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  • Inter, se i meriti sono di Inzaghi come dice Marotta, il contratto gli andava rinnovato dopo Istanbul

    Inter, se i meriti sono di Inzaghi come dice Marotta, il contratto gli andava rinnovato dopo Istanbul

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Il comportamento della dirigenza interista - per il resto meritevole di ogni lode - è leggermente contraddittorio. Come accaduto anche ieri pomeriggio, Marotta, con onestà e sincerità, ha riconosciuto a Simone Inzaghi tutti i meriti dei quattro trofei conquistati in due anni, oltre che la finale di Champions League, persa di misura, con il Manchester City. Tuttavia l’allenatore comincia la sua terza stagione consecutiva all’Inter, con il contratto in scadenza nel 2024 e una semplice opzione per rinnovarlo per l’anno successivo.

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    Ora la domanda è la seguente: non sarebbe stato il caso di estenderlo in modo inequivocabile fino al 2025? E se sì, come aveva ricordato Zhang un mese fa dicendo che Inzaghi sarebbe rimasto a lungo, che cosa si aspetta per procedere? O meglio, come mai non si è trovato il tempo per rinnovare il contratto e, magari, adeguarlo dal punto di vista delle cifre?

    La sensazione, non sempre piacevole, è che Simone sia un allenatore gradito fino ad un certo punto. Per esempio, tanto per capirci, fino a quando non vincerà uno scudetto con la squadra nerazzurra. In fondo, la colpa che gli addossano una parte dei tifosi interisti e della critica più radicale, è di avere buttato il campionato di due anni fa e di non essere mai stato in corsa per quello dell’anno scorso. Non che queste osservazioni siano prive di fondamento, ma pensavo che essersi guadagnato la finale di Champions, e l’aver messo alla frusta il City campione di tutto, potesse garantire un’ulteriore apertura di credito per l’allenatore. Costretto a ribadire - come se non fosse del tutto ovvio - che l’obiettivo è lo scudetto. Per puro dovere di cronaca, ricordo che Luciano Spalletti, il primo l’ha conquistato a 64 anni, dopo aver allenato, tra le altre, Roma (due volte) e, guardacaso, proprio l’Inter. Dove molti lo consideravano inadeguato, per non dire di peggio.

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