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  • Juve di corto muso col Sassuolo: l'accoglienza dei tifosi viola a Dusan il Magnifico

    Juve di corto muso col Sassuolo: l'accoglienza dei tifosi viola a Dusan il Magnifico

    • Renzo Parodi
      Renzo Parodi
    Di corto muso, se preferite. Con la forza della disperazione e un pizzico, giusto un pizzico di buonasorte: la deviazione fatale di Ruan Tressoldi sul destro ravvicinato di Vlahovic che schioda il match dall'1-1 e sventa lo spettro dei tempi supplementari, spedendo la Juventus in semifinale di Coppa Italia. Indovinate un po' contro quale avversaria? Ma sì, la Fiorentina che ha domato l'Atalanta. Farà caldo il 2 marzo al Franchi per il ritorno del figliol pur nulla prodigo, quel Vlahovic scippato alla Viola dagli opulenti patrizi torinesi. I tifosi della Viola gli riserveranno una prevedibile accoglienza al curaro. Stasera però sono solo stelle filanti e tappi di champagne per Dusan il Magnifico

    Il Sassuolo ha tenuto testa alla Juventus in un match cresciuto a dismisura alla distanza dopo un primo tempo non bello ma ricco di occasioni da gol, col Sassuolo rapido e coraggioso al limite della sfrontatezza nel recuperare il fulmineo vantaggio di Dybala con il gol alla Insigne segnato da Traorè. Impastoiata nel primo tempo dalla manovra insistente e palleggiata dal Sassuolo, Madama ha ritrovato verve e ispirazione alla distanza quando il ritmo tambureggiante della squadra di Dionisi è fatalmente calato. Collezionate palle-gol in serie con Vlahovic, McKennie, de Ligt e Morata, neutralizzate dai prodigi del portiere Pegolo, 41 anni all'anagrafe, 20 tra i pali, la Juve non si è mai rassegnata e batti e ribatti ha abbattuto la porta blindata degli emiliani. Giusto così? La bilancia del match è rimasta in equilibrio fino a 2 minuti dal 90° quando Vlahovic ha sfondato con la collaborazione involontaria di Tressoldi. Per il Sassuolo è comunque un gran titolo di merito. Allegri dovrà indagare ancora nella testa dei suoi per comprendere il mistero degli alti e bassi nella stessa partita. In retrospettiva ecco le perle e gli scarti del match. 

    Sussiegoso e incerto, il Sassuolo si fa subito agnello e il lupo bianconero se lo mangia che ancora non è scoccato il minuto numero 3. Incursione razzente di Alex Sandro a sinistra, palla in mezzo, McKennie svirgola, Tressoldi sporca il rinvio il pallone plana sul mancino di Dybala, battuta a rete non proprio pulita ma efficace per l'1-0. La Juve pressa e e affonda e trascorrono 5 minuti pieni prima che il Sassuolo metta il naso nella metà campo avversaria. Ma è un fuoco di paglia, il Sassuolo getta il vello dell'agnello e si copre con la pelle del leone. Berardi organizza il contrassalto e la Juve perde subito il controllo del gioco. Nel giro di quattro minuti Perin si graffia i guanti per ricacciare i tiri di Kyriakopoulos e Berardi. Il Sassuolo palleggia e allarga il gioco, Traorè è un furetto, Scamacca un martello e Raspadori frulla qua e là impegnando De Sciglio. Il possesso palla degli emiliani gonfia come un soufflé mescolato a regola d'arte. Nella tonnara in mezzo al campo la rapidità di gambe di Lopez, il tono atletico di Harroui e di Kyriakopoulos (ignorato da Cuadrado) stendono un tappeto di spine sulle piste dimesse di Zakarias e Arthur. Dai e dai il Sassuolo raccoglie il frutto del suo tambureggiare. Minuto 23, Traorè prende palla al limite da sinistra si accentra, fa l'uno due con Scamacca, “scherza” con una finta Bonucci e scarica un destro a giro che va a togliere le ragnatele dal sette “lungo” di Perin. 1-1. Difesa bianconera alla camomilla. 

    Le repliche della Juve sono flebili ed episodiche, soltanto Alex Sandro scatta e punge e da un suo invito McKennie disturba il sonno del veterano Pegolo schiacciando di testa troppo centrale. Troppo poco, la Juve è vorrei ma non posso e però al 35' Madama ha un sussulto dei suoi: Bonucci “vede”  il movimento verticale profondo di Vlahovic e lo pesca al millimetro, il granatiere serbo controlla bene ma Ayhan rinviene e gli scippa il pallone al momento del dunque. 
    Rinfrancata, la Juve conclude in crescendo il primo tempo e con Alex Sandro prova a calare l'asso ma il portiere non si fa uccellare e anticipa l'avversario a pugni chiusi. Vlahovic latita a corto di rifornimenti, Dybala balugina ma non si accende. Artur e McKennie vanno in altalena – efficaci gli inserimenti dell'americanino, pessimi i disimpegni palla al piede -  lo scatenato Alex Sandro suona la diana, e si prodiga in fascia mancina a scucire e ricucire, in un bel duello fra  piedi buoni con Berardi, il vero ispiratore delle manovre offensive neroverdi. Match non vibrante ma vivo e vivace, sempre sul punto di tracimare da una parte o dall'altra. Più Sassuolo che Juve, che ha incenerito il precocissimo vantaggio di Dybala consentendo al Sassuolo di risalire presto la torrente. Giusto l'1-1 all'intervallo e porte aperte a ogni epilogo. 

    Ripresa, Muldur prende il posto di Ayhan, acciaccato. Sassuolo sempre più a trazione anteriore. A centrocampo Morata, Rabiot e Locatelli scaldano i motori. Allegri in panchina rumina dubbi, le mani affondate nelle tasche del cappotto. La sua Juve va e viene, si accende e si spegne e concede troppo, al 4' Scamacca avrebbe il pallone giusto ma l'inzucca, complice una spintarella di McKennie, manca il bersaglio. Subito dopo de Ligt sul palo lungo, di testa non cerca la porta ma un compagno che non c'è. Juve più tosta, però e ritmi finalmente alti, ma riecco Scamacca, sul lungo cross di Mulder corregge male con la fronte. Se c'è da attaccare il Sassuolo va a nozze e in fatto di tecnica i satanassi di Dionisi non hanno nulla da invidiare alla blasonata avversaria. La Juve, dicevo, adesso lavora da Juve. Vlahovic al bacio per de Ligt a liberare McKennie al tiro, il pallone si schianta sul palo a portiere battutissimo. Dybala non gioca più in verticale su Vlahovic, sta largo a destra e funziona da assistman per i compagni. I cambi danno altra adrenalina al match. Fuori Berardi per Defrel e Henrique per Traorè che esce sacramentando e scalciando ma Dionisi ha ragione, il ragazzo è ammonito e va salvaguardato. Anche Allegri mischia il mazzo, toglie De Sciglio e mette Morata, arretrando Cuadrado in terza linea. Fuori Zakaria per Locatelli. 

    Vlahovic è di nuovo Vlahovic, Dybala gli fa da egregiamente spalla e due volte il Sassuolo per disinnescarli si rifugia nel fuorigioco, il match è una goduria per chi guarda, Allegri e Dionisi si giocano il tutto per tutto, lo spettro dei supplementari li disturba assai e allora avanti tutta, ora il centrocampo è bianconero, Arthur dirige l'orchestra, eppure Allegri lo sostituisce con Rabiot, vuoi vedere che quel mattocchio del francese tira fuori il coniglio dal cilindro? Il Sassuolo rintuzza e osa qualcosa in avanti ma non è più la squadra spavalda dei primi fulminanti 45'. Odore di gol su un duetto volante Morata-Vlahovic, sventato al pelo da una acrobazia in spaccata di Ferrari. Clamorosa tripla palla gol per la Juve al 37': colpo di testa di McKennie, respinta prodigiosa di Pegolo, si avventa de Ligt e colpisce il palo, Bonucci tenta il tap-in e Ferrari si immola. Ancora Pegolo miracoloso sullo scavetto ravvicinato di Morata, è il quarantunenne portiere del Sassuolo l'eroe eponimo della serata. Nel Sassuolo Frattesi ha rilevato Harroui senza riuscire a ribaltare l'inerzia del match tutta dalla parte bianconera. Il Pegolo volante cava via il pallone dal sette improvvida capocciata difensiva di Scamacca e quindi ribatte a pugni chiusi una sassata ravvicinata di de Ligt. Non ci sono parole per elogiare le acrobazie dell'attempato portiere emiliano dai muscoli di gomma. 

    Ma insoma alla fine il destino si compie. Vlahovic largo a sinistra si beve Muldur e calcia di desto trovando il fianco di Tressoldi, Pegolo ingannato stavolta non può fare nulla. Juve avanti a 2' dal 90'. Madama si è ricordata di essere la Signora Omicidi. A sangue freddo, questa volta. 

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