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  • Juve:| Storia di un grande errore

    Juve:| Storia di un grande errore

    Otto vittorie, ventitrè goal fatti, uno solo subìto. Questi i numeri della prima della classe negli ultimi otto turni. Poi, purtroppo per loro, arriva il Lecce ad affrontarli. D’accordo, il bel gioco è solo una chimera e non era certamente la partita di ieri quella giusta per metterlo in mostra, ma il risultato finale è sicuramente orgasmico. Orgasmico e pesante, più della prevedibile vittoria del Genoa sul Cagliari. Pesante, perché tiene i salentini a tre punti da un Genoa che per ottenere la salvezza dovrà ora fare non meno di 4 punti, a patto che i giallorossi vincano entrambe le prossime partite contro Fiorentina e Chievo. Genoa che nel prossimo turno avrà di fronte l’Udinese, un avversario che ha ancora un obiettivo da inseguire e che pertanto contro i grifoni non potrà permettersi di giocare un’amichevole estiva. La stampa nazionale ha insistito per giorni sulla possibilità che la Juventus potesse festeggiare, già da ieri sera, la vittoria del campionato. Poi accade l’imponderabile, come dice l’allenatore dei bianconeri. E noi siamo piuttosto in sintonia con lui. Imponderabile anche per i mercati, quelli che oggi dettano le linee politiche ai governi europei, con le azioni bianconere quotate in borsa che nelle ore che precedono la gara schizzano in avanti di più di dieci punti percentuali, assaporando una vittoria dei bianconeri a mani basse. Talmente basse, che è stato più opportuno utilizzare i piedi. Quelli di Buffon. Un’imponderabile orgasmo, per tanti di quei motivi che ognuno dei tifosi del Lecce saprà riscoprire in sé stesso. I giallorossi portano via due punti alla prima in classifica lanciata verso la conquista dello scudetto. E per giunta in dieci contro undici. Il tutto con un solo tiro nello specchio della porta avversaria da parte del Lecce, ma quello giusto: il tiro che porta a casa un punto prestigioso ed importante.

    Per il resto, un 45% di possesso palla, inferiore alla media di 47,9% da quando Serse Cosmi siede sulla panchina giallorossa ed inferiore anche alla media del girone di ritorno, pari a 47,2%. Si va sotto anche in merito a numero di palloni giocati (514 contro 538,3 di Cosmi e 534 del ritorno); percentuale di attacco alla porta avversaria (40,9% contro 47% e 47,2%); difesa della propria area di rigore (53,2% contro 54,9% e 54,5%); percentuale di pericolosità (24,5% contro 43,4% e 41,4%); falli commessi (10 contro 15,1 e 14,7); numero di calci d’angolo (2 contro 3,9 e 3,9). Migliora solo la percentuale dei passaggi riusciti: 64,1% contro 63% e 63,2%.

    Si perde terreno anche nei confronti del Lecce di De Canio, che alla 36° giornata del 2010/2011 vinceva in casa contro il Napoli per due reti ad una, portandosi a 38 punti contro i 36 dei giallorossi di Cosmi.

    Il Lecce di Delio Rossi concluse il torneo del 2003/2004 conquistando 29 punti in 17 gare nel girone di ritorno, con una media/punti di 1,7 a partita. Quest’anno si potrebbe ottenere lo stesso numero di punti (29, attualmente i punti conquistati sono 23 con ancora due partite da disputare), ma con una media più bassa (1,5) a causa del maggior numero di gare del girone di ritorno (19).

    La strada è ovviamente in salita ed è d’obbligo una vittoria contro i viola. Ma finché ci sarà un margine che consente di poter ancora sperare nella salvezza, è giusto e doveroso provarci. E crederci, tifosi per primi.

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