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  • La Spagna era ed è più forte dell'Italia, ma Bonucci e Insigne l'hanno aiutata

    La Spagna era ed è più forte dell'Italia, ma Bonucci e Insigne l'hanno aiutata

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La Spagna è più forte dell’Italia. Lo era anche tre mesi fa quando l’Italia, prima di diventare campione d’Europa, la eliminò in semifinale. Vincemmo ai calci di rigore, ma non vedemmo quasi mai la palla. La Spagna ebbe più possesso e più occasioni, praticamente un dominio. Infatti scrissi, in controtendenza rispetto ad una nazione in deliquio, che non avremmo meritato la finale.

    La Nations League non vale neanche un centesimo dell’Europeo, è una manifestazione inventata dall’Uefa per far scoppiare un calendario internazionale già zeppo. Tuttavia, la prima semifinale della competizione disputata ieri in un San Siro gonfio di riprovazione per la scelta di mercato di Donnarumma, costitutiva la rivincita dello scontro di Wembley. Ebbene la Spagna l’ha vinta (2-1) agevolmente e brillantemente sia in parità numerica (gol di Ferran Torres), sia in superiorità numerica (ancora Ferran Torres, ma dopo l’espulsione di Bonucci).

    La Nazionale è stata eroica nel finale quando, dopo essere stata graziata una volta da Oyarzabal e salvata da Donnarumma su conclusione a botta sicura di Marcos Alonso, ha riaperto la partita con un gol di Lorenzo Pellegrini, inventato, costruito e rifinito da Federico Chiesa. Era l’82’, ma da quel momento fino al 95’, gli azzurri, che hanno corso a vuoto per l’intero secondo tempo, non hanno più avuto la minima opportunità. 

    Partita di cuore e di coraggio, di corsa e resistenza, la dimostrazione che questa squadra c’è sempre, che non molla mai e ci prova fino all’ultimo. Molto ha potuto Chiellini, che nella ripresa ha rilevato Bernardeschi, bravi anche tutti gli altri subentrati (Pellegrini, Kean, Locatelli, Calabria), giusto cambiare sistema di gioco (dal 4-4-1 al 3-5-1), però serviva un episodio favorevole magari a metà ripresa, mentre quel che è successo nel primo tempo è andato tutto contro l’Italia. 

    La Spagna era più forte prima, è più forte adesso, sarà più forte fra poco più di un anno al Mondiale del Qatar. Vale la pena tenerlo a mente e non cullarsi su un titolo che ha fatto storia, ma non può continuare a  fare cronaca. Furie Rosse contro azzurro pallido. Soprattutto difensivamente. Dopo un tiro di Chiesa (respinto) e uno, estemporaneo, di Bastoni, in proiezione offensiva, la Spagna sfonda a sinistra - la destra della difesa azzurra - dove Di Lorenzo, poco aiutato da Chiesa, lascia un’autostrada sia a Oyarzabal, sia a Marcos Alonso. Due volte gli spagnoli trovano scoperta quella porzione di campo e, nel primo caso, ci mette una toppa Bastoni (preferito a Chiellini), mentre nel secondo il cross di Oyarzabal trova Bastoni fuori posizione (cicca la palla) e Ferran Torres che mette dentro. E’ appena il 17’ e, nel giro di un minuto, l’Italia rischia di trovarsi in doppio svantaggio. Dopo un flipper in area azzurra, Marcos Alonso conclude facile, Donnarumma va molle e perde il pallone che sbatte sul palo prima che Bonucci, in precario equilibrio, lo metta miracolosamente oltre la traversa.

    Fino alla mezzora comanda la Spagna che esce dal feroce pressing alto degli azzurri con un palleggio quasi sempre sicuro. Eppure al 33’, su azione manovrata, Bernardeschi scappa sulla destra, entra in area e sceglie la soluzione personale. Il portiere Unai Simon non si lascia sorprendere e devia sul palo (il primo) un tiro altrimenti destinato alla rete.

    La partita ruota in favore dei nostri avversari negli ultimi dieci minuti del primo tempo. Accadono tre episodi che cambiano la trama e definiscono il contesto. Il primo (35’) è il clamoroso gol fallito da Insigne dopo azione verticale Jorginho-Emerson. L’assist di quest’ultimo chiede solo di essere trasformato in gol, ma il napoletano allarga troppo l’interno destro e spedisce fuori. Il secondo episodio è l’espulsione di Bonucci (42’) per doppia ammonizione. Il fallo che compie su Busquets, allargando il gomito in aria, è da giallo e bene fa l’arbitro russo Karasev a sanzionarlo. Il problema è che venti minuti prima, su una palla persa in attacco dall’Italia, il capitano di serata aveva protestato beccandosi l’ammonizione. Come ha detto anche il c.t. Mancini, il primo giallo non andava preso per nessuna ragione. Terzo episodio, il raddoppio di Ferran Torres (47’, quasi a recupero scaduto), questa volta di testa e ancora una volta su assist di Oyarzabal. Partita finita all’intervallo perché pensare di rimontare due gol alla Spagna con un uomo in meno è praticamente impossibile. Peccato perché, in parità numerica, l’Italia aveva colpito un palo e sbagliato un gol facile da fare. Ma dal possibile 1-1 all’immodificabile sconfitta passa sempre il calcio con il suo insondabile mistero. Dire che l’Italia avrebbe meritato il pareggio è mistificare la realtà. La Spagna ha avuto almeno altre due colossali occasioni (Oyarzabal e Marcos Alonso), Bastoni e Chiellini hanno sbrogliato situazioni pericolose ad un passo dalla porta e, quanto ad attacchi, ne abbiamo prodotto uno solo, sempre con Chiesa, che ha colpito un altro palo, ma era partito in fuorigioco.

    Non così, invece, in occasione del gol di Lorenzo Pellegrini che ha dovuto solo spingere dentro, a porta completamente sguarnita, un pallone conquistato da Chiesa sull’ultimo uomo avversario, trasportato cinquanta metri più avanti nel vuoto della difesa spagnola e offerto al capitano romanista su un piatto d’argento.

    Così, dopo 37 partite senza sconfitte, l’Italia perde a distanza di quasi tre anni. Niente finale di Nations League, dove va la Spagna che aspetta la vincente di Francia-Belgio. Per noi una finalina  nella quale far giocare i giovani e i rincalzi. Ci si vede a Roma a novembre. Per andare ai Mondiali da primi, senza perdersi nel dedalo di conti della differenza reti (per ora favorevole), bisogna battere la Svizzera. E in Qatar ricomincia tutta un’altra storia. 


    :(actionzone)


    IL TABELLINO

    Italia-Spagna 1-2 (primo tempo 0-2)


    Marcatori: 17' e 45'+2' F. Torres (S), 83' Pellegrini (I).

    Assist: 17' e 45' + 2' Oyarzabal (S), 83' Chiesa (I).

    Italia (4-3-3): Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Bastoni, Emerson; Barella (dal 72' Calabria), Jorginho (dal 64' Pellegrini), Verratti (dal 58' Locatelli); Chiesa, Bernardeschi (dal 46' Chiellini), Insigne (dal 58' Kean). Ct: Mancini.

    Spagna (4-3-3): Unai Simon; Azpilicueta, Laporte, Pau Torres, Alonso; Koke (dal 74' Merino), Busquets, Gavi (dall'84' Sergi Roberto); Oyarzabal, Sarabia (dal 74' Bryan Gil), Ferran Torres (dal 49' Pino). Ct: Luis Enrique.

    Arbitro: Karasev S: (Rus)

    Ammoniti: 30' Bonucci (I), 45' Azpilicueta (S), 65' Sarabia (S), 71' Pino (S), 82' Locatelli (I), 89' Oyarzabal (S).

    Espulsi: 42' Bonucci (I).

    Recupero: 2'+5'

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