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  • Inter, se svolta Brozovic ti porta lo scudetto

    Inter, se svolta Brozovic ti porta lo scudetto

    • Pasquale Guarro

    È a Milano dal 2015 ma in città (e non solo) non ce n’è uno che all’esterno del gruppo di lavoro di Appiano abbia realmente compreso la vera natura di Marcelo Brozovic. Nel corso degli anni il croato ha mostrato mille volti di sé: irritante ma generoso, irascibile ma simpatico. Uno che spesso è sembrato ai margini dell'Inter eppure nessuno come lui è così centrale nell’economia del gioco dell’intera squadra. Brozovic è un paradosso continuo e forse sarà anche per questo che Antonio Conte è esploso in una fragorosa risata quando gli abbiamo chiesto se abbia mai avvertito il desiderio di entrare per qualche secondo nella testa del centrocampista. 

    Chissà cosa troverei lì dentro, avrà fantasticato Conte riflettendo sulla complessità di una personalità così mutevole. Ma seppur breve, un giro, il tecnico salentino, lo farebbe. Per capire ancora meglio quali corde stimolare affinché Brozovic compia il salto di qualità definitivo. Con Conte è un giocatore diverso, più motivato, meno fumoso, ma con ancora margini di miglioramento: “È vero, a volte si arrabbia quando tocca meno palloni ma a me interessa che tocchi quelli giusti e stiamo lavorando anche sul giusto posizionamento”. 

    È questo l’ultimo passo verso l’élite, il pezzo mancante del puzzle che completerebbe definitivamente la maturazione di un calciatore che negli anni ne ha sempre dovute superare di tutti i colori per affermarsi. Non tutti gli avversari sono disposti a lasciargli spazio e tempo per l’impostazione, ma Brozovic riuscirà con intelligenza a ritagliarsi le giocate giuste anche tra le difficoltà, diventerà ancora più prezioso. Conte ci spera e lavora per farlo crescere anche sotto questo aspetto, intanto ce lo racconta per come nessuno era riuscito a vederlo.

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