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  • Jovanotti pedala: no a concerti in streaming. Idea drive-in, la musica chiede i bonus spettacolo

    Jovanotti pedala: no a concerti in streaming. Idea drive-in, la musica chiede i bonus spettacolo

    • Vanni Paleari
    Immaginate il concerto più emozionante al quale siete stati. Ora ripensate alle emozioni che vi ha dato quel particolare assolo o quel coro liberatorio da gridare tutti insieme. Trasportate il vostro pensiero sulla vittoria sportiva più sentita, quella che vi ha fatto abbracciare forte e volervi tanto bene. Tutto questo collettivo sollievo per l'animo e la mente in questo momento purtroppo è necessariamente in stallo. E il discorso si può estendere al cinema, al teatro, ai musei, a tutto quella parte di beni considerati non primari ma che, alla lunga, in certi momenti della vostra vita sono stati quantomeno necessari. Tutto ciò rimarrà fermo per un bel po'. E purtroppo a fermarsi non saranno solo le nostre emozioni e un po' di sollievo per le nostre beghe quotidiane. 

    A fermarsi sarà tutto un mondo di indotti che sta già mettendo sul lastrico centinaia di migliaia di lavoratori che, per garantirci quelle emozioni, operano da anni dietro ai grandi nomi o eventi, aggrappati a contratti già di per sé precari. Solo per i concerti sono previsti 350 milioni di euro di perdite, con in aggiunta un danno per autori ed editori stimato da Siae in circa 200 milioni di euro per il 2020. Un'enormità, se si pensa che per il calcio italiano si stimano invece perdite di 300 milioni (se ripartisse il campionato a porte chiuse) o di quasi 800 milioni se si fermasse definitivamente la stagione in Serie A. 

    Il tutto con ripercussioni a cascata sulla filiera che sta dietro ai grandi nomi: tecnici del suono e luci, montatori, make-up artists. Ma anche insegnanti di musica, artisti emergenti o band che suonano la sera nei piccoli locali. Insomma si parla tutti quei lavoratori dello spettacolo che in questo momento si trovano lontani dalla possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali. Le principali associazioni della filiera si stanno muovendo in questi giorni per chiedere al Governo fondi di emergenza e sgravi fiscali: su tutte la possibilità dell'estensione della durata dei voucher a 18 mesi per i concerti annullati, un bonus cultura per le famiglie e l'Iva al 4% per lo spettacolo. 

    Sono tante le campagne attive per sensibilizzare sull'argomento, le principali sono partite dal web: una con l'hashtag #seiconoi, firmata tra gli altri da Tiziano Ferro, Laura Pausini, Giorgia, Fiorello, J-Ax, Brunori Sas, Zucchero, Vasco Rossi e Ligabue e l'altra a firma Lavoratori dello spettacolo, che ha tra i testimonial principali Claudio Bisio e Bebo dello Stato Sociale. Tutti uniti nel chiedere certezze al premier Giuseppe Conte su iniziative e proposte nelle modalità di ripresa in Fase 2, per quella parte della filiera che con ogni probabilità sarà l'ultima a rimettersi in moto. 

    Il ministro Franceschini ha spiegato alla Camera: "Mi piacerebbe poter indicare le date di riapertura di concerti, teatri e cinema. Ma oggi non siamo in condizione di farlo, dipende dall'andamento dell'epidemia. Nessuno verrà dimenticato, abbiamo firmato un decreto da 20 milioni di euro per il mondo dello spettacolo escluso dal Fondo unico per lo spettacolo". 

    Azioni di Governo a parte, sono al vaglio anche proposte alternative da parte di aziende del settore per continuare a rendere fruibili gli eventi dal vivo in modalità Covid-safe. L'ultima in ordine di tempo prende è il concerto in formato drive-in. Prende spunto da quanto avvenuto in Norvegia lo scorso primo aprile, dove la band hip-hop Klovner i Kamp si è esibita in un parcheggio, con gli spettatori all'interno di più di 200 autovetture. L'esportazione del modello anche in Italia è in fase avanzata di realizzazione con un progetto che si chiama Live Drive-in, ideato da Utopia Srl, Zoo Srl, Italstage e 3D Unfold, aziende di produzione, allestimento e progettazione di grandi progetti. Per la location si pensa ad aree molto vaste, come ad esempio Linate oppure l'ex area Expo a Rho Fiera. La proposta drive-in è al vaglio anche nel mondo del calcio, ma per ora se ne sta parlando solo in Danimarca. Non sarà certo un ritorno alla normalità, ma la speranza è che il buon vecchio drive-in possa rappresentare un ottimo viatico per farci sentire ancora emozioni collettive grazie a sport e spettacolo. 

    Intanto ci si può distrarre guardando la tv. Su RaiPlay è visibile una performance di Zucchero che, a Roma in una piazza del Colosseo deserta di notte, ha eseguito l'inedito "Canta la vita" tratto da "Let Your Love Be Know" di Bono Vox. 
    Sulla stessa piattaforma da domani (venerdì) sarà disponibile "Non voglio cambiare pianeta", un documentario in 16 puntate da 15 minuti ciascuna sul viaggio sudamericano in bicicletta di Lorenzo Jovanotti. Il quale, con 20 chili di bagaglio, ha pedalato per due mesi percorrendo 4mila chilometri da Santiago del Cile a Buenos Aires in Argentina: 60 ore di girato con un iphone e una Gopro. 

    Questa avventura non gli ha permesso di rispondere all'invito degli amici Fiorello e Amadeus al Festival di Sanremo. L'occasione potrebbe ripresentarsi l'anno prossimo, ma Jovanotti frena: "Non ne ho la più pallida idea. Intanto questo momento è un dramma per i lavoratori legati agli spettacoli dal vivo, mi dicono che al massimo arriviamo a settembre e poi sarà il panico. Sono entusiasta delle novità, ma l'idea di concerti in acustico su Instagram mi avvilisce. La musica viaggia fra le persone, non fra te e le casse del computer. La musica cambierà per forza, mi piacerebbe scrivere la canzone della ripartenza, del nuovo mondo. Questo mio viaggio potrebbe essere una specie di tutorial per la fase 2, attraverso paesaggi meravigliosi mantenendo la distanza di sicurezza. Avevo pensato di farlo in Italia ricordando Mogol e Battisti a cavallo, ma avrei la coda di gente. La musica e la bici sono simili: più ci sei dentro e più ti vedi da fuori, più ti concentri e più la testa prende direzioni inattese. Sono un appassionato maniacale di ciclismo, quest'anno mi mancherà da morire il Giro d'Italia". 

    Intanto virtualmente si corre per la maglia rosa, sulle spalle dell'Astana che guida la classifica generale davanti all'Androni e all'Italia. Ieri Matteo Spreafico ha vinto la seconda delle 7 tappe in programma. Oggi sono in gara anche delle vecchie glorie come Basso, Bartoli e Ballan oltre ai quasi 8mila amatori iscritti. 
     

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