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  • La guerra tra Juve e Lazio è finita: parte la trattativa per Milinkovic Savic

    La guerra tra Juve e Lazio è finita: parte la trattativa per Milinkovic Savic

    • Nicola Balice

    Tra Juve e Lazio la guerra è finita. Come anticipato da Calciomercato.com (leggi qui), il rapporto in particolar modo tra Beppe Marotta e Claudio Lotito ha visto sotterrare l'ascia di guerra. E le foto che li hanno immortalati chiacchierare amabilmente fuori dall'assemblea di Lega, ne è ulteriore testimonianza. Quanto basta quindi per fare in modo che Juve e Lazio possano ricominciare un dialogo e provare a fare affari insieme. La beffa Keita potrebbe quindi restare l'ultima su quest'asse, la Juve può concretamente iscriversi alla corsa per Sergej Milinkovic Savic.

     

    GLI SVILUPPI – Questo è quello che sostanzialmente sperava la dirigenza bianconera in un summit di metà primavera con quella biancoceleste (leggi qui), questo è quanto ottenuto e ribadito in questi giorni. Certo, per concretizzare l'assalto al talento serbo servirà almeno una grande cessione: Gonzalo Higuain rimane il primo della lista, ma per il momento un'offerta concreta non è ancora giunta sul piatto. Ma si lavora e si studia un piano effettivo, che possa vedere la Juve riuscire ad accontentare le richieste della Lazio sempre ben superiori ai 100 milioni di euro, magari delineando parallelamente almeno un altro affare sul fronte opposto che possa ammorbidire l'investimento bianconero senza intaccare il bilancio della Lazio. In tal senso, i profili di Rugani e Pjaca rimangono i primi della lista. Intanto dall'entourage di Milinkovic Savic continuano ad arrivare importanti segnali d'apertura, quel like su Instagram del giocatore messo e subito rimosso ha in ogni caso fatto il giro del mondo così come le sue parole di ieri (“Dopo il Mondiale deciderò dove giocare la prossima stagione”) tengono aperte tutte le porte sul suo futuro. La Juve c'è e può provarci, Lotito non farà sconti ma nemmeno si opporrà alle proposte bianconere prima ancora di ascoltarle. Non è poco, anzi è molto.  

    @NicolaBalice


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