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  • Juve, quei tre non valgono Cavani

    Juve, quei tre non valgono Cavani

    Juve in progress. Da un lato la difficile trattativa per Edinson Cavani, dall’altro quelle ancora da sviluppare in direzione di Falcao, Robin Van Persie e Gonzalo Higuain. In tutti i casi si tratta di attaccanti di primo livello, ma sembrano evidenti le diversità tattiche: in altre parole, se Cavani sul campo non si limita a finalizzare ma invece partecipa alla fase d’attacco fin dalla ripartenza difensiva, per quanto riguarda gli altri candidati la tendenza che li accomuna è quella di privilegiare la ricerca del gol a discapito della costruzione del gioco.

    E allora come si spiegano le trame di mercato della Juventus in tema di attaccanti?

    La contraddizione è solo apparente e prima di tutto è legata agli sviluppi del mercato. In una prima fase, quando sembrava che Tevez potesse davvero coronare il suo sogno di tifoso xeneize e ritornare al Boca Juniors, la Juventus aveva iniziato a cautelarsi individuando il sostituto ideale, ovvero Cavani.

    Se ci pensate, è vero che Carlitos ha caratteristiche che lo rendono unico (in primis la sconfinata e orgogliosa generosità che lo porta a recuperare palloni in difesa anche nei minuti conclusivi di un match), ma se c’è in circolazione un attaccante altrettanto disposto al sacrificio e propenso a svariare su tutto il fronte offensivo, questo è proprio Cavani.

    Per la Juve, avviare la trattativa con l’agente del giocatore è stato facile, quasi scontato: Triulzi infatti ha gestito l’affare Dybala e anche se a fine aprile ha lasciato la procura di Cavani, nella fase iniziale ha disegnato i contorni di un possibile accordo con il Matador. In quella fase i dirigenti bianconeri hanno approfittato delle circostanze per provare a chiudere due affari, quello con il Palermo per il giovane argentino - andato a buon fine - e quello per l’uruguagio del Psg, rimasto in sospeso. Molto in sospeso (come dimostrano anche le voci su un rilancio del giocatore in tema d’ingaggio e sull’opposizione del club parigino).

    La scelta di Tevez di non anticipare il rientro a Buenos Aires ha quindi modificato le strategie. Con l’Apache e il nuovo arrivato Dybala (che per certi versi, vedi capacità di entrare in area palla al piede, assomiglia al più esperto e blasonato connazionale), oltre alla conferma scontata di Morata (in attesa di verificare i grattacapi dell’eventuale recompra madridista), nel prossimo organico d’attacco della Juventus ci sarebbe spazio per un quarto nome ancora, più un giovane alla Coman, ammesso che questi non venga girato in prestito per trovare spazio e giocare. Se poi consideriamo che è già annunciato l’arrivo di Zaza (pur sempre un nazionale, quindi destinato a un ruolo attivo e non da semplice panchinaro) ecco che gli spazi si riducono ulteriormente. Questo per sottolineare come la caccia ai vari Falcao, Van Persie e Higuain - il quale peraltro è considerato incedibile dal Napoli -, si svilupperà sottotraccia e senza affanni.

    Seppur con un dettaglio fondamentale: che questa Juve, a differenza delle precedenti stagioni, ha soldi da investire. Il cammino svolto in Champions, a prescindere dall’esito della finale di Berlino, fa prevedere l’incasso di circa 100 milioni, da implementare con un’eventuale cessione illustre a centrocampo. Non tanto quella di Pogba – perché la prossima Juve post finale Champions farà come le altre big d’Europa e non cederà i campioni – quanto quella eventualmente più strategica di un Vidal reduce da una stagione forse inferiore alle attese. A quel punto ci sarebbero tutte le premesse per mettere a segno un grande colpo più vicino alle preferenze tattiche di Allegri: ovvero per un trequartista di assoluta qualità.
     

    Luca Borioni
    @LucaBorioni

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