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  • Inzaghi-Cellino, dall'armadietto svuotato alla clausola anti-esonero: Brescia nel caos, la ricostruzione

    Inzaghi-Cellino, dall'armadietto svuotato alla clausola anti-esonero: Brescia nel caos, la ricostruzione

    Esonerato da terzo in classifica? No, grazie. Pippo Inzaghi non ci sta, e quando Cellino decide di mandarlo via nonostante il terzo posto del Brescia, lui lo dribbla come uno dei mille portieri contro cui ha giocato. In pochi giorni il presidente ha fatto dietrofront per evitare una battaglia legale contro l'allenatore che avrebbe potuto impugnare una clausola. 

    L'INCONTRO - Inzaghi però è un allenatore - come lo era da giocatore - che vive di emozioni e ragiona col cuore, così ha messo da parte il contratto e nella giornata di ieri è andato in sede per chiarirsi con il presidente. Tutto rientrato, almeno sembra. Pippo ha diretto l'allenatore e sta preparando la prossima gara di campionato contro l'Alessandria. Niente esonero, per ora. Ma Cellino è una scheggia impazzita nel mondo del calcio, è capace di tutto e gli ultimi quattro giorni che ha vissuto il Brescia sono da aggiungere al suo curriculum già pieno di colpi a effetto. 

    DIVERGENZE - Tutti si sono chiesti perché esonerare Inzaghi con la squadra terza in classifica. A spiegare i motivi è stata La Gazzetta dello Sport, secondo la quale tra i due non c'era intesa sul mercato: Pippo voleva giocare d'esperienza, Cellino giovani da far crescere per poi rivenderli. Inzaghi vuole vincere, il presidente pensa (anche) a fare cassa. Strategie diverse, eppure il Brescia sta lì. Partito senza grandi pretese, se la sta giocando con squadre già pronte per salire subito in A. 

    LO SWITCH - Lo 0-0 col Cosenza però ha mandato Cellino su tutte le furie. Il presidente ha perso la pazienza comunicando l'esonero di Inzaghi anche alla Lega B e al Settore Tecnico. Tanto che era già pronto il sostituto: si trattava di Diego Lopez, uomo di fiducia del presidente che è ancora sotto contratto fino a fine stagione. Inzaghi svuotava l'armadietto, Lopez aveva già mandato un collaboratore del suo staff a seguire l'allenamento diretto dall'allenatore della Primavera. Insomma, l'iter del passaggio di consegne era quasi concluso. Pippo però tira fuori quella famosa clausola: "Le parti convengono che il tecnico non potrà essere esonerato nel caso in cui la squadra si trovi nelle prime 8 posizioni". Non è stato questo a bloccare l'esonero di Inzaghi però, ma gli eventuali risarcimenti che sarebbero spettati all'allenatore. 

    IL RUOLO DEL DS - In questa storia è stato decisivo il ruolo del direttore sportivo Francesco Marroccu, il dirigente che ha organizzato l'incontro chiarificatore di ieri: Cellino ha ribadito a Inzaghi cosa non lo convince del suo Brescia, l'allenatore ha replicato di non volere impugnare la clausola ma continuare a lavorare sul campo riportando la serenità in squadra. Stretta di mano e via, si riparte. Con Pippo Inzaghi in panchina.

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