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  • Lazio, ancora in 22 fermi a Varsavia

    Lazio, ancora in 22 fermi a Varsavia

    • M. A.

    Centotredici ore. Se vi state chiedendo qual è il tempo di risposta del governo italiano a un’emergenza internazionale che coinvolge i nostri concittadini, la risposta è questa: 113. Tante ne saranno passate dal fischio di inizio di Legia Varsavia-Lazio all’informativa «urgente» chesi terrà oggi alle12nell’aula della Camera sui tifosi biancocelesti che allo stadio non ci sono neppure arrivati, arrestati in massa nella capitale polacca. Una vicenda - come riporta Libero - che ha unito non solo l’arco costituzionale italiano da Fratelli d’Italia a Sel, ma ha raggiunto anche il Parlamento europeo: 'Molti episodi legati al fermo e al rinvio a giudizio dei cittadini italiani risultano poco chiari e connotati da evidenti abusi',  la denuncia del vicepresidente del Parlamento Ue, Roberta Angelilli (Ppe). Nonostante questo, solo ieri il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha deciso di agire. Mentre 22 italiani sono ancora detenuti nelle prigioni di Varsavia in condizioni disumane e in attesa di processo: 'Ho chiesto chiarimenti al mio omologo polacco – la nota della Farnesina «accerchiata» ieri da circa 200 supporter biancocelesti che hanno chiesto la liberazione dei loro compagni – intanto l’ambasciatore (Riccardo Guariglia che oggi incontrerà il ministro della giustizia di Varsavia, ndr) ha sollecitato l’accelerazione delle procedure per consentire ai parenti di incontrare i propri cari in carcere e portare loro alcuni effetti personali'. Le parole più dure sono arrivate invece da Giovanni Malagò: 'A prescindere dal comportamento di qualche singolo, c’è stato un atteggiamento delle forze dell’ordine che sicuramente ha mancato di rispetto alle norme più basilari', la denuncia del numero uno del Coni. Frasi che rispecchiano la versione di chi è riuscito a rientrare in Italia dopo due o tre giorninelle carceri polacche senza mangiare, bere né poter parlare con un interprete o un emissario dell’ambasciata. O di quelli che hanno scampato l’arresto per poco. «Solo per prigrizia» racconta Alfonso Rossetti, ex consigliere municipale dell’ex VII municipio (ora V) della Capitale: 'Sono abbonato dal ’71 eho vissuto 250 trasferte, ho fatto anche politica in piazza: di soprusi ne ho visti, ma così mai', la ricostruzione del 51enne commerciante, 'ero al Novotel giovedì mattina, a pochi passi da dove è avvenuta la retata (circa 150 fermati, ndr). Non si è sentito uno scontro, una sirena. Non ci sono state molotov, nemmeno una vetrina rotta. Era tutto tranquillissimoprimadel blitz. Potevo esserci anche io nel tritacarne, con mio figlio e mio nipote, ma per fortuna avevo fatto tardi al ristorante'.

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