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  • Romamania: l'audace ritorno di Bruno Peres, da sopportato a migliore in campo

    Romamania: l'audace ritorno di Bruno Peres, da sopportato a migliore in campo

    • Paolo Franci
    Come definirlo? Un ultrasopportato che ce l'ha fatta? Un miracolo del pallone o cos'altro? Che bello però, quando il calcio ti racconta queste storie. Storie come quella di Bruno Peres, l'uomo in più prima in un senso e poi nell'altro che adesso è riuscito a scavare il solco giusto in questo folle campionato. I tifosi, con una dose di muriatica ironia, lo chiamavano Bruno Ceres. Sembra il titolo di un film genere Sergio Corbucci, sapete quelle commedie italiane anni 70 e 80 no? E invece era l'accostamento che non ha bisogno di troppe spiegazioni per questo brasiliano che aveva fatto furore a Torino per poi spegnersi a Roma, tra prestazioni scadenti ed errori grossolani. E il fatto che non sapesse difendere granché, qui da noi è come tuffarsi in mare senza saper nuotare. Nelle stranezze del calcio però, la cosa più pregna della grigia epopea romanista del brasiliano, è arrivata proprio con un gesto difensivo. Un suo salvataggio miracoloso nel recupero degli ottavi di finale di Champions contro lo Shakhtar (allenato proprio da Fonseca), spedì la Roma verso la leggendaria semifinale contro il Barcellona. Altra Roma, altra storia.

    Quando Brunetto Peres è tornato a Trigoria lo scorso gennaio dopo anni di prestiti-flop in giro per il mondo - perché piazzarlo ulteriormente sembrava impossibile - Fonseca ha deciso di dargli una chance. E lui ha promesso di mettercela tutta. Sembrava l'ennesima storia di promesse che fanno rima con fallimento. E invece, sette mesi dopo, contro la Spal, migliore in campo 7,5 in pagella a pioggia e doppietta scintillante per esecuzione e classe. Non un exploit, perché Brunetto, da quando Fonseca ha ridisegnato la Roma con tre centrali e due esterni offensivi - lui e Spinazzola i titolari - il brasiliano è letteralmente decollato. Anche con la Fiorentina è finito nella lista dei “best of” e, mi piace sottolinearlo,  dedicargli un Romamania non tanto per passione verso il giocatore – che tra l'altro, per qualità tecnica e corsa m'è sempre piaciuto – ma per quel senso di gioia che ti regalano storie di riscatto come la sua. Bellissime, che si tratti di calcio oppure no.
     

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