Inter, Gabigol non è una mascotte

Contro il Bologna, proprio dove Ronaldo aveva esultato per la prima volta in nerazzurro, Gabigol si prende la sua rivincita. A distanza di vent’anni, quindi, il Dall’Ara battezza un altro brasiliano, che fino ad oggi aveva visto tante panchine e poco campo.
NO AL PRESTITO - Gabigol ha sopportato in silenzio, bravo nel tenere botta, soprattutto quando a gennaio la società gli ha fatto chiaramente intendere che in Italia qualche formazione meno prestigiosa lo avrebbe atteso a braccia aperte. Meno blasone, ma qualche minuto in più. L'ex Santos ha detto no, ha aspettato il proprio momento, convinto che potesse avere voce in capitolo nonostante le avversità iniziali.
NON E' UNA MASCOTTE - Soddisfazioni che, si spera, potrebbero ulteriormente aumentare nel tempo. Perché Palacio sembra ormai alla fine di una gloriosa parabola e vederlo arrancare in campo è doloroso per tutti. Una chance da titolare per Gabigol era plausibile oggi e lo sarà anche in futuro. La prima gioia dell'ex Santos nasce vergine al Dall'Ara e chissà se oggi, per una volta, Moratti potrà fare a meno di pensare a Gabriel Jesus, con la certezza che Gabigol non è solo una mascotte.