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  • Lazio bella addormentata, super Milinkovic la salva solo a metà: per Sarri è un'altra occasione sprecata

    Lazio bella addormentata, super Milinkovic la salva solo a metà: per Sarri è un'altra occasione sprecata

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    La Lazio manca l’occasione d’agganciare il gruppo di testa. L’Empoli, invece, giusto nei secondi di recupero si fa sfuggire quella di dare ancora più senso e gusto e sapore al suo già eccellente campionato. Finisce tre a tre, dunque, la partita, in un rincorrersi di emozioni dall’inizio alla fine d’un match non proprio bellissimo, però avvincente e sempre sul filo dell’incertezza e della sorpresa. Tre gol dell’Empoli in vantaggio di due, poi ripreso, poi ancora in gol. Tre gol pure della Lazio, più una traversa, un gol annullato e un rigore parato, con Milinkovic che firma una doppietta.

    Si gioca, dunque, all’Olimpico. E di questi tempi la notizia è già parecchio buona. I patimenti di tant’altre squadre sono, infatti, ben lontani dalla Lazio e dall’Empoli che sono squadre vive, motivate, cacciatrici di gol e di successi. Tant’è che partono tutte e due di gran carriera. La Lazio tenendo alta la linea del pressing e dell’attacco e l’Empoli provando a sfuggire col palleggio alla pressione di chi gli sta di fronte. Sembrerebbe una di quelle partite più tattiche che belle. Sembrerebbe. Perché, invece, diventa immediatamente scoppiettante. Improvvisamente e anche sorprendentemente sorprendente.

    Mentre la Lazio mette a punto le sue geometrie, infatti, l’Empoli colpisce a tradimento. Non una ma due volte in quattro minuti appena. Proprio così: otto minuti e i toscani vanno sopra di due gol. Con Bajrami, che (4’) trasforma un rigore per un tocco di Strakosha su Di Francesco da vedere e rivedere con la lente d’ingrandimento per trovarlo (bravo, quindi, Antonio Giua) e poi con Zurkowski, il quale sfrutta la sua beata solitudine in area della Lazio per approfittare d’un pallone figlio di un rimpallo tra  Di Francesco e Luiz Felipe.

    Due a zero. Un avvio scioccante per Sarri e la sua banda che certo male non è, ma che colpevolmente s’addormenta su entrambi i gol che prende. Un avvio che, probabilmente, sorprende pure l’Empoli per la faciltà che la Lazio gli regala per andare a rete. Ma l’Empoli, si sa, è fatta così: accetta le sfide a viso aperto e difficilmente perdona gli altrui errori. E poi corre. E poi, stavolta, gode parecchio della libertà che Cataldi concede a Bajrami, ispiratore d’ogni buona azione dei toscani, per la felicità di Andreazzoli, il quale porta un po’ d’aggiustamenti alla formazione che aveva messo in campo prima della sosta. L’attacco, infatti, è tutto nuovo, con Di Francesco e La Mantia al posto di Cutrone e Pinamonti, ma anche con Ismajli in difesa e Bandinelli a centrocampo, rispettivamente, per Romagnoli ed Henderson.

    E la Lazio bella addormentata? Beh, alla Lazio quei due schiaffoni in piena faccia fanno bene. Si svegliano, infatti, Immobile e la sua bella compagnia. Non a caso, Immobile. E’ infatti proprio il capitano che prima del quarto d’ora (14’, per la precisione) gira di precisione in porta un cross di Savic riaprendo una partita che stava prendendo proprio una brutta piega. Questa è Lazio-Empoli in avvio. Manco quindici minuti e già tre gol. Neppure un quarto d’ora e un concentrato di emozioni che portano anche  divertimento. Magari non sarà calcio spettacolare, ma di sicuro assai godibile. Anche se la velocità, gli scatti, la tensione pure muscolare fanno due vittime eccellenti: Acerbi che (24’) torna ad avere problemi col flessore e lascia il posto a Patric e poi, dall’altra parte, Parisi (33’) costretto a uscire e a far spazio a Marchizza. Tatticamente non cambia proprio niente, ma la partita - e non certo per l’assenza di Acerbi e di Parisi – un po’ s’ammoscia. No, qualche occasione non manca e c’è pure una traversa che frena le ambizioni di Felipe Anderson alla mezz’ora, ma di sicuro il ritmo non è più quello del primo quarto d’ora. Anche se ormai il refrain della partita è chiaro: Lazio (spinta soprattutto da Pedro e Luis Alberto) in attacco per cercare il secondo gol, oltre che per filosofia di gioco ed Empoli che si difende con discreto ordine e che quando riparte lo fa con una velocità che agli avversari dà un sacco di pensieri.

    E’ così che si va al riposo. E quando si ricomincia, la sorpresa l’offre Andreazzoli, il quale tira via Zurkowski e “libera” Bandinelli a centrocampo. Sarri, dopo una doppia occasione in un minuto – Immobile e poi Pedro a tanto dal pareggio – replica con Leiva per Cataldi e Zaccagni per Pedro. Lazio, dunque, con forze fresche e visibilmente più d’attacco. Del resto, a mezz’ora dalla fine, il signor Sarri qualcosa deve fare per recuperare il risultato, no?  Ed ha ragione. Perché con Luis Alberto play alto e Milinkovic ora assai più vicino a Immobile, la pressione biancazzurra è superiore. Ovviamente Andreazzoli se ne accorge. Corre ai ripari. Fuori Bajrami (ed è un peccato) e dentro Stulac per un quattro-quattro-due un poco più prudente. Ma non serve. Perché (66’), prova e riprova, la Lazio fa il due a due. E proprio con Milinkovic centravanti aggiunto. Bella ma chissà se imparabile la girata quasi volante col destro su cross del solito Anderson dalla destra. Giusto un’ora, dunque, per rimettere in  pari la partita. Una incredibile fatica. Ma pareggio meritato, questo è chiaro.

    E allora, fine delle emozioni? Macché. Palla al centro e si ricomincia, mentre Andreazzoli rivoluziona per la terza volta la sua formazione: dentro Pinamonti e Viti per La Mantia e Ricci ed Empoli che passa al tre-cinque-due. E sarà pure un caso, ma giusto un minuto dopo (75’) Di Francesco, solo davanti a Strakosha trasforma in oro una prodezza di Marchizza dal fondo del campo. Incredibile pallone. E incredibile Lazio, che s’adagia per un attimo sul pari e prende il terzo gol. Vero, tre minuti dopo, su corner, Patric segna, ma spedisce col pugno sinistro il pallone in porta e Giua (non sveglissimo stavolta) se ne accorge dopo aver aspettato il Var, dopo aver indicato il centrocampo e dopo averci ripensato andando a guardare di persona. Come si dice: il veleno nella coda. E pur mancando una manciata di minuti al fischio di chiusura, la “coda” è ancora lunga. Ottantaseiesimo, infatti, e Luperto allarga il gomito su Immobile in area di rigore. Palla sul dischetto, ordina Giua forse esagerando pure un poco. Batte Immobile. Batte forte e rasoterra, ma non troppo angolato e Vicario respinge il pallone, ma non speranze di pareggio della Lazio. Infatti, il pieno extra time, su cross morbido di Zaccagni, Milinkovic fa ancora gol. Di testa. E salva tutti. A metà, almeno.

    :(actionzone)

    IL TABELLINO

    Lazio - Empoli 3-3 (primo tempo 1-2)

    Marcatori: 5'pt Bajrami rig (E), 7'pt zurkowski (E), 13' pt Immobile (L), 20'st e 45'st+2 Milinkovic (L), 30'st Di Francesco (E),

    Assist: 13'pt Milinkovic (L), 20'st Felipe Anderson (L), 30'st Stulac (E), 45'st+2 Zaccagni (L)

    Lazio (4-3-3) Strakosha; Hysaj (43'st Lazzari), Luiz Felipe, Acerbi (24'pt Patric), Marusic; Milinkovic, Cataldi (13'st Leiva), Luis Alberto; Felipe Anderson, Immobile, Pedro (13'st Zaccagni). 

    Empoli (4-3-1-2) Vicario; Stojanovic, Ismajli, Luperto, Parisi (32' pt Marchizza); Zurkowski (1'st Bandinelli), Ricci (28'st Viti), Henderson; Bajrami (17' Stulac); Di Francesco, La Mantia (28'st Pinamonti).

    Arbitro: Giua (sez. Olbia)

    Ammoniti: 8'pt Parisi (E), 17pt Luiz Felipe (L), 33' Marchizza (E), 16'st Marusic (L), 26' Luis Alberto (L), 41'st Luperto (E), 45'st+3 Bandinelli (E)

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