Juve, Conte è il favorito se Allegri dice sì agli arabi. Tudor è la seconda scelta
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LA SITUAZIONE - Ad oggi a calciomercato.com Allegri risulta ancora intenzionato a restare alla Juventus, a cui è legato da un contratto fino al 30 giugno del 2025 a sette milioni a stagione più bonus, così come inalterata risulta la volontà del club bianconero di proseguire con il tecnico livornese, se non altro per questioni di bilancio. Allegri sta lavorando costantemente con la dirigenza per programmare il mercato e costruire una squadra "a sua immagine e somiglianza", e anche lo staff sembra destinato ad avere la sua "impronta", con l'approdo a Torino ormai imminente di Francesco Magnanelli.
LO SCENARIO: SE MAX ACCETTA JUVE SU CONTE O TUDOR - Fatte queste premesse, è doveroso anche prendere atto dei rumors che parlano di un addio di Allegri alla Juve, prefigurando quali potrebbero essere a quel punto gli scenari per la panchina bianconera. Il mercato infatti ci ha abituato a repentini cambiamenti di rotta, e il massiccio ingresso dei soldi arabi non ha fatto che accelerare questa tendenza, e quindi non si possono escludere a priori dei colpi di scena, di nessun tipo, come insegna il caso Tonali. Da quel che apprendiamo, nel caso in cui Allegri comunicasse alla Juve la sua volontà di accettare l'offerta araba, oppure nel caso (meno probabile) in cui fosse John Elkann in persona a dare il benservito al tecnico livornese, sarebbero due gli allenatori in lizza per succedergli.
In pole position ci sarebbe Antonio Conte, desideroso di allenare a Torino o a Milano, per stare vicino alla famiglia, e privo ormai del veto posto dall'ex presidente Andrea Agnelli al suo ritorno, dopo il traumatico addio dell'estate del 2014. In seconda battuta, si staglia il profilo di Igor Tudor, altro ex juventino, sia da giocatore che da allenatore (come vice di Andrea Pirlo), e già liberatosi dal Marsiglia. Due profili diversi, per esperienza e palmares, ma entrambi pronti a raccogliere l'eredità di Allegri, impegnato in queste ore a meditare di fronte a una montagna di soldi che diventa sempre più alta.
