La scuola è imprescindibile per la scienza, non per la politica. Multe per ristoranti aperti? 'Spese di marketing'

63
Chi chiude scuole non lo fa per scienza.Cts, Comitato Tecnico Scientifico a domanda risponde: "Garantire didattica in presenza in tutti i cicli". Cioè riaprire scuole superiori, ora, subito. Riaprire, punto. Anzi Cts aggiunge due aggettivi "imprescindibile" e "improcrastinabile". Riaprire, così dice Cts, così non fa la quasi totalità delle Regioni. Tra le loro ragioni non c'è quella della scienza, nessuna copertura alle scelta di scuole superiori chiuse viene da virologi ed epidemiologi. Se e quanto danno verrà ad una generazione, sarà la conseguenza di una scelta politica. Scelta a cui la scienza ha tolto ogni alibi.
Attentati alla salute immuni alla legge, l'insostenibilità vacuità dei divieti.
Venerdì sera 15 gennaio, ristorante Milano Corso Sempione: aperto, ai tavoli 90 clienti, cibo, musica e balli. La proprietaria: "La pandemia ci ha rotto i c...". Applausi dai tavoli. "La mascherina, una rottura di c...". Applausi.
Stessa sera, ristorante Bologna Viale Stalingrado, proprietario o gestore che sia all'ingresso: "Quanti siete? Otto! Bene, entrate. Fate come se questi qua non ci fossero. Sono la feccia della società". Quelli da fare come non ci fossero, la "feccia" sono i poliziotti visibili nel video sul marciapiede antistante il locale.
Stessa sera, Roma ristorante Via Conca d'Oro: corale "brindisi al coraggio degli eroi". Gli eroi sono quelli che hanno aperto il ristorante che per legge doveva restare chiuso.
Uno, dieci, cento ristoranti (comunque minoranza netta, netta ma nutrita) la sera di venerdì hanno aperto contro e fuori legge. Davanti e sotto gli occhi delle Forze dell'Ordine. Secondo disposizioni sanitarie il loro gesto è attentato alla salute pubblica. Ma nessuno dei dieci, cento ristoranti oggi lunedì 18 gennaio si è visto la licenza ritirata. Né mai se la vedrà ritirata. Multa da 400 euro. Un ristoratore ne ha messe in fila ben nove. Si è fatto i suoi conti e ha detto: "Le considero spese di marketing". Quaranta coperti valgono ben 400 euro.
Ognuno assegni torti e ragioni come vuole. Qui si segnala altro e cioè come la sostanziale impunità-impunibilità dei comportamenti fuori norma attesti e documenti l'insostenibile vacuità dei divieti. Troppe cose non si possono secondo divieto fare, quasi tutto il vietato in qualche modo si continua a fare.
Sono infatti divieti sottoposti a controlli di fatto senza sanzioni credibili.
Divieto di mobilità tra Regioni: nella realtà non c'è, se vuoi vai dove vuoi. Al massimo scrivi quel che ti pare sull'autodichiarazione. Ma è raro, davvero raro, che qualcuno te la chieda per strada.
Divieto di andare in casa altrui più di una volta al giorno e in più di due: nella realtà divieto ignorato da tutti e vigilato da nessuno. Anche perché impossibile vigilarlo.
Divieto di consumo fuori dai bar: tutti consumano fuori dai bar.
Divieto di avvicinarsi a meno di un metro, meglio due, nei negozi: nei negozi ci si avvicina a meno di un metro e il cartello esposto fuori con il numero massimo di persone tutte lì dentro insieme reca un numero che nessuno conta.
Divieto fuori casa dopo le 22: questo si rispetta di più, soprattutto perché c'è poco dove andare fuori dopo le 22.
L'esperienza della realtà ormai lunga dieci mesi consiglierebbe di sfoltire il vasto elenco dei divieti (una volta si diceva grida manzoniane, cioè editi fatti di solo fiato) e di ridurre a pochissimi i divieti per così dire essenziali e soprattutto praticabili. E di farli, quei pochi divieti, rispettare con severità. Imporli i pochi divieti e non decretarli i tanti divieti. Altrimenti si incassa il danno suppletivo del lamento e scontento sociale (e vittimismo in alcuni casi) per il lockdown che non c'è senza i vantaggi sanitari del lockdown vero.
Quanti italiani a 5000 netti al mese?
Solo 325 mila su 41 milioni di contribuenti dichiarano al fisco italiano redditi sopra i 120 mila euro lordi annui (al netto 120mila fanno circa 70 mila netti, 50 mila si pagano solo di Irpef, poi le altre imposte...). Uno su 125 italiani vive, economicamente tranquillo e in grado di spendere, con almeno 5000 euro netti al mese. Per inciso, i 325 mila pagano il 16% di tutta l'Irpef essendo lo 0,8% di tutti i contribuenti, un rapporto di progressività da 1 a 20). Solo 325 mila, solo lo 0,8 per cento. Possibile? A soli 325 mila assommano gli agiati, i benestanti, i ricchi, i molto ricchi in questo paese? E' questo quello che vi dice la vostra esperienza di vita nel mondo reale?
Non è neve, è plastica.
A proposito di mondo reale, sempre più misconosciuto, imperdibile il video dalla Spagna. "Non è neve, è plastica, ci vogliono imbrogliare", la donna con accendino sul balcone nega la neve che ha in mano dopo averla raccolta sul pavimento. Fiamma dell'accendino sulla neve e certezza sia plastica (sparsa dai cieli) perché non diventa acqua limpida. Un imbroglio (di chi?) per fregarci (cosa?). Qui giorni fa avevamo scherzato con il paradosso dei cappotti che i Poteri Forti vogliono farci indossare inventando il freddo...realtà supera fantasia. Imperdibile video, in qualche caso video in cui vedersi allo specchio.
Pensabais que no iban a salir los negacionistas de la nieve? Pues también . pic.twitter.com/KtXdrmvpM5
— Estibador (@mundoestiba) January 9, 2021
Controlla la tua casella email per confermare la tua iscrizione.
Scrivo per l'ultima volta e poi mi arrendo ad un Italia fatta soprattutto di gente che pensa in maniera superficiale ed egoistica.
Le misure che sono state prese fino ad oggi, per lo più, dal punto di vista sanitario, hanno un senso. Intendo dire che la scuola, i bar e i ristoranti, gli stadi, i teatri e i musei e i centri commerciali chiusi in toto o in parte contribuiscono a ridurre sensibilmente la probabilità di contatti tra positivi al virus e non positivi, rallentando di fatto i contagi e dando la possibilità alla struttura sanitaria nazionale di reggere all'urto della pandemia. Questo lo sappiamo e lo ammettiamo più o meno tutti (la quasi totalità della popolazione), Da qui in poi nasce un enorme e complesso problema. Chi paga il costo di questa scelta politica?
Bene la politica stessa ha deciso in maniera deliberata, e consapevole di addebitare questo costo ai commercianti, bar, discoteche e ristoranti palestre, aziende che fatturano grazie ai teatri e agli stadi. Tutto questo in nome della non essenzialità di queste attività. Essenzialità che è soggettiva perchè per quanto il 70 per cento della popolazione possa ritovarsi in questa definizione, il restante 30 per cento vive di queste attività cosiddette non essenziali. Ci paga il mutuo, l'affitto, le scuole il cibo e i vestiti per se e per i figli. Possiamo anche dire che c'è la cassa integrazione, ma l'80% dello stipendio minimo di categoria versato puntualmente in ritardo (benvenuti in Italia), non è sufficiente. E per i titolari di attività non essenziali è ancora peggio, per buona pace di quegli ignoranti e bifolchi che credono che l'asporto o una serata di apertura clandestina per protesta siano sufficienti a farle stare in piedi. Non solo non portano a casa soldi per vivere, ma ogni mese devono fare debito o intaccare il proprio patrimonio personale per tirare avanti oppure chiudere. Mai ho sentito dalla politica idee per distribuire il peso della crisi sulle spalle di tutti gli italiani. Quelli che silenziosamente protestano, quelli che protestano rumorosamente ma in maniera civile e intelligente, e anche quelli che protestano rumorosamente e in maniera stolta ed incivile (una minoranza per fortuna, ma al mondo ci sono anche loro, in ogni categoria) hanno una grande ragione dalla loro. E cioè che i sacrifici per il bene comune li dobbiamo fare tutti e vanno equamente divisi. Non è possibile che i pensionati, statali, impiegati e lavoratori operai che stanno dalla parte fortunata della barricata paghino col fatto di una vita sociale soffocata ma da un considerevole risparmio economico figlio di cene e pranzi non fatti al ristorante, aperitivi evitati e vacanze e week end opportunamente rimandati ad un domani migliore, Mentre chi sta dalla parte sbagliata della barricata (e sono una minoranza, ma una minoranza consistente vicina al 30 per cento dei lavoratori) nel migliore dei casi oltre alla vita sociale soffocata si vede un'entrata mensile inferiore di almeno 500 euro, tutti i mesi da un anno, nel peggiore (oltre alla vita sociale soffocata) ha chiuso l'attività non ha portato a casa stipendi e ha fatto debiti. Quando sento dire in tv che le regole devono valere per tutti, che chi sgarra deve pagare e che chi va contro la legge è un delinquente ricordo che in linea generale sarei d'accordo con loro, ma che però questo vale quando le regole hanno lo stesso peso per tutti e invece alcuni si arricchiscono altri galleggiano ma tanti (soprattutto quelli che vanno contro le regole) sono schiacciati da queste regole. Se in Italia come in altri paesi, affianco ai veti e chiusure ci fossero finanziamenti e fondi per chi non riesce più a vivere, allora credo che bar e ristoranti sarebbero tra i primi a rispettare le regole. Ma questo non avviene, e mettete la testa di una categoria di gente sotto il filo dell'acqua, senza bombole di ossigeno o boccagli a permetterne la sopravvivenza, presto o tardi morderà la mano che tiene giù la testa, non fosse altro che per mero istinto di sopravvivenza, guai però a quelli che si alzeranno indignati a gridare che chi annegava ha tirato un morso, perchè appena poi questi si riprenderanno un attimo e tireranno il fiato incominceranno a morderli, senza che ce ne sia poi un reale bisogno, così per vendetta.
63