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  • Juve, due rigori per scacciare la paura. E Pirlo fa prove di tridente

    Juve, due rigori per scacciare la paura. E Pirlo fa prove di tridente

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La Juve vince due partite consecutive in campionato (il derby e sul campo del Genoa), ma in nessuno dei due casi riesce a convincere la critica più esigente che Barcellona - intesa come gara di ritorno di Champions League - è stata un’eccezione. Con il povero Toro di questi tempi ha strappato tre punti in rimonta e nel recupero. A Genova ha avuto bisogno di due calci di rigore (il primo dubbio, il secondo più netto) per venire a capo di un avversario prima chiuso a testuggine e quindi capace di segnare il gol del pareggio quattro minuti dopo il vantaggio dei bianconeri e al primo tiro in porta.

    La notizia di giornata è che Dybala ha segnato il suo primo gol in campionato e che, rispetto alle precedenti apparizioni, è apparso sulla via del recupero. Ronaldo, invece, ha salvato con la doppietta su rigore una prestazione alquanto mediocre. Ma in Italia, anche se uno gioca male e segna su rigore, sarà sempre promosso nelle votazioni dei giornali. Per carità, essere un rigorista implacabile è una qualità importante, ma realizzare su azione o servire un assist vincente ad un compagno conta di più.

    Comunque Genova è espugnata e se ci si ricorda come è finita a Crotone o a Benevento è un piccolo passo in avanti. Vediamo adesso come andrà con l’Atalanta, mercoledì, ma per batterla,  allo Stadium servirà una partita di ben altro spessore.

    Il primo tempo è come se non si fosse giocato tanto era monocorde la trama. Juve padrona del campo e del controllo della palla (70 per cento), Genoa arroccato nella propria metacampo a chiudere tutti gli spazi. Nessuna occasione se si eccettua un gol annullato a Rabiot, anche ammonito per avere segnato di mano (avrebbe dovuto avere più coraggio e colpire di testa) e una deviazione di Perin (al rientro dopo due turni di assenza) su girata aerea di McKennie. Ora non è che se una squadra si trova davanti un muro deve per forza sbatterci contro. Il problema è che senza un attaccante di riferimento su cui poggiare la palla (Morata, dopo la riabilitazione della Corte federale, era in panchina) la Juve era prevedibile e ripetitiva. Ha raccolto tanti calci d’angolo, ma non li ha mai sfruttati. Ha cercato spesso con i cross. Ma gli uni erano solo la conseguenza degli altri.

    Sinceramente mi aspettavo che Pirlo cambiasse all’inizio del secondo tempo, ma non è suo costume farlo, preferisce aspettare l’evolvere della partita e, in linea generale, non me la sento di dargli torto. Anzi, nello specifico ha avuto completamente ragione, perché Dybala, che sarebbe dovuto uscire per Morata, è stato liberato da un sontuoso colpo di testa di McKennie e da appena dentro l’area ha fatto esplodere un sinistro secco sul primo palo di Perin. Era il 56’ e l’episodio è sembrato, da una parte, chiudere la lunga crisi dell’attaccante argentino, dall’altra aprire alla Juve la strada di una comoda vittoria. Per Dybala (che ha abbracciato con riconoscenza Pirlo) si vedrà, per la partita non è stato così. Nel senso che quattro minuti dopo, un errore collettivo della difesa, e di Alex Sandro in particolare, ha consentito prima un cross da sinistra di Pellegrini (fresco ex) e poi la battuta con l’interno piede destro di Sturaro (altro ex) che è valso il gol del pareggio.

    Dopo due gol annullati (uno a Chiesa e l’altro a Dybala), entrambi per fuorigioco, Pirlo ha sposato l’azzardo. Fuori Rabiot e dentro Morata con Ronaldo a sinistra e Dybala a destra. Mossa giusta e condivisa (67’) che ha cambiato la partita. Intanto perché Ronaldo ha cominciato ad entrare in partita (colpo di testa deviato da Perin su cross di Chiesa) e poi perchè la Juve ha trovato un cuneo che ha spaccato la difesa del Genoa. Il primo rigore, però, è arrivato per merito di Cuadrado che a destra ha saltato Rovella. Il genoano ha allungato la gamba e ha colpito la palla, mentre il colombiano ha fatto impattare la sua gamba sinistra sulla destra del giovane rossoblù. Di Bello, convinto dalla dinamica molto scomposta del contatto, ha optato per il rigore senza che il Var avesse nulla da eccepire. Nel secondo caso, invece, il rigore se l’è procurato Morata che ha anticipato Perin su sciagurato, perché corto, retropassaggio di Pellegrini. Il portiere lo ha sollevato con un’entrataccia ed è stato ammonito. In entrambi i casi a realizzare è stato Ronaldo che ha agganciato Ibrahimovic a dieci gol nella classifica cannonieri, proprio la sera della sua centesima partita con la maglia della Juventus.


    :(actionzone)


    IL TABELLINO

    Genoa-Juventus 1-3 (primo tempo 0-0)

    Marcatori: 12’ st Dybala (J), 16’ st Sturaro (G), 33’ rig. e 44’ st rig. Ronaldo (J).
     
    Assist: 12’ st Mc Kennie (J), 16’ st Pellegrini (G).

    Genoa (4-4-2): Perin; Goldaniga, Bani, Masiello, Pellegrini; Lerager, Rovella (37’ st Caso), Radovanovic (37’ st Pandev), Sturaro (22’ st Behrami); Pjaca (28’ st Shomurodov), Scamacca (22’ st Destro). All. R. Maran.
     
    Juventus (4-4-2): Szczesny; Cuadrado, Bonucci, De Ligt (45’ st Dragusin), Alex Sandro; Mc Kennie, Bentancur, Rabiot (22’ st Morata), Chiesa (39’ st Kulusevski); Dybala (39’ st Bernardeschi), Ronaldo. All. M. Pirlo.

    Arbitro: M. Di Bello di Brindisi.
     
    Ammoniti: 2’ pt Rabiot (J); 15’ pt Goldaniga (G), 32’ st Mc Kennie (J), 38’ st Bentancur (J), 43’ st Perin (G), 48' st Bani.

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