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Inter: il 'carrozzone' appesantisce Eriksen, ecco come sfruttare il danese

Inter: il 'carrozzone' appesantisce Eriksen, ecco come sfruttare il danese

  • Luca Bedogni
    Luca Bedogni
Se mi chiedessero oggi cosa manca all’Inter terza in classifica, direi un po’ di pallore e fantasia. In una parola: Eriksen. Affermarlo così, superficialmente e con un certo gusto per le provocazioni lapalissiane, me ne rendo conto, non basta. Occorre dunque porsi una domanda cruciale: davvero il 3-5-2 non si tocca? Fino a quando potremo ancora credere a un piano-Eriksen, senza considerare adeguatamente i presupposti tattici che lo consentirebbero? Il 3-5-2 di Conte, così come lo abbiamo visto in questa stagione, questo Eriksen non lo regge. E non è tanto una questione di numeri, non è il modulo in sé che è da sbattere via, piuttosto è l’atteggiamento e l’interpretazione di alcune situazioni in fase difensiva che non fanno proprio per il danese. Se alla squadra vengono chieste tutto l’anno certe cose, è chiaro che Eriksen nelle partite chiave (Lazio e Juve) inizia dalla panchina. Perché Eriksen non è Barella. E, attenzione, non è nemmeno Sensi.  
 
IL CARROZZONE - L’Inter, se vuole crescere in Italia e in Europa, se vuole cioè iniziare a sfruttare Eriksen, deve staccare il ‘carrozzone’. Con questo termine non propriamente tecnico -perdonate la licenza - mi riferisco al blocco dei cinque difensori, e in particolare ad alcune dinamiche che li vedono coinvolti. Il loro comportamento infatti richiede inevitabilmente un certo tipo di centrocampo: tre giocatori col vertice basso in costante protezione della linea a cinque. Le ‘false mezzali’, le mezzali ‘pallide’ come Eriksen, rischiano pertanto di diventare un problema. Vediamo subito un esempio di ‘carrozzone’ in movimento. Siamo in Udinese-Inter, la prima del danese in campionato. C’è una ripartenza dei friulani. Mentre la difesa nerazzurra scappa e si ricompone in linea, la mediana si trova in una sorta di 2+1. Eriksen, a cui in attacco viene richiesto di entrare sulla trequarti o comunque alzarsi molto, non può che tornare in ritardo rispetto a Vecino e Barella. Si può accettare la cosa? Succede, ci sta.



Quando il pallone però da Fofana raggiunge Sema e da Sema torna a Fofana, la situazione al limite dell’area comincia ad essere strana. Okay, Eriksen non è un fulmine nei ripiegamenti.



Ma mi spiegate che senso hanno (nell’immagine sotto) cinque giocatori nerazzurri dentro l’area in questo momento? E soprattutto, mi spiegate a cosa serve la diagonalina di Bastoni? Eccolo qui il ‘carrozzone’. Se la difesa si comporta in questo modo, con tale pavore, allora il pallore di Eriksen salta agli occhi. E ci si domanda insoddisfatti: perché il danese non riesce ad arrivare in marcatura su De Paul? Vedete com’è libero De Paul? Soltanto la scelta sconsiderata di Fofana non consente all’Udinese di sfruttare questa debolezza sul lato debole del centrocampo dell’Inter. Ma se Bastoni stesse invece un poco più avanti, spezzando la linea dei cinque e appostandosi quasi nei pressi del 10 argentino? Fofana non avrebbe più quella soluzione di passaggio e Eriksen non verrebbe accusato di lasciare un buco. Questo è senz’altro uno dei motivi per cui l’Inter non è riuscita a passare al 3-4-1-2 con Eriksen trequartista.



IL PASSAGGIO AL 4-3-1-2 CONTRO LA JUVE- Contro la Juve è stato ancora più evidente l’infiacchimento della mediana nerazzurra all’ingresso di Eriksen. Tant’è vero che dopo il 2-0, Conte si è visto costretto a passare dal 3-5-2 al 4-3-1-2, inserendo Gagliardini e spostando il danese sulla trequarti. Guardate cos’è successo nell’azione del gol di Dybala, prima del cambio di sistema. Al lancio di Bentancur, l’Inter è messa male, ma dispone comunque di una certa superiorità numerica potenziale, dato che il pallone è ancora in volo. Si noti che nel centrocampo nerazzurro manca Vecino, la mezzala destra rimasta fuori inquadratura. Resta perciò la coppia Eriksen-Brozovic davanti alla difesa, ovvero la mezzala sinistra e il vertice basso del 3-5-2.



Il lancio taglia fuori Brozovic, il vero filtro dei due. A Eriksen tocca allora una corsa importante, per andare ad accorciare e/o raddoppiare sul duello Dybala-Young. Ci mette troppo. Ma Dybala è da solo contro quanti? Higuain e CR7 sono ancora lontani, c’è il solo Ramsey con cui eventualmente associarsi…



D’accordo, Eriksen non arriva su Dybala. Ma è così grave? Alla fine è ancora un due contro quattro (cinque, se contiamo anche Candreva in linea con la palla). Bastoni allora è costretto a uscire, e interviene in scivolata male, in ritardo. Ma De Vrij e Skriniar cosa difendono precisamente rinculando in quel modo? 



Dopo ovviamente uno può guardare Eriksen che si ferma e non segue Dybala. Ma il danese non ce l’ha dentro quella roba lì. A me resta impressa piuttosto l’inutilità in copertura dell’‘uomo in più’ Skriniar in tutto ciò. Questo indietreggiare programmatico, come se arroccarsi in area fosse sempre e comunque la soluzione di tutti i mali. Ecco la dimostrazione del contrario.  



In conclusione, Eriksen potrà certamente giocare nei tre centrocampisti del 3-5-2 (vedi Luis Alberto nella Lazio…), a patto però che l’atteggiamento difensivo dell’Inter cambi non dico radicalmente ma quasi. Il danese infatti ha bisogno di essere sgravato, protetto; e non solo dal suo reparto. Va ripensato il carrozzone.   

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