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  • La scelta di Giuntoli ha spaccato la Juve in due. Ha deciso Calvo, ma Allegri non molla. E non si muove...

    La scelta di Giuntoli ha spaccato la Juve in due. Ha deciso Calvo, ma Allegri non molla. E non si muove...

    • Nicola Balice
    Chi ha tempo non perda tempo. Ma se a prendere tempo è Aurelio De Laurentiis, di conseguenza può essercene abbastanza di tempo per provare a rimandare la rivoluzione anche all'interno della Juve. Al di là dei bisticci di parole, tra Napoli e Torino si è registrata una fase di stallo sul fronte Cristiano Giuntoli, che restava l'assoluto favorito (e pure qualcosa di più) per la carica di nuovo direttore sportivo bianconero, ma nuove riflessioni sono in corso alla Continassa anche se lo riguardano quasi marginalmente. Perché la decisione di puntare tutto o quasi su di lui reca in calce la firma di Francesco Calvo più di chiunque altro all'interno dell'area sportiva bianconera, mentre torna alla carica il partito conservatore di chi vorrebbe dare continuità all'attuale gruppo di lavoro, un partito che ha in Max Allegri il suo leader. Il tecnico bianconero infatti è stato eletto punto di riferimento totale di tutta l'area sportiva fin dal giorno dopo l'addio di Andrea Agnelli e tutto il cda, una incoronazione ricevuta direttamente da John Elkann e il fatto che la scelta finale del ds (Giuntoli) sia arrivata senza un reale processo decisionale condiviso sta creando non poche tensioni. E quel blocco granitico composto da Calvo, Allegri e Federico Cherubini, in realtà sta celando diverse crepe quando si avvicina la fine di una stagione surreale per mille motivi, quando si avvicina quindi il momento dei bilanci che assomigliano tanto a una resa dei conti. 

    ALLEGRI VS CALVO. Il punto non è tanto che sia stato scelto Giuntoli, quanto il fatto che sia stato scelto senza un suo vero coinvolgimento o quasi alle sue spalle. Questo uno dei cattivi pensieri portanti sul fronte Allegri, che ha inevitabilmente malgradito anche le informazioni arrivate pure a lui dei sondaggi per altri allenatori, come Raffaele Paladino e Igor Tudor, sempre con Calvo in regia. Figuriamoci i rumors su Luciano Spalletti. E pure il messaggio lanciato in conferenza stampa non lascia spazio a interpretazioni: qualunque cosa accada, Giuntoli o non Giuntoli, non sarà Allegri ad andarsene, semmai la Juve volesse cambiare allora dovrà essere esonerato. Con oltre 40 milioni di motivi che complicano un cambio di rotta in panchina: tanto costa il prossimo biennio al lordo delle tasse solo di ingaggi tra Allegri e il suo staff. 

    GIUNTOLI O MANNA. Al netto di tutto, sembrava Giuntoli l'assoluto favorito per il nuovo corso bianconero, su cui era già proiettato, con radiomercato che non pareva più avere alcun dubbio a riguardo. Mentre prosegue la melina di De Laurentiis però riprende consistenza l'ipotesi della continuità in casa Juve, anche in virtù del fatto che tutti i dirigenti dell'area sportiva hanno ancora un anno di contratto. Con Giovanni Manna, attuale ds della Next Gen, che in tal caso potrebbe ricevere quella promozione al fianco di Cherubini che prima della rivoluzione di novembre sembrava vicinissima: non saranno i nuovi deferimenti a incidere, erano ormai attesi da tempo, in ogni caso la Juve ha comunque deciso di confermare lo stesso Cherubini anche se con un ruolo di diverso (coordinatore squadre) nonostante l'inibizione già confermata per il caso plusvalenze.

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