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  • Laziomania: addio sogno Champions. In estate via chi mette l’ego personale prima della squadra

    Laziomania: addio sogno Champions. In estate via chi mette l’ego personale prima della squadra

    • Alessandro De Felice
    Lasciate ogni speranza o voi che entrate… all’U-Power Stadium. Cala il sipario. Si spegne definitivamente la speranza della Lazio di conquistare un posto nella prossima Champions League. Quella che sembrava essere la svolta positiva e il momento che cambia la storia, il gol di Vecino all’85’ che ha riportato avanti i biancocelesti nel momento di massima difficoltà contro un Monza mai arrendevole, si è ben presto trasformata in una vana illusione con la seconda rete di Milan Djuric in pieno recupero a condannare definitivamente la squadra di Igor Tudor. Un risultato giusto per quanto visto in campo, con una Lazio che dopo aver sbloccato con merito la gara in avvio grazie al tap-in di Immobile sulla conclusione di Kamada respinta in maniera miracolosa da Di Gregorio si spegne quasi totalmente, lasciando il pallino del gioco in mano agli avversari e subendo con continuità l’iniziativa della formazione di Palladino, che prima grazia i biancocelesti in un paio di occasioni e poi li punisce con Djuric. L’epilogo che fotografa perfettamente la stagione travagliata in campionato dei capitolini.

    NERVOSISMO - Certamente ad Igor Tudor non mancano coraggio e intraprendenza. La scelta di schierare Hysaj sulla linea dei difensori, con Zaccagni nel ruolo di quarto di centrocampo, determina una Lazio più sbilanciata in avanti, con più calciatori di qualità e pronta a fare la partita. Uno scenario che si verifica sin dalle prime battute del match, con i biancocelesti che trovano meritatamente il vantaggio con Immobile. Il piano tattico del croato viene, però, rovinato dalla frenesia di Zaccagni, che prima si fa ammonire al 15’ e poi rischia in un paio di occasioni, prima della mezz’ora di gioco, il secondo giallo e la via degli spogliatoi. Ci pensa Tudor, che mostra ancora di non aver paura, anche se si tratta di un ‘senatore’, e sostituisce il numero 20 al 32’ con Casale, che a sua volta ci mette poco meno di due giri di lancette per beccarsi il giallo. Saranno ben 7 gli ammoniti in casa Lazio al triplice fischio, un segnale di nervosismo che in un momento così delicato della stagione è tutt’altro che positivo. E il rendimento e il risultato ne risentono, di conseguenza.

    CAMBI E REAZIONI - Da una parte le reazioni dei calciatori sostituti, dall’altra l’apporto praticamente nullo dei subentrati, eccezion fatta per Vecino. Se i cambi di Tudor sono mirati a non rischiare l’inferiorità numerica e far fronte agli infortuni, dall’altra parte Cataldi, Castellanos e Casale sbagliano praticamente tutto. Un errore dietro l’altro, che incide sull’esito finale dell’incontro, con il Monza che cresce e la Lazio che cala. L’altra faccia della medaglia riguarda soprattutto Zaccagni e Luis Alberto, che non curanti del bene della Lazio e della situazione, mostrando evidente disappunto per le sostituzioni, dimostrando ancora una volta di mettere davanti l’ego personale alla squadra e il raggiungimento dell’obiettivo. Un segnale molto negativo per il presente e per il futuro, lanciato da quelli che sono due pilastri e dovrebbero dare l’esempio ai compagni più giovani.

    DIFESA HORROR - Qualcuno la definirebbe ‘La banda del buco’, citando la famosa commedia del 1960 diretta da Mario Amendola. La difesa della Lazio è ormai diventato un colabrodo, con un enorme passo indietro rispetto a quelli in avanti fatti nelle ultime settimane. Romagnoli e Casale soffrono tremendamente le iniziative degli attaccanti del Monza e rischiano di capitolare molto più volte rispetto ai due gol in tabellino al fischio finale. Una prestazione gravemente insufficiente della retroguardia biancoceleste che costa cara in ottica Champions e un punto che potrebbe stare anche stretto a un Monza che ha costantemente impensierito Mandas e compagni creano numerose opportunità non sfruttate.

    QUALI IDEE? - Per il primo il gol e poco altro. Il secondo sempre lontano dal vivo del gioco e mai capace di controllare un pallone e rendersi pericoloso. Il problema centravanti resta evidente per la Lazio, con Immobile e Castellanos che confermano le enormi difficoltà mostrate a larghi tratti nel corso della stagione. A questo ci aggiungiamo che a Monza la Lazio evidenzia la carenza nella costruzione del gioco, con palle lunghe e una costruzione che non solo non è fluida ma manca proprio nei movimenti e nelle idee. In estate servirà resettare e ripartire da zero. Un taglio netto col passato e una rosa da ricostruire. La più classica delle oscillazioni in termini di risultati dell’era Lotito, con il club che non riesce (o probabilmente non vuole) dare continuità ad un’ottima stagione consolidando quanto fatto l’anno prima con acquisti mirati e la possibilità di rinforzare una rosa che anche a Monza ha dimostrato le gravi carenze nel momento dei cambi.

    CHE COLPA(NI)CCIO - Se le indiscrezioni degli ultimi giorni dovessero trovare conferma e l’affare dovesse concretizzarsi, la Lazio metterebbe a segno un gran colpo portandosi a casa Andrea Colpani. Il ‘Flaco’ gioca una gara incredibile contro quella che potrebbero essere la sua prossima squadra. Qualità e quantità a servizio dei compagni e un apporto fondamentale. Un calciatore ancora giovane e pronto a grande salto, che proprio contro la Lazio fornisce una grande prestazione. Un messaggio a Tudor e Fabiani in vista dell’estate. Ma la grande incognita resta sempre la stessa: chissà se Lotito vorrà costruire una squadra competitiva e alzare asticella e ambizioni o si accontenterà ancora una volta di un mercato ‘low cost’ con saldo positivo e nomi tutti da scoprire e valorizzare invece di rinforzare la rosa con certezze e volti noti, pronti sin da subito a dare una mano e far crescere il livello della squadra…

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    MingoDe***Lazio
    MingoDe***Lazio

    Ahahah commenti fantastici da parte dei tifosi pascitori di ovini, che aspettano il trapasso di l...

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