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  • Juve , ecco perchè Agnelli vuole la terza stella: per far saltare Abete

    Juve , ecco perchè Agnelli vuole la terza stella: per far saltare Abete

    Due sono i numeri diventati un incubo per Giancarlo Abete e per la Federcalcio: 30 e 3. Trenta come gli scudetti vinti sul campo dalla Juve, secondo Andrea Agnelli e milioni di tifosi bianconeri ebbri di gioia per lo scudetto appena conquistato; tre come le stelle che lo stesso presidente neocampione d'Italia vuole cucire sulle nuove maglie dela stagione 2012-2013. 

    Prima di scatenare la guerra alla Figc e alla Lega che, in linea regolamentare è l'istituzione chiamata ad approvare qualunque cosa si apponga sulle maglie da gioco, Agnelli e i suoi agguerriti legali hanno studiato l'argomento in lungo e in largo, sviscerandone ogni aspetto normativo e facendo una bella scoperta.

    Le cose stanno così. In linea teorica, nessuno può vietare alla Juve la terza stella che non è codifcata da nessuna regola federale. A lanciare l'idea, quando si dicono i corsi e ricorsi storici, fu Umberto Agnelli, padre di Andrea. Era il 1958.

    L'iniziativa ebbe talmente successo che venne adottata anche dalle altre due squadre capaci di andare in doppia cifra con i titoli nazionali: l'Inter e il Milan mentre, per ciò che riguarda la Coppa Italia, ha diritto di cucirsi la stella d'argento chi ne abbia vinte almeno dieci. Evento che potrebbe verificarsi la sera del 20 maggio, se la Juve vincesse la finale con il Napoli.

    Ma, naturalmente, l'oggetto del contendere fra bianconeri e Federcalcio riguarda gli scudetti. Interpellato in proposito, Alessandro Del Piero ha usato parole di saggezza: "Sicuramente sul cuore ce l’abbiamo, così come sul campo, poi quello che viene determinato da altri criteri è da rispettare. Non dobbiamo andare oltre, però quello che è stato vissuto è questo e questo vogliamo che rimanga". Abete

    Il guaio, per Abete, è che Agnelli non la pensa allo stesso modo del Capitano. La Juve ripete a ogni piè sospinto di avere vinto 30 scudetti sul campo e su questo non ci piove. Ma la Federcalcio gliene ha tolti due "per slealtà sportiva e illecito strutturale", come recitano le sentenze passate in giudicato".

    Ergo, delle tre l'una: o la Juve fa marcia indietro, il che è altamente improbabile alla luce del messaggio lanciato stamane da Agnelli ai tifosi  perchè si aspettino sorprese sulle nuove maglie o la Federcalcio fa finta di niente, ma non può o la Federcalcio spedisce sotto processo sportivo la Juve.

    In un calcio normale, la terza eventualità dovrebbe essere la più probabile se, di fronte ad Agnelli, ci fosse una Federazione forte e capace di imporre il rispetto delle regole. Invece, dopo l'atteggiamento ponziopilatesco assunto nel luglio 2011, quando il Consiglio Federale decise di non decidere sul ricorso contro lo scudetto 2006 assegnato a tavolino all'Inter, la posizione di Abete si è indebolita. Agnelli lo sa. E sa che con la terza stella può far saltare Abete. Che rispetto a sei anni fa, non ha più davanti una dirigenza bianconera molle e impaurita. La differenza si vede.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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