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Juventus, Gatti: 'Converto mio papà del Toro, meglio il calcio senza Var'
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I TIFOSI - "Io sono sempre stato così, mi carico da matti quando sento il pubblico che spinge, le tifoserie quasi esagerate. Anzi, un aspetto su cui devo lavorare e ne parlo spesso con Allegri è la gestione delle energie. Perché spesso ne spendo talmente tante che a volte passo dei minuti come in apnea. Comunque meglio troppa energia che poca...".
GLI AVVERSARI - "L'attaccante più difficile da marcare? Sicuramente l'anno scorso Mbappé del Psg, ma ce ne sono tanti: anche Leao e Osimhen. Direi anche Vlahovic, ma ci gioco insieme. Non puoi mai lasciare nulla al caso o staccare la testa per due minuti. Per il difensore è più difficile, non puoi sbagliare nemmeno una palla. Loro magari sbagliano tre o quattro occasioni, ma poi se segnano hanno fatto il loro. In difesa puoi fare grandi interventi durante la partita, ma se nell'occasione del gol sbagli rovini la partita".
DERBY IN FAMIGLIA - "Ormai sto convertendo la mia famiglia. Mio padre è sempre stato tifoso del Toro e io ora ho chiaramente il mio amore per la Juve che lo sta facendo avvicinare. Viene con frequenza allo stadio ed è una cosa che non avrei mai detto. Zapata e Sanabria sono entrambi forti. Il Torino è una squadra molto fisica, rognosa, gioca sulle seconde palle. Uomo contro uomo. Stanno facendo molto bene, sarà una partita molto difficile. Buongiorno? Ci siamo conosciuti in Nazionale. Ma già lo conoscevo dai tempi delle giovanili nel Toro, lui aveva un anno in meno e lo avevo quindi già incrociato in passato. Per noi due che siamo torinesi il derby ha un sapore maggiore. Derby che mi ricordo di quando ero giovane? Quello del fallo di Glik su Giaccherini e quello del gol di Pirlo all'ultimo minuto. A quei tempi non potevo immaginare che un giorno sarei riuscito a giocarlo il derby. Alla Juve la pressione e la tensione ci sono sempre, ogni giorno. Un banco di prova quotidiano. Allegri spesso ci cita la frase di Vialli: 'Alla Juve il successo spesso è un sollievo più che una gioia'".
VLAHOVIC - "Come tutte le persone sta vivendo una crescita. Rispetto all'anno scorso è molto più dentro la partita e anche se un attaccante pensa soprattutto a fare gol è migliorato tanto grazie alle esperienze vissute con le partite. Si migliora grazie agli errori, grazie a quelli cresci maggiormente".
BLACK OUT - "E' stato un periodo no in cui è mancato qualcosa: mesi prima una palla finiva sul palo e ed entrava in porta, poi succedeva il contrario. Ci è mancata un po' di esperienza. Ora abbiamo questi due obiettivi, Champions e Coppa Italia, e non possiamo farceli sfuggire, assolutamente. Ora dobbiamo vincere il derby perché dopo i tre punti vivi meglio, ti alleni meglio ed è tutto più bello. L'Inter mi ha sorpreso, non ha sbagliato mezza partita. Hanno una ottima rosa e mi hanno stupito per la loro continuità".
GIUNTOLI - "Il direttore è qua alla Continassa ogni giorno. Ha portato sicuramente un po' di freschezza. Ci segue sempre in casa e fuori. La lettera di John Elkann agli azionisti? Noi dobbiamo mettere le basi per il prossimo anno, le scelte dirigenziali spettano ai manager".
YILDIZ - "E' giovanissimo, ha davanti una carriera lunga e importante. Non deve accontentarsi, sarebbe l'errore più grande ma pensare a migliorarsi giorno dopo giorno. Ma non deve pensare di spaccare il mondo già domani. Io spesso lo marco in allenamento, si vede che, a soli 18 anni, ha grandi qualità. Abbiamo tanta fiducia in lui, ha qualità impressionanti. Deve avere pazienza che è basilare nella carriera di un giocatore, mai volere tutto e subito".
NAZIONALE - "La speranza di vestire l'azzurro ovviamente c'è. Ma la mia concentrazione ora è soltanto sulla Juventus. L'Italia dovrà essere una conseguenza, ma per per me viene prima di tutto la Juve".
NO AL VAR - "Stiamo rivoluzionando troppo il calcio per i miei gusti, a me piace quello di altri tempi. Quello senza Var, ora non mi pare tutto finto, ma si sta esagerando. La tecnologia esasperata toglie le emozioni per abbassare il numero degli errori, ma in realtà si sbaglia lo stesso perché ci sono comunque scelte difficili da prendere. Davanti a un monitor vedi una realtà che è oggettiva, ma non sempre corrisponde a quella del campo. Con le azioni al rallentatore non capisci l'entità dei contatti. Lo dico anche per esperienza personale. Se fermi l'immagine magari vedi un tocco o un contatto, ma non puoi comprenderne la portata e la forza. Il braccetto un po' alzato, un po' basso, un difensore ora non può più fare niente che è rigore. A volte fanno un cinema per far prendere un giallo o un rosso all'avversario. In area non possiamo più intervenire, ci dobbiamo togliere per evitare di subire un rigore".