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  •  La crisi delle milanesi è la crisi del sistema italiano

    La crisi delle milanesi è la crisi del sistema italiano

    Da VivoPerLei
    Antonio Modica scrive:


    Juventus, Milan, Inter. Milan, Inter, Juventus. Le classifiche finivano sempre così. Tre squadre e due città ma rappresentano tutta Italia, dal Nord alle isole. Le squadre più amate, più seguite. Di conseguenza le più odiate, offese, derise. In verità nella storia recente del calcio non è capitato spesso di trovarsele tutte e tre in alto, una di solito toppava, cascava in un anno disgraziato. Capitava anche di trovarsele nelle fasi finali di Champions con l'apice nel 2003. Tre italiane su quattro. Quella fu l'ultima pagina del calcio italiano.

    Poi tutto morì lentamente. La crisi del calcio italiano, calciopoli, gli sceicchi, il FPF. Vieri contro Cannavaro, Del Piero contro Maldini, Shevchenko contro Zanetti. Fine di tutto e chissà quando tornerà quella luce. Ora ne è rimasta solo una. Quando Calciopoli pose fine alla Juventus con i 8 finalisti del Campionato del Mondo, di Ibra, Nedved, Emerson, tutto sembrava favorire lo strapotere milanese.

    A distanza di 10 anni le milanesi sperano della salvezza di un posto in Europa per rinverdire un po' le tasche e guardano Napoli e Roma piazzarsi dopo la Juventus. E' così dal terzo anno di fila e probabilmente sarà il terzetto che tenterà di conquistare il titolo anche per la prossima stagione. I tempi sono cambiati, i progetti sono diversi, le scelte di continuità e solidità hanno lasciato spazio a scellerate decisioni tecniche ed economiche. L'Inter è dovuta ricorrere alla cessione della maggioranza ad un investitore asiatico che faceva sognare vagonate di milioni, il Milan cerca acquirenti sempre in Asia cercando di risollevare la china dopo anni disastrosi. La decadenza di...CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE E PER COMMENTARE

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    Luca Borioni risponde:

    Le milanesi da qualche stagione fanno i conti con una crisi strutturale, è ormai un dato di fatto. Una crisi che la Juventus aveva attraversato fino alla striscia di scudetti consecutivi, ovvero a partire dal famigerato cataclisma di calciopoli. Quella però era una causa evidente e più che comprensibile. Un macigno che avrebbe potuto distruggere il club bianconero e che invece ora appartiene al passato. 

    Le milanesi invece pagano errori di programmazione e valutazione. O forse, a ben vedere, sono inconsapevoli vittime proprio di calciopoli, come a suo tempo lo è stata - per altre ragioni e in misura diversa - la Juventus.
    Vittime di calciopoli, loro malgrado, e detto soprattutto a proposito dell'Inter sembra un controsenso, considerata l'era delle vittorie vissuta dai nerazzurri proprio mentre la Juve ripartiva dal purgatorio della B. Ma consideriamo che cosa era il calcio italiano prima di calciopoli: un sistema che funzionava, una rete consolidata. Non entriamo qui nelle valutazioni su come e perché quel sistema funzionasse. Lo hanno già sviscerato (?) i giudici. Sta di fatto che era un sistema capace ad esempio di portare regolarmente le sue migliori squadre alle finali delle competizioni europee. E poi, addirittura, nell'ultimo acuto, ormai "postumo", la Nazionale sul tetto del mondo. 

    Il calcio italiano era un calcio al top, sull'onda lunga degli anni '90. Calciopoli ha annientato quella certezza e costretto l'intero movimento a ripartire da zero. Il successo continentale dell'Inter con il triplete è stato quindi un successo effimero per il movimento, se è vero che non ha prodotto una scia di altre affermazioni e di emulazioni. Stesso discorso per il Milan di cui si è detto sempre fino a poco tempo fa - prima che la delusione rossonera prevalesse e dilagasse in generale - che avesse una mentalità più europea che italiana, più adatta al palcoscenico della Champions. 

    Può darsi, anzi è chiaro, che dopo calciopoli non sia stato costruito un modello alternativo. La Lega è in mano a pochi, che non rappresentano il movimento nel suo insieme. La Figc ha le idee confuse. Insomma tutto è affidato all'improvvisazione o alla buona volontà dei singoli che, nel caso della sola Juventus, se avvicinano le alte vette delle grandi d'Europa riescono a farlo a prezzo di fatiche immani. Un po' come il sistema Italia in senso lato. Non un panorama confortante.

     

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