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  • Juvemania: la differenza fra Conte e Allegri e la doppia sfida di Max

    Juvemania: la differenza fra Conte e Allegri e la doppia sfida di Max

    • Gianluca Minchiotti
    E' lo sport preferito dell'estate bianconera del post 15 luglio 2014, il giorno del grande shock: il paragone costante e inevitabile fra Antonio Conte, il tecnico della rinascita juventina e dei record, e Massimiliano Allegri, l'allenatore chiamato alla difficilissima successione. I dirigenti e i giocatori della Juventus hanno detto e stanno dicendo la loro, così come i tifosi della Vecchia Signora, che da tre settimane a questa parte stanno riempiendo i social network, i forum e le community (compreso Vivo per Lei) sviscerando l'argomento. Conte e Allegri, Allegri e Conte: dal punto di vista della personalità, del carattere, dal punto di vista tattico e del curriculum, è stato detto tutto e il contrario di tutto. 

    CONTE SERGENTE DI FERRO, ALLEGRI UNO DEL GRUPPO - Oggi, su La Stampa, dice la sua Gianluigi Buffon, capitano della Juventus, che parla della differenza fra Conte e Allegri da una visuale particolare, quella del tipo di rapporto che il leccese e il livornese amano instaurare con le loro squadre: "Ognuno ha il proprio carattere, non c’è una formula che certifica la vittoria, altrimenti sarebbe stata brevettata - dice Buffon -. C’è il sergente Van Gaal e poi c’è Ancelotti che cerca il contatto diretto ed entrambi sanno come si arriva al successo".  
     
    Meglio lo stile 'sergente di ferro' o lo stile 'alla Ancelotti'? "Mi sono trovato bene con entrambi gli approcci perché ho ricevuto un’educazione che mi ha aiutato al rispetto dell’autorità - prosegue il portierone bianconero -. Sta ai giocatori capire come riuscire a interagire con l’allenatore per dare il meglio. Ancelotti diceva che il tecnico deve stare dentro al gruppo, non sopra, Allegri è così ed è una qualità che mi piace: se il giocatore riesce a dare qualcosa in più lo fa anche per certe intese". 

    SPIRITO ULTRAS - E per finire: "Conte incarnava lo spirito ultras ed è stato suo grande merito se siamo risorti in modo così prepotente, ma il tifoso della Juve si diversifica dagli altri perché ha un tratto di continuità nella proprietà, lì sta il marchio di fabbrica".

    LA DOPPIA SFIDA DI MAX - E' una doppia sfida dunque quella che attende Allegri: da una parte provare a ripetere i successi di Conte con un atteggiamento diverso nei confronti della squadra, più da 'amico' che da condottiero. E dopo tre anni di martellamento contiano, forse potrebbe essere davvero questa la chiave giusta per mantenere alta la fame di successi di un gruppo che, in Italia, ha stravinto. Dall'altra parte, e questa è la seconda sfida, Allegri deve anche riuscire a conquistare i tifosi bianconeri, al momento molto scettici sul suo conto. E questa sembra una sfida più difficile rispetto alla prima: ce la farà Max ad essere amato dal popolo juventino senza incarnare quello 'spirito ultras' di cui parla Buffon?

     

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