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  • Inzaghi: 'Milan come la Juve. Sarei andato al Napoli, ecco i miei eredi'

    Inzaghi: 'Milan come la Juve. Sarei andato al Napoli, ecco i miei eredi'

    L'allenatore del Venezia, Filippo Inzaghi ha dichiarato in un'intervista al Corriere dello Sport: "Il tecnico più importante della mia carriera è stato Ancelotti, che mi ha allenato per più di dieci anni. E sappiamo tutti Ancelotti che persona sia… Ma ringrazio tutti gli allenatori che ho avuto: mi hanno fatto amare questa professione. Io non ho mai mancato di rispetto all'allenatore, non ho mai mandato a quel paese qualcuno perché mi aveva cambiato o lasciato in panchina. Questa è una cosa importante in un rapporto tra giocatore e allenatore". 

    "Il gol più bello? Sicuramente quello di Atene: segnare in una finale di Champions e vincerla, per un attaccante è un sogno. Per dieci notti non ho dormito. Non mi era mai capitato e sta a significare l'emozione che avevo provato. Anche se devo dire che nel 2007 ho avuto la fortuna di fare due gol ad Atene, un gol a Montecarlo e due gol a Yokohama. Cinque gol nelle tre finali, un'impresa unica. Ne sono orgoglioso, perché non lo ha mai fatto nessuno nella storia del calcio. Quello è stato un anno magico. Se poi pensiamo che avevo trentaquattro anni… A volte, adesso, a vent'anni i giocatori si sentono vecchi". 

    "Sarei andato a Napoli molto volentieri, ma nel calcio non si può mai sapere quello che può succedere e come sarebbe stata la carriera. Rinunciai non per Boskov, ma perché, la sera della decisione da prendere, si giocò il ritorno, a Parma, della partita con l'Halmstad. All'andata in Svezia avevamo perso 3-0 e il  ritorno si presentava proibitivo, sulla carta. Ma io feci gol dopo quaranta secondi e vincemmo 4 a 0. Quella sera la società del Parma decise di non mandarmi più a Napoli. La verità è tutta qua, non ci sono altre cose". 

    "Quando ho allenato il Milan sono stati anni difficili per tutti, però devo dire che quei mesi mi sono serviti molto e mi serviranno molto, nella mia carriera. Mi hanno convinto di poter fare questo lavoro: in una stagione complicata abbiamo tenuto il gruppo unito fino all'ultima partita e le ultime quattro  le abbiamo vinte. Mai nessun giocatore mi ha mancato di rispetto, nonostante fossi un allenatore giovane. Questo mi ha dato grande convinzione nei miei mezzi per cui, dopo,  aspettavo solo di ripartire, di poter fare quello che mi piace nel modo giusto. Quello che sta accadendo a Venezia". 

    "Da fuori è difficile parlarne, io posso dire che secondo me il Milan ha fatto un'ottima campagna acquisti e c’è bisogno di un po' di tempo per amalgamare. E' chiaro che in Italia di tempo ce ne è sempre poco, ma mi auguro che venga concesso perché gli acquisti sono stati importanti e Montella è un ottimo allenatore. A volte, per far ripartire dei cicli, ci vuole un po' di pazienza. Così fece la Juve all'inizio e poi vediamo cosa ha fatto in questi anni". 

    "Mio fratello Simone sta facendo qualcosa di straordinario perché è molto preparato, va a Formello alle otto di mattina e va via alle otto di sera. La società gli ha dato fiducia, ha preso dei giocatori importanti e lui sta facendo bene. Io sono contento perché lei sa benissimo che quando un allenatore è giovane, soprattutto da noi, non si vede l'ora di dire che non ha esperienza, e, sotto sotto, si spera che fallisca. Per cui sono contento che Simone abbia fatto bene e abbia dimostrato come quello che si fa per vent'anni da calciatore ti possa servire per eccellere". 

    "Venezia in Serie A? Lo spero. Ma so che è  un sogno e non dobbiamo pensarci perché faremmo un grande errore. Io nel contratto ho solo il premio salvezza, per cui penso che i nostri obiettivi siano ben chiari anche perché il Venezia due anni fa veniva da un fallimento. Quello che ha fatto il Venezia, questo presidente, questa società è qualcosa di straordinario. Poter essere i rompiscatole della serie B penso sia già un gran bel traguardo. Poi quest'anno è una serie B complicatissima, la classifica è molto corta. Noi dobbiamo arrivare presto a cinquanta punti. Poi, da lì, vedremo…". 

    "Il nuovo Inzaghi? E' difficile fare paragoni perché ognuno è se stesso. Devo dire che il parallelo fatto da Simone tra me e Immobile mi piace. Immobile ha caratteristiche sue, però mi pare ci unisca la grinta, la determinazione. Immobile lotta su ogni palla, cerca il gol in ogni modo, vorrebbe spaccare la porta. L'altra sera con il Cagliari, sul 2-3, rincorreva un giocatore del Cagliari al limite della propria area. Ecco questo è un bello spot per il calcio, per i giovani, per la Lazio. Immobile è un po' come Belotti o Cutrone del Milan: in loro vedo cattiveria, gioia di giocare, si vede che amano la propria professione. Queste sono cose belle da vedere". 
     

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