Inter, era pronta la controffensiva alla causa di Icardi: dalla chat ai rifiuti di allenarsi, caso chiuso
LA DIFESA - Icardi aveva chiesto all'Inter il reintegro in rosa con tanto di indennizzo economico di non meno di 1,5 milioni di euro. L'Inter avrebbe dovuto presentare ieri al collegio arbitrale la propria difesa. Una difesa che viene svelata dal Corriere dello Sport e da Repubblica che sottolineano alcuni punti su cui l'Inter si sentiva in posizione di vantaggio anche sull'esito del processo che non si farà più.
I RIFIUTI IN ALLENAMENTO - Icardi lamentava nella sua richiesta di essere stato messo fuori rosa dalla società e a supporto di tale tesi portava argomentazioni legate alle sedute di allenamento in cui lui veniva costantemente escluso dalle sedute tecnico/tattiche. L'Inter però avrebbe sottolineato che fu lui ad autoescludersi,prima chiedendo l’autorizzazione a non partecipare alla tournée in Asia, poi mentre il suo avvocato Giuseppe Di Carlo inviava diffide Icardi si rifiutava di prendere parte agli allenamenti di gruppo pretendendo di lavorare solo in palestra, decisione comunicata a Oriali e al dottor Corsini.
CHAT E SPOT - Fra i vari punti citati da Icardi c'era anche l'esclusione dalla chat societaria e dagli shooting pubblicitari. La posizione del club, tuttavia, è opposta e sottolinea come Icardi fosse stato incluso nella prima campagna pubblicitaria e che la chat di squadra fosse stata creata solo per la tournée in Asia a cui non ha preso parte per sua volontà e solo dopo, quando l’inter è rientrata, il giocatore è stato reinserito.
Mentre il suo avvocato Giuseppe Di Carlo inviava diffide (l’11 e il 15 agosto, a cui l’Inter ha sempre risposto) chiedendo il reintegro negli allenamenti, Icardi si rifiutava di prendervi parte.