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  • La Samp è salva: addio Ferrero, inizia ufficialmente la nuova era Radrizzani-Manfredi. E Al Khelaifi...

    La Samp è salva: addio Ferrero, inizia ufficialmente la nuova era Radrizzani-Manfredi. E Al Khelaifi...

    • Renzo Parodi
    Incubo finito. La Sampdoria è salva e giocherò il prossimo campionato di Serie B, seppur partendo da -4 in classifica. Termina l’era di Massimo Ferrero, si apre una nuova stagione, al comando del club blucerchiatoci sarà il tandem Radrizzani-Manfredi con l’atteso appoggio di Qatar Sports Investments di Nasser Al Khelaifi, (presidente del PSG) che subentrerà in un secondo tempo con una quota di minoranza.

    A sera, al termine di una giornata convulsa di serratissime e drammatiche trattative fra il ticket Radrizzani-Manfredi e il trustee Gianluca Vidal (con Massimo Ferrero convitato di pietra attivissimo a cospargere di ostacoli la strada dell’intesa) è finalmente stato raggiunto l’accordo per il passaggio della società dal Viperetta al gruppo presieduto dai due manager italiani. Radrizzani sta per cedere la sua quota nel Leeds agli americani del San Francisco 49ers per 150 milioni di sterline. 

    Giubilo tra i tifosi blucerchiati, un migliaio dei quali dall’ora di pranzo avevano seguito gli sviluppi del caso assiepati sotto la torre B di Corte Lambruschini, dove ha sede la società. Entro la mezzanotte non sono state completate le operazioni bancarie necessarie per il pagamento degli stipendi dei calciatori (13,5 milioni di euro), situazione che porterà alla penalizzazione di -4 nella prossima annata. Fin dal pomeriggio erano stati versati gli stipendi di una parte dei dipendenti del club, all’asciutto da diversi mesi. 

    Le architravi dell’intesa raggiunta faticosamente, tra mille colpi di scena, ritirate più o meno strategiche, (il cda era stato diffidato da Ferrero dall’autorizzare Radrizzani dal procedere all’aumento di capitale) poggiano su due pilastri: il pagamento di una “forbice” tra i 27 e 33 milioni di euro al trust, comprendenti 6,5 milioni per il marchio, e regolati da una serie di condizioni e parametri che la Sampdoria potrà conseguire o meno: promozione in serie A, diritti tv, piazzamento in campionato, future coppe europee, che influiranno sulla somma finale da versare al trust che racchiudeva la Sampdoria. Il denaro sarà girato ai creditori di due aziende del gruppo Ferrero messe in concordato prefallimentare. Al Viperetta non toccherà un euro, in compenso salverà cinema e proprietà immobiliari dal fallimento. Il pagamento avverrà in rate distribuite lungo la durata fissata dal tribunale fallimentare di Roma per il trust: fra i 16 e i 30 mesi.

    Secondo pilastro, l’immediato aumento di capitale di 40 milioni di euro che metterà in sicurezza i conti del club ed eviterà la penalizzazione in classifica. Senza entrare nei dettagli, la conclusione del deal è stata confermata da professor Pieremilio Sammarco, legale di Ferrero, confermato come suo avvocato di fiducia. Come gli altri interlocutori, Sammarco, già esponente della giustizia sportiva della Figc, aveva trascorso in call l’intera giornata, confrontandosi con le controparti. In una ridda di altri e bassi, speranze e delusioni che avevano messo a durissima prova i nervi, già consumati da mesi di traversie, dei tifosi della Sampdoria. E fatto temere che la trattativa naufragasse.

    In mattinata si era sparsa la voce – poi confermata – che il presidente del collegio sindacale, Marcello Pollio, avesse stoppato il cda sulla strada della richiesta forzosa di aumento del capitale, l’unico strumento utile per superare l’ostacolo frapposto da Ferrero che reclamava il proprio ruolo di proprietario della Sampdoria. Bloccando l’aumento di capitale, la Sampdoria si sarebbe ritrovata nuovamente a rischio, incapace di saldare gli stipendi arretrati dei calciatori e soggetta alla penalizzazione in classifica. E incollata nelle sabbie mobili di un futuro incerto. Una impasse superata dopo ore e ore di trattative convulse, a tratti condotte su toni altissimi.

    Radrizzani aveva inizialmente formulato a Vidal un’offerta decisamente più bassa delle attese: circa 18 milioni di euro, a fronte dei trenta e passa milioni pretesi da Ferrero. Il Viperetta reclamava anche il pagamento del marchio Sampdoria (il Baciccia, il marinaio con la pipa in bocca) tuttora oggetto di un leasing di Banca Intesa fino al 2024 e assistito da una fideiussione di Edoardo Garrone. Proprio sull’ex proprietario si erano appuntate le attese, era girata la voce che il sindaco di Genova, Bucci, avesse esercitato una moral suasion per convincerlo a partecipare allo sforzo finanziario di Radrizzani per trovare un’intesa con Ferrero e disinnescare il rischio di fallimento del club. Voce che col trascorrere delle ore aveva perduto consistenza, Garrone si era sempre rifiutato di versare anche un solo euro a Ferrero e Radrizzani si era mosso con Banca Sistema (uno dei creditori della Sampdoria) per avere una tranche di circa 5 milioni con la quale cominciare a pagare gli stipendi dei dipendenti. In tarda serata, entro la mezzanotte, si è provveduto a bonificare anche gli stipendi dei calciatori. 

    Con il passare delle ore il clima si era fatto rovente, la folla dei tifosi rumoreggiava e reclamava la fine di una vicenda dagli aspetti fra il grottesco e il drammatico, con punte di umiliante incertezza, indiscrezioni e voci incontrollate e scontri al calor bianco al quinto piano di corte Lambruschini, dove era riunita l’assemblea straordinaria. In apertura dell’assemblea, lunedì pomeriggio, Ferrero si era scagliato contro i membri del cda accusandoli di avergli provocato gravi pregiudizi economici accogliendo la proposta di Radrizzani e aveva minacciato azioni legali. Unma mossa che aveva gettato il cda nel panico e lo aveva convinto a fermare la procedura di aumento di capitale.  Anche il finale di partita ha conosciuto un ultimo sussulto. Come fece nel 2019 ai tempi della trattativa con gli americani di Vialli, il Viperetta aveva tentato l’ultimo rilancio, tre milioni in più della somma concordata. Gli è andata male. Le cose erano andate troppo avanti e ciascuno doveva prendersi le proprie responsabilità. “La Sampdoria non è più mia”, ha confermato Ferrero. In città, nelle case dei sampdoriani, saltavano i tappi di champagne. 

    Da domani si apre una nuova era. Dopo i nove tormentatissimi anni della gestione di Massimo Ferrero. Che esce di scena per la gioia dei sostenitori blucerchiati che lo avevano individuato, assieme a Garrone, come il vero responsabile del tracollo della loro squadra.  
     

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