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  • Laziomania: Lotito sul mercato deve fare il lavoro degli altri?

    Laziomania: Lotito sul mercato deve fare il lavoro degli altri?

    • Luca Capriotti
    Siamo agli sgoccioli, e la domanda che bisognerebbe farsi è: in quel garbuglio di potere e strane connessioni a Formello, Lotito dovrà di nuovo fare il lavoro degli altri? Dovrà di nuovo lavorare al posto di Igli Tare? 

    LA POSIZIONE DI TARE - Il direttore sportivo l'aveva detto: si risolverà tutto - con programmazione scientifica bisogna dire - alla fine di gennaio. Muriqi è partito nelle ultime ore di calciomercato, con quel milioncino isolano la Lazio andrà a ripescare i suoi programmi di mercato. Lotito avrebbe spergiurato a Sarri che, al netto dei suoi impegni, alla fine come sempre sarebbe intervenuto lui. Un po' il nostro ama prendersi spazi e meriti che a volte nemmeno ha, un po' dovrà sbrogliare qualcosa che ha contribuito a creare: a forza di far discutere i suoi sottoposti, poi bisogna pur tirare fuori qualcosa. Dopo aver messo in condizione Peruzzi di andare via - e Dio solo sa quanto poteva essere utile la sua esperienza e il suo carisma - (è il modus operandi del nostro, ora lo sappiamo) in qualche modo di recente guarda un po' in cagnesco Tare. E le recenti diatribe - non confermate anzi smentite dal ds - con Sarri, il nuovo cocco di Lotito - non stanno aiutando la posizione del direttore sportivo più vacante del mercato di gennaio.

    SARRI E LOTITO - Tra Lotito e Sarri è scattata una vera e propria infatuazione: al presidente questo tecnico ruvido ma profondamente conoscitore di calcio, amante del proprio lavoro, piace, e piace tantissimo, giova ricordarlo. Per questo non lo ha messo mai in discussione, per questo nonostante qualche risultato sgradito lo ha sempre difeso a spada tratta. Al netto di una relazione che dire complicata da diecimila retroscena e arcani segreti è dir poco, con Tare la situazione com'è? C'è ancora idillio, o alcune situazioni non piacciono al presidente? Se dovesse di nuovo intervenire Lotito per aiutare il mercato della Lazio, e se dovesse prendersene in meriti, i puntini potrebbe unirli chiunque. 

    LE ULTIME ORE - Come sempre, i più speranzosi refresheranno di continuo i nostri siti di calciomercato, i più cinici non guarderanno l'ennesimo finale palpitante, gli altri si chiederanno se si poteva fare di più, o meglio. L'arrivo di un difensore e di un attaccante - che male la foto di Caicedo all'Inter, quanti ricordi - sembrano il minimo sindacale. Luis Alberto, lo sapevamo, alla fine a meno di cose clamorose rimarrà: il presidente gli ha detto di stare tranquillo, e per ora lo spagnolo indulge in questo stato che per la sua geniale effervescenza è quasi innaturale. Lazzari ha convinto Sarri, ma se dovesse arrivare qualcosa di molto serio nessuno si metterà davvero di traverso. Come invece dovrebbe essere successo per Patric. Lasciatemi dire: è un giocatore che in molti avete criticato, detestato, fischiato, ma alla fine è cresciuto tanto, si è messo a disposizione, si è snaturato per questa maglia. 

    ULTIME RIFLESSIONI - Al netto del fatto che il niet di Sarri sia in effetti anche sinonimo di pochezza di alternative, è anche un piccolo premio per lui, che comunque a Roma non rimarrà. Lo ha detto Enzo Raiola a Formello, così come Kezman ha ribadito che Kamenovic qualcosa deve fare, non può perdere un anno. Almeno fategli fare un Erasmus da qualche parte. Un altro grande interrogativo relativo a Tare: le sue amicizie, che tanto lo hanno aiutato, le selezionatissime entrature di uomini onorevoli e muti, alla fine sono la sua vera gabbia quando si tratta di andare al sodo in poco tempo?

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