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  • Trump è un fallimento: solo 6 mila persone per il suo primo discorso elettorale

    Trump è un fallimento: solo 6 mila persone per il suo primo discorso elettorale

    • Davide Fantozzi
    Tulsa, 20 giugno 2020. Trump si prepara al suo primo discorso elettorale dopo i mesi di paura derivata dal CoVid-19. È entusiasta, tutti i suoi collaboratori lo sono. Il manager della campagna, Brad Parscale, aveva annunciato con fierezza che c’erano state un milione di prenotazioni per i biglietti del discorso del leader repubblicano. Ci si aspettava un’affluenza di così ampia portata che si era pensato di allestire un secondo evento outdoor per le 40000 persone stimate che non sarebbero riuscite a trovare un posto all’interno del palazzetto. Alla sera, lo spettacolo per gli occhi di Trump e dei suoi è agghiacciante: poco più di 6000 persone si sono presentate per assistere al discorso, e due elementi sembrano essere alla base di questo flop.

    Il primo: molti utenti della piattaforma TikTok e, a quanto emerge, fan del K-Pop (la musica popolare della Corea del Sud) hanno prenotato dei biglietti per la conferenza per poi non presentarsi. Già questo è e sarà motivo di analisi per diverso tempo, a riprova del fatto che “l’internet”, di cui i giovani sono esperti, se usato sapientemente può essere un veicolo di protesta non violenta. La padronanza del mezzo porta a costanti innovazioni della percezione e ridefinizioni dello stesso. Troppo spesso gli under 25 sono attaccati e tacciati di essere pigri, senza ideali e non “scendere in piazza”, e questo evento può essere un importante spartiacque per far comprendere ai più il progressivo spostamento della piazza da luogo fisico a virtuale. Nota a margine: su molti giornali italiani sembra passare l’idea che le prenotazioni fossero in qualche modo esclusive o a pagamento. In realtà, i tickets sono gratuiti e chiunque ne abbia uno può entrare fino a esaurimento posti, servono per avere una stima di quante persone aspettarsi e raccogliere le informazioni sensibili al momento della compilazione dei dati per la prenotazione.

    Il secondo elemento: il Coronavirus. Trump ha sempre tentato di sminuirlo (durante il comizio del 20 lo ha chiamato razzisticamente “Kung-fu”) ed è arrivato ad annunciare che la sua intenzione sia quella di “diminuire il numero di test”, perché farebbero aumentare i contagi. Parole smentite il giorno dopo da Peter Navarro, Direttore delle politiche commerciali alla Casa Bianca, con un “Suvvia, stava ovviamente scherzando, era un momento di leggerezza”. Se ne è concessi diversi l’attuale Presidente nel corso del suo mandato, ma pare non aver compreso bene il pensiero dei cittadini spaventati all’idea di perdere altri cari o la loro stessa vita. Ancora non c’è la fiducia di formare grandi aggregati di persone, i rischi sono alti e la sanità, ricordiamolo, negli US è privata. Inoltre, annunciare un milione di persone interessate ha sicuramente convinto qualcuno dei sostenitori a restare a casa.

    Che Trump sia rimasto all’uso del web solo per l’acquisto di bot russi per gonfiare i numeri dei suoi sostenitori su Facebook? Dopo che Twitter gli ha voltato le spalle, servirebbe più scaltrezza. E quali saranno i nuovi provvedimenti, se ce ne saranno, per la lotta al Coronavirus? Non ci resta che aspettare la prossima convention (e vedere quanti posti saranno occupati).

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