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  • Laziomania: giustizia è fatta, questa Lazio è meglio del mercato di Tare

    Laziomania: giustizia è fatta, questa Lazio è meglio del mercato di Tare

    • Luca Capriotti

    Alla fine è giusto così, giusto così. La gioia, le urla strozzate, la vittoria di fatica dopo il lungo stillicidio, la gioia frenata, il rigore che ottura il risultato. I rigori che fanno giustizia. Giusto così, la Lazio espugna San Siro, si guadagna la rivincita col Milan in semifinale. Diciamolo urlando: questa Lazio è meglio del suo mercato, molto meglio del mercato di Igli Tare.

     

    Questa Lazio non si meritava l'acquisto stiracchiato di Romulo, quasi costretti, quasi controvoglia. Non è tanto il giocatore, che mi piace, ma è il fatto che Tare non volesse intervenire a farmi stranire: solo gli infortuni di Patric e Marusic (che ha un doloretto ricorrente alla schiena) hanno convinto la dirigenza a buttare giù un acquistino. Come se gennaio fosse una cosa che non li riguardasse molto. Come se correggere non fosse lecito. Come se questa squadra non meritasse un investimento importante.


    Questa Lazio si merita tutto: giustizia è fatta. Contro il fato beffardo che ha condannato a 120 minuti di sofferenza, di agonia, con il rigore all'ultimo secondo utile. Sembrava l'ennesima beffa del destino. Sembrava non dovesse farcela. Sembrava l'ennesimo dolore da raccontare ai nipoti.

    Un prestitino, quello che è arrivato, una sfoltitina ai giovani poco utilizzati, e via, pronti per la seconda parte della stagione. Partiamo da un presupposto: Romulo sarà un giocatore utile, è pronto, esperto, duttile. La Lazio lo vuole da almeno 1 anno, può aiutare molto Inzaghi anche a scegliere. Ma basta Romulo ad una squadra che deve lottare per la Champions? Alla squadra non importa. 

    Questa Lazio non sarà una fuoriserie, ma ha un cuore pazzesco, i polmoni bruciati di fatica di Immobile, la corsa infinita di Leiva, il coraggio indomito di Acerbi. La Lazio si fa giustizia da sola, abbatte l'Inter quando l'inerzia del morale, dello stadio, sembrava del tutto contraria. E con il vento contro, la Lazio trova la forza dell'ultima folle corsa verso la semifinale, l'ultimo sussulto, l'ultimo strappo di nervi. La fatica toglie il fiato e le geometrie e le gambe. Ma alla Lazio non importa. 


    Questa Lazio corre, si batte, si sbatte come se tutto mercato noioso non riguardasse la squadra, come se già sa che l'aiuto deve trovarselo da sola, senza sperare nella società. Come se tutto questo non fosse che il solito, trito e ritrito mercato di gennaio avaro, striminzito, desertico. Come se a contare, alla fine, nel calcio, è sempre e solo il cuore, il pallone che rotola. Il gruppo, il collettivo, la furia di Inzaghi, quasi in campo, il coraggio, e non tutte le carte, le facce cupe, il calciomercato che non volevano fare fino all'ultimo, e hanno dovuto. Ma alla squadra non importa.

    Si batte contro tutto e tutti, pure contro il rigore al minuto 120, l'espulsione cambiata in giallo, pure contro il fato che è beffardo e infame e non premia gli sforzi, la fatica, il sacrificio. Non li premia mai, lo giuro, ma stavolta i ragazzi di Inzaghi sono andati oltre. E si sono portati a casa la vittoria contro la big, la semifinale, la consapevolezza di poter affrontare le grandi da pari a pari pure senza la firma di Tare a gennaio. Alla Lazio non importa.

    Ma la Lazio corre, sbatte contro l'Inter, nonostante Inzaghi abbia la panchina cortina, strettina, tanto stretta che lui non ci può stare.  Ma la Lazio corre, si indigna, si impegna con forza. Fa di nuovo una partita importante, precisa, decisa. Di sforzo, di cuore, di nervi. Di carattere. Tutto quello che questo mercato non è stato. Diciamolo senza peli sulla lingua, non capisco perchè nessuno abbia il coraggio di dirlo: Romulo ok, ma c'è una squadra che lotta per la Champions che meritava molto di più. 

    Lo voglio dire chiaro e tondo: questa Lazio si è scrollata di dosso forse per la prima volta il gol di Vecino, finalmente non se ne sente più l'angosciante cappa, il peso. Ma forse non lo ha fatto la dirigenza. A cui la gara di San Siro forse regala anche giustizia su alcune scelte: Caicedo sbaglia un gol colossale ma rimedia con un assist e sacrificio, Bastos soffre e lotta, Durmisi va di concretezza, sbaglia il rigore ma ha aiutato la squadra. Alla Lazio non importa più dell'anno scorso. Nemmeno dello scorso mercato. Alla Lazio non importa. 

    Romulo ok, ma questo mercato forse arriva al voto 6 in maniera stiracchiata, striminzita, come se non volesse nemmeno arrivarci, e ce lo avessero trascinato a forza i professori. Del mercato di malavoglia di Tare, sarà bravo ma non si è applicato, alla squadra non importa. Ha alle spalle un mercato troppo sputacchiato per permettergli di volare, ma la Lazio non lo sa. Alla Lazio non importa. E vola in semifinale. 


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