatan Ibrahimovic. Non erano proprio amiconi stando alle dichiarazioni recenti di Michael Ciani, ex compagno dello svedese ai Galaxy (“La sola persona con cui non andava d’accordo era Cavani”). Questo probabilmente perché l’uruguaiano venne subito spostato sull’esterno da Laurent Blanc, che si ostinava a giocare col 4-3-3. Antipatia a parte, in campo certe combinazioni a due si vedevano lo stesso…
Di fatto Cavani era un falso esterno, più una seconda punta che un’ala. Qui, contro il Reims, lo vediamo attaccare lo spazio su magnifico assist di prima dello svedese.
Questa sotto invece è un’altra partita della stagione 2015/16, la gara di ritorno col Reims. La configurazione provvisoria dell’attacco parigino richiama certe posizioni ricorrenti dell’Inter di Conte: le due punte vicine e una mezzala (quella di sinistra per lo più) che si alza a rifinire nello spazio di mezzo. Verratti pesca tra le linee il Matador.
Cavani fa la sponda d’esterno verso Pastore e intanto si gira per scattare in profondità. Ibra è il riferimento più avanzato su cui si regola la linea avversaria.
Ricevuto il pallone, Pastore avanza in conduzione qualche metro poi scodella. Per chi non si capisce a modo, poiché tanto Ibra quanto Cavani si fiondano sul dischetto famelici.
Lo svedese sfonda, l’uruguaiano s’avventa sullo spiovente e con un balzo segna al volo di destro.
Fatte le dovute differenze tra Ibra e Lukaku, in certi casi è la mole che conta, la fisicità. Con la sua sola presenza e il suo buon carattere, Lukaku permetterebbe a Cavani di ‘approfittarne’ in più di un’occasione, dato che all’uruguaiano killer instinct e tempismo non mancano certo.
CON CHOUPO-MOTING- Con Tuchel, in questa ultima fase della sua carriera, Cavani ha giocato in tandem anche con Choupo-Moting, altro centravanti non proprio piccolo (1,91 m), sempre nel 4-4-2. Vi propongo allora un’ultima situazione di gioco che potrebbe ripresentarsi nell’Inter di Conte, qualora Cavani arrivasse a Milano per affiancare Lukaku nel prossimo anno. Un lancio di un difensore (T. Silva) a superare il centrocampo avversario, in cerca del centravanti-boa-torre (Choupo-Moting).
Notate subito la prontezza di Cavani. Sul controllo di petto del compagno di reparto costretto a ricevere spalle alla porta, lui ha già individuato lo spazio da attaccare. E ci si butta come un rapace.
A quel punto basta mettergliela in favore di corsa che il gol è assicurato. Lo fa Choupo-Moting, può farlo anche Lukaku.