Juve, Allegri e Cherubini si erano dimessi: il retroscena

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Il terremoto in casa Juventus ha rischiato di toccare anche il lato tecnico. Tradotto, Max Allegri e Federico Cherubini, allenatore e direttore sportivo del club bianconero. Secondo un retroscena svelato dalla Gazzetta dello Sport, i due ieri sera avrebbero fatto capire all’ormai ex presidente Andrea Agnelli che anche loro erano pronti a lasciare e a rassegnare le dimissioni insieme a tutto il cda. LA RICHIESTA - Agnelli ha detto "No". Dimissioni respinte, con rilancio. L'ex presidente avrebbe chiesto ad Allegri e Cherubini non solo di continuare, ma di chiudere la stagione in corso con un trofeo. Per ricompattare un ambiente scarico. Un tema, quello della continuità dal punto di vista dell’area sportiva, condiviso e fortemente sentito anche da John Elkann.
GIRI DI CHIAMATE - Così, dopo il caos, ecco il ritorno all’ordine. Come spiegato dalla Gazzetta, Cherubini e Allegri avrebbero chiamato personalmente tutti i giocatori per rassicurarli, dopo un primo incontro con il nuovo dg Maurizio Scanavino. Una serie di telefonate per chiarire che la situazione era ed è sotto controllo, evitando allarmismi e soprattutto caricando la truppa in vista del ritorno in campo, che avverrà nelle prossime settimane.
Per carità, io sono per la libertà d'espressione a patto che ci sia rispetto reciproco e che si motivino le risposte in modo eticamente corretto. Sul discorso degli infortuni di Di Maria, è arrivato l'8 luglio, a ritiro iniziato e per un giocatore della sua età è sicuramente un problema, mentre per Pogba il problema al ginocchio era noto e andava operato, abbiamo pagato soprattutto la testardaggine del giocatore che alla fine ha dovuto anche rinunciare al mondiale. Che la preparazione abbia dei problemi è piuttosto evidente, dall'altra parte non è Allegri in prima persona a occuparsene, come non se ne occupa nessun allenatore a questi livelli, ma c'è il Responsabile Preparazione Atletica che coordina lo staff di preparatori, e attualmente quell'incarico è ricoperto da Simone Folletti, che è una persona che è estremamente preparata e considerata nell'ambiente uno dei migliori preparatori atletici italiani, con numerosi premi e riconoscimenti per il suo lavoro, quindi il problema non credo sia dovuto al personale che se ne occupa. Piuttosto, credo che quest'anno sia dovuto principalmente alla scelta della dirigenza di organizzare una tourneé negli Stati Uniti in piena preparazione, una scelta di certo vantaggiosa sul piano del marketing, che però si paga in termini di preparazione atletica. Per dire, il Napoli ha iniziato il campionato alla grandissima con un rendimento mostruoso, ma il ritiro precampionato l'ha fatto a Castel di Sangro. Poi per carità, torno a ripetere: Allegri ha fatto degli errori. Secondo me ha sbagliato a incaponirsi più del dovuto sul 4-4-2 fluido, perché era evidente che la squadra con quell'assetto non si sentiva a suo agio, e questo suo errore credo che abbia contribuito a minare le certezze di un organico che già di suo presenta dei limiti sia per alcune carenze in alcuni reparti sia perché credo che questi giocatori non siano tutti all'altezza di lottare per uno scudetto, nemmeno in un campionato alla deriva come la Serie A italiana. Dall'altra parte, non posso fare a meno di constatare che è stato capace di tornare sui suoi passi e di trovare un assetto tattico che ha permesso di riportarci dalla metà classifica al terzo posto in 6 giornate vincendo con pieno merito 2 scontri diretti. Purtroppo credo anche che si sia lasciato coinvolgere troppo dalla diatriba tra la sua visione e quella di Adani, prendendola sul personale e inasprendo le sue posizioni più di quanto non avrebbe fatto se non fosse stato bersagliato così duramente, ma per fortuna ha avuto anche l'intelligenza di fare mente locale e correggere il tiro. Per dire, per me la partita contro la Lazio l'ha vinta la capacità di Allegri di richiedere ai propri giocatori un certo tipo di approccio alla gara, lasciando alla Lazio il pallone senza permettergli di intessere le proprie trame offensive, e per me quella partita rappresenta una delle possibili definizioni di "lezione di calcio". 3-0 contro una Lazio in forma che non è mai stata pericolosa in 90 minuti. Poi ha sbagliato altre partite, in particolare abbiamo fatto schifo in Champions e questo è stato un tremendo peccato, ma c'è anche da dire che la nostra squadra non è assolutamente attrezzata per competere a quei livelli, anche a causa di scelte fatte dalla dirigenza negli anni.
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