L'altro mercato: da Nainggolan a Schone, le provinciali lavorano per l'Europa
CAGLIARI SHOW - D'altronde, il recente passato del nostro campionato non mente: la Sampdoria nel 2015, il Sassuolo nel 2016, l'Atalanta nel 2017 e 2018 e il Torino nel 2019. L'Europa League, in Italia, è diventata terreno per tutti. E sognare non è vietato. A sparare i botti maggiori è probabilmente il Cagliari. La Sardegna appare bollente non solo per temperature e turisti, ma anche per la mediana costruita da Giulini. Dopo la cessione di Barella, il numero uno rossoblù non è stato a guardare. Un occhio agli esuberi delle big ed ecco Rog e Nainggolan, pronti a formare una mediana dal sapore europeo, con il talento Nandez ancora non tramontato. Davanti, invece, continuano i dialoghi per Simeone e Defrel.
GENOVA D'ESPERIENZA - Anche a Genova si prova a fare le cose in grande. Il rischio Serie B sfiorato la scorsa stagione ha spaventato Preziosi, che ha rivoluzionato il Grifone. Via Prandelli, dentro il maestro Andreazzoli. E poi tanta esperienza, con l'arrivo di Zapata dal Milan e gli imminenti sbarchi di Schone dall'Ajax e Saponara dalla Fiorentina. A loro si aggiungono Barreca, tornato in Italia in prestito dal Monaco, e il giovane Pinamonti, pronto alla stagione della consacrazione dopo l'ottimo Mondiale Under 20. In casa Sampdoria, invece, confermati sin qui i big Praet e Quagliarella. Nonostante la cessione di Andersen, Di Francesco può godere dell'esperienza di Murillo e della fantasia di Maroni, attaccante sbarcato in prestito dal Boca Juniors, in attesa di possibili novità sul fronte Ben Arfa.
SCOMMESSE E CERTEZZE - L'elenco non si ferma: il Parma ha già speso quasi 50 milioni, mantenendo Roberto Inglese in attacco e aggiungendo la scommessa Karamoh dall'Inter. A centrocampo, invece, spazio ad Hernani dallo Zenit San Pietroburgo, oltre alle conferme di Sepe e Grassi, riscattati dal Napoli. Chiudiamo con il Sassuolo, che punta sull'esperienza di Caputo e sul ritorno in Italia di Obiang. Esperienza e talento al servizio delle provinciali. Che però guardano già ad orizzonti più lontani. E se in primavera, per qualcuno, fosse Europa?