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  • Inzaghi ha riserve da scudetto, Pioli no: l'Inter cerca il sorpasso prima del derby

    Inzaghi ha riserve da scudetto, Pioli no: l'Inter cerca il sorpasso prima del derby

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    La prova di fuga incomincia oggi alle 19. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, in questo caso quello che bagna La Spezia. Lì, contro la squadra allenata da Thiago Motta, uno degli eroi nerazzurri del "triplete" del 2010, l'Inter ha la grande occasione di tornare da sola in testa alla classifica almeno per un paio d'ore, a prescindere dal discusso asterisco del recupero. 

    Il Milan, che invece in testa ci vuole rimanere, scenderà in campo alle 21, guarda caso contro un'altra squadra ligure, il Genoa, e se otterrà lo stesso risultato dell'Inter tutto rimarrà come prima. Anche se per poco, però, il successo garantirebbe ai campioni d'Italia il ritrovato piacere del primo posto solitario smarrito due mesi fa, alla sesta giornata di ritorno, il 13 febbraio scorso, quando Handanovic e compagni pareggiarono 1-1 a Napoli e vennero scavalcati dal Milan che vinse in casa contro la Sampdoria, terza squadra ligure guarda caso. 

    Rilanciata dal sofferto 1-0 contro la Juventus e dal più convincente 2-0 contro il Verona, la prima Inter di Simone Inzaghi sembra pronta per lo sprint finale, tornata favorita secondo i pronostici generali. Un nuovo rallentamento, quindi, sarebbe imperdonabile. Per questo, visto che da oggi al primo maggio i nerazzurri giocheranno cinque partite, compreso il derby di coppa Italia di martedì e il famoso recupero a Bologna, una in più quindi rispetto al Milan e due in più rispetto al Napoli, Inzaghi sta pensando a un opportuno turnover. 

    D'Ambrosio e Darmian sulla fascia destra, tra il terzetto difensivo e il quintetto di centrocampo, non rappresenterebbero più una novità assoluta ma una certezza alternativa. Diverso, invece, è il discorso che riguarda il possibile impiego di Gosens sulla fascia sinistra al posto di Perisic, tra l'altro il migliore contro il Verona, e la conferma di Correa, già titolare la settimana scorsa, stavolta probabilmente al suo fianco di Lautaro e non più di Dzeko. 

    L'attaccante argentino, pupillo di Inzaghi che lo valorizzò alla Lazio, e il centrocampista tedesco arrivato a gennaio dall'Atalanta, sono due nuovi acquisti saliti sul carro dei vincitori di Conte, ancora più affamati di successo, se possibile, dei loro compagni protagonisti nel campionato scorso. Più freschi mentalmente, ma soprattutto fisicamente, anche se Gosens sta recuperando dopo la lunga sosta, potrebbero essere proprio questi due panchinari il valore aggiunto per la corsa scudetto, a dimostrazione del fatto che l'organico nerazzurro allestito da Marotta e Ausilio è davvero extralarge, per quantità e qualità. Ripensare, per credere, ai problemi che ha avuto recentemente Pioli, inutilmente alla ricerca di nuove risorse da pescare in panchina. 

    In fondo, anche se ultimamente sembra finito in castigo, un altro jolly, il cileno Sanchez, ha firmato allo scadere dei tempi supplementari il gol contro la Juventus che ha regalato all'Inter la Supercoppa, primo trofeo della stagione. Adesso tocca a Correa e Gosens, due alternative di lusso per inseguire la seconda stella. E allora non rimane che attendere la prova di fuga di oggi. Perché a prescindere da quanto faranno il Milan due ore più tardi e il Napoli lunedì, l'Inter è obbligata a vincere a La Spezia. Senza aggrapparsi a nuovi alibi e vecchi asterischi. 
     

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