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  • Laziomania: addio a Tare e non solo, finale vero di un campionato falso

    Laziomania: addio a Tare e non solo, finale vero di un campionato falso

    • Luca Capriotti
    Una squadra vera in un campionato falso. Sembra una di quelle frasi un po’ boomer, ma la Lazio di Sarri ha disputato un campionato da urlo. Peccato che ad urlare siano state pure le Procure, i processi, i tifosi, le fazioni, le grandi famiglie del calcio. Siamo di fronte ad un campionato falsato: la Juventus si è vista togliere punti, rimettere punti, togliere punti. La Sampdoria ha giocato senza società (e qui dovremmo aprire un grosso capitolo su chi permette certe porcherie, e perché fanno sedere a certi tavoli certi personaggi), e potremmo dirne altre, su come questa corsa Champions sia stata folle. Folle, ma la Lazio l’ha giocata fino alla fine, e potrebbe chiuderla in uno scenario bellissimo, e struggente. 

    FALSATO - Le sentenze hanno reso questo gioco orrendo? No, semmai potremmo parlare del timing, ma a rendere questo gioco orrido sono stati, negli anni, personaggi che non hanno provato a rendere il calcio sostenibile, ma hanno deciso di truccare le carte, i bilanci. Laddove era permesso 2, hanno oltraggiato questo gioco andando all-in. Laddove si chiudeva un occhio, ci hanno sputato addosso talmente tante volte che perfino le Procure si sono dovute svegliare. Laddove tutti abbiamo fatto finta di niente, ci hanno talmente stufato con la loro ubris, la loro boria, la loro sicura impunità che perfino il sistema-calcio Italia si è fatto schifo da solo. Non del tutto, anzi, ci sono ancora protezioni, indecorose vicinanze, commistioni. Ma almeno noi dobbiamo dircelo: questo campionato è stato oltraggioso. Ma non per colpa delle squadre, dei giocatori, degli allenatori. Loro ci provano, a renderlo bello. La Lazio lo ha reso bello. Ma il resto no, il resto ha fatto schifo (sì, comprese le difese d’ufficio, e i tifosi che direbbero qualunque cosa pur di salvarsi la faccia).

    GLI ADDII - Questa squadra, solida, difensivamente valida, che ha giocato un bel calcio tutto Sarri, ci ha regalato una scalata bella, ha combattuto, sta conquistando la Champions dove conta davvero, sul campo non in Procura. E sul campo la Lazio se la prenderà contro la Cremonese, in una partita colma di senso. Ci sarà l’addio a Radu, un pilastro di questa società, di questo spogliatoio, di questa squadra. E l’Olimpico è pieno per lui. Potrebbe essere l’ennesima ultima partita di Milinkovic Savic: e l’Olimpico sarà pieno per lui. Potrebbe essere l’ultima di Igli Tare da direttore sportivo in casa. L’Olimpico non sarà pieno per lui, un po’ un peccato, e un po’ si è meritato questo scarso feeling per il suo carattere ostile, ostico, che non ha mai del tutto compreso questo popolo, e da questo popolo non è mai stato del tutto amato. 

    TARE - Eppure ha fatto, ha messo giù acquisti veri, ha dimostrato competenza e talento. Ma ha anche difeso errori contro ogni logica, stretto alleanze che non ci hanno aiutato, e sbagliato acquisti in momenti decisivi. Ma più di tutti paga l’assoluta mancanza di feeling con Sarri, e aver trasformato questa gestione tecnica in una resa dei conti continua, pur avendo lentamente perso l’appoggio del presidente Lotito. Questa la fotografia attuale: rinnoverà? Non è ancora detta l’ultima, con Lotito mai è detta, ma di certo c’è una certa di insofferenza nei suoi confronti, e questo non sta aiutando anche a dirsi grazie di tutto, che potrebbe essere comunque un finale giusto per una gestione personalistica, ingombrante, da rais, ma anche con qualche tentativo di uscire dalla salumeria lotitiana per provare ad avere un respiro diverso. Senza riuscirci, e pure questo potrebbe essere stato fatale. 

    TUTTO INSIEME - Tutto insieme: l’Olimpico pieno potrebbe festeggiare una nuova gestione, un nuovo corso totale, costruito intorno a Sarri, potrebbe salutare alcuni e magari augurarsi di incontrarne di altri. Siamo di fronte davvero ad un nuovo inizio? Non dobbiamo mai dimenticare che al centro c’è sempre Claudio Lotito, che ora è pieno di impegni politici, aziendali, e ha la Lazio in Champions League. Che, stavolta, va onorata davvero. Non solo da giocatori e allenatore, ma sopratutto da lui, Claudio Lotito, che ha davanti l’ennesima occasione. E deve fidarsi di Sarri.

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