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  • Inter, gli eroi del Triplete: 'Amate la maglia, uniti si può vincere il derby col Milan anche in 9 contro 11'

    Inter, gli eroi del Triplete: 'Amate la maglia, uniti si può vincere il derby col Milan anche in 9 contro 11'

    Gli eroi del triplete 2010 parlano alla Gazzetta dello Sport per caricare l'Inter in vista del derby di domenica sera a San Siro contro il Milan. 

    MILITO - "Di sicuro il senso di responsabilità devi mostrarlo in ogni allenamento, in ogni partita. Non soltanto contro il Milan. Detto questo però non posso credere che ci sia un problema di scarso attaccamento alla maglia, anche perché ogni periodo ha i suoi giocatori e la sua storia. Stiamo comunque parlando di una squadra quarta in classifica. Gattuso ha trasmesso ai suoi anche importanti concetti di gioco, ma soprattutto rabbia e carattere. In fondo è lo stesso Gattuso che affrontavo in campo. Il derby però è davvero una partita a sé. E la concentrazione non potrà mancare". 

    MATERAZZI - "Cosa deve fare l’Inter per vincere il derby? Fare quello che sta facendo Gattuso, mettere in campo cuore, passione e competenza. Tutte cose che l’Inter ha dimostrato di avere e che non può avere perso. Anche per questo, al di là degli aspetti tattici, se fossi Spalletti farei vedere ai ragazzi il video di Inter-Chievo 5-0. Così ciascuno si renderebbe conto di quanto allora era generoso, sicuro e spavaldo. Bisogna ritrovare grinta e compattezza. Giocare di squadra? In un derby è impossibile non farlo. E vista la situazione ambientale con i tifosi, il fatto che si giochi in casa del Milan può essere un vantaggio. Anche perché in tribuna ci saranno gli interisti migliori, quelli che ti sostengono per 90’ e nel caso fischiano a gara finita. L'uomo derby? Icardi o un difensore. Vero che la retroguardia del Milan è cresciuta parecchio rispetto all’andata, ma Mauro è Mauro. La zona del campo che potrà indirizzare la sfida credo siano le fasce". 

    CORDOBA - "Le partite molto spesso si decidono a centrocampo, anche se al momento non è chiaro come Spalletti schiererà la squadra. Ma la vera chiave sarà la concentrazione sulle palle da fermo. Anche contro il Benevento sembrava impossibile che l’Inter segnasse, invece in due minuti su corner e punizione è arrivata la svolta. L’Inter deve ritrovare se stessa. La qualità nei primi mesi di campionato si è vista. Allora c’erano fame, compattezza, idee chiare su cosa fare in campo. I giocatori devono amare questa maglia, avere chiaro che essere all’Inter è un punto di arrivo dopo mille sacrifici. Una fortuna che capita a pochi. Lottare per tornare in Champions già di suo è sbagliato. Bisogna avere in testa soltanto la vittoria. Poi magari non arriva, ma la mentalità deve essere quella. Anche perché il tifoso ti perdona un passaggio sbagliato, ma se invece non lasci tutto in campo... Nei momenti difficili dei mesi del Triplete chi scuoteva il gruppo? Tutti e nessuno, ci si chiudeva nello spogliatoio, si parlava e poi ognuno ne rispondeva a se stesso. Ma certe responsabilità uno deve volerle, non temere di esserne schiacciato". 

    PANDEV - "Se sei una squadra unita puoi anche vincere un derby in 9. Mourinho nell’intervallo, ancora sull’1-0 e in dieci, ci disse che anche se ce ne avessero espulso un altro l’avremmo vinta. Andò proprio così! In quella stagione, nei momenti di crisi ci chiudevamo nello spogliatoio. Parlava Zanetti o chi capitava e ne venivamo fuori con la forza del gruppo e l’umiltà. L’Inter è una delle grandi mondiali, quella maglia pesa, devi sentirla fino in fondo. Sempre. E se dai tutto, quei tifosi speciali ti sanno trasmettere una carica incredibile. Altrimenti ti prendono di mira. E visto il momento credo che giocare in 'trasferta' sia meglio. Se vai in campo arrabbiato e concentrato poi Dio ti aiuta. Lo si è visto proprio in Genoa-Inter, ma al contrario anche in Bologna-Genoa. I ragazzi di Spalletti comunque devono stare tranquilli, anche per il vantaggio in classifica. Hanno tutti i mezzi per vincere il derby. E a quel punto la Champions non gliela toglie nessuno". 

    CHIVU - "L’Inter del Triplete aveva ben chiaro quali erano i punti di forza e quali le debolezze. Nei momenti di difficoltà ne uscivamo con la testa. Avevamo personalità, non ci spaventava nulla. Non credo che in questa Inter manchi l’attaccamento. Se arrivi in un club così hai già dimostrato tanto, compreso di essere un professionista. Però l’Inter è una realtà particolare e devi avere voglia di capirla con il giusto impegno in ogni allenamento. Perché questo è quello che poi porti in partita. L’Inter ora ha degli evidenti blocchi mentali, ma con una vittoria nel derby tutto passerà. Il problema però è giocare anche le gare successive come se fossero un derby! Ma se ne esce soltanto tornando a giocare come un blocco unico, senza anteporre l’interesse o la giocata personale a quella del gruppo. Quella di domenica è la partita ideale per tornare a far battere il cuore". 
     

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